Google Home, class action in USA per il crollo di qualità dell'esperienza d'uso

Abbiamo già riportato a più riprese come negli ultimi mesi la qualità di dispositivi come Nest Audio, Nest Hub e in generale i dispositivi Google basati prevalentemente sull’interazione vocale sia crollata in modo piuttosto plateale e drastico, con comandi non capiti, risposte sconclusionate, tempi di attesa elevati, latenza generale, task avanzati che non vengono eseguiti; ebbene, qualcuno negli Stati Uniti ha deciso che quando è troppo è troppo, e che è ora che Google ne risponda in tribunale.

La class action è stata depositata in California da due studi legali, Lieff Cabraser Heimann & Bernstein, LLP e Kaplan Gore, LLP, per conto di quattro clienti, secondo cui Google ha “indotto loro e centinaia di migliaia di altri clienti a spendere ciascuno centinaia di dollari o più per acquistare i dispositivi Google Nest Hub, Google Nest Hub Max, Google Nest Mini e Google Nest Audio, promettendo una smart home affidabile grazie ai comandi vocali, con dispositivi interconnessi tra loro. I querelanti sostengono che i quattro dispositivi sono difettosi e hanno smesso di funzionare correttamente ben prima della loro prevista vita utile, perché non registrano più né rispondono correttamente ai comandi vocali degli utenti”.

Gli utenti, continua l’accusa, hanno subìto un danno da Google perché non hanno ricevuto ciò per cui avevano pagato, si ritrovano con un ecosistema smart home inaffidabile e malfunzionante, e Google è incapace o riluttante a sistemarlo. Nella causa si riportano altri problemi più o meno frequenti: dispositivi che vanno offline un po’ a caso e senza ragione, si disconnettono l’uno dall’altro, messaggi di errore e spegnimenti casuali. Sono in effetti una summa piuttosto efficace di quanto abbiamo visto riportato da innumerevoli utenti nell’ultimo periodo.

CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE