Fratelli d’Italia nel caos, dopo Prato scoppia il caso Rovigo: mail diffamatorie dalla consigliera “hackerata”

Non c’è solo la storiaccia di ricatti a luci rosse di Prato a terremotare Fratelli d’Italia. Spostandoci a 170 chilometri di distanza, a Rovigo, in Veneto, nel partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni c’è un secondo “bubbone” con cui fare i conti.
Anche qui sullo sfondo c’è il voto, il ritorno alle urne previsto presumibilmente a novembre della Regione oggi guidata dal leghista Luca Zaia, e uno scontro senza esclusioni di colpi in Fratelli d’Italia in vista delle candidature nelle liste del partito.
Tutto nasce dalla denuncia presentata alla polizia postale dalla consigliera comunale di Rovigo Sara Moretto, 22enne esponente di FdI: nel suo esposto contro ignoti denunciava di esser stata vittima di un attacco informatico. In particolare il 24 luglio dal suo account di posta elettronica partiva, all’indirizzo di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, una mail dal contenuto diffamatorio nei confronti del senatore e responsabile regionale di FdI, Luca De Carlo, del senatore rodigino e commissario provinciale Bartolomeo Amidei, del deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia Piergiorgio Corelazzo e di altri esponenti rodigini di FdI. Nel testo invece si difendeva a spada tratta Mattia Moretto, fratello di Sara e presidente del consiglio comunale di Rovigo, e Matteo Zangirolami, segretario di FdI del Comune di Rovigo.
Sara Moretto sosteneva nella sua denuncia di aver subito un attacco informatico, di non aver inviato quella mail ai vertici del partito, ma che per i contenuti presenti al suo interno poteva esser stata inviata solamente da un membro di FdI.
Moretto, affiancata dal proprio avvocato Giampietro Berti, ha dichiarato di essere venuta a conoscenza della e-mail il 26 luglio da Zangirolami, di averne disconosciuto la paternità e di essersi rivolta subito alla segreteria di Donzelli per ottenere una copia del documento. Quando l’ha ricevuta, il 30 luglio, è scattata subito la denuncia. “Ero angosciata, triste, frustrata”, ha dichiarato ieri Sara Moretto. “La tecnica usata si chiama ‘Spoofing‘”, ha spiegato l’avvocato Berti “l’effetto della e-mail è mettere in cattiva luce Sara, facendola passare per quella che diffama i colleghi di partito per avvantaggiare il fratello”.
In Procura a Rovigo sulla questione è stato aperto un fascicolo, titolare del caso è il pm Francesco D’Abrosca: l’indagine al momento è per accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Secondo quanto scoperto in questa prima fase di indagini, l’email diffamatoria sarebbe stata inviata tramite l’utilizzo di un server situato in Repubblica Ceca.
Secondo il legale di Moretto sarebbe stata inviata da qualcuno che aveva interesse “a mettere in cattiva luce Sara e Mattia Moretto e Matteo Zangirolami”, una persona interna al partito perché “solo un interno poteva avere le informazioni così dettagliate contenute nella email”. Nel testo si parlava in particolare di “connivenza, malafede, interessi personali come motore di questi soggetti a danno delle persone come pure del partito e dell’amministrazione che governa la città”.
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