Grotte di Frasassi: un viaggio tra stalattiti, giochi di luce e segreti nascosti nella roccia

Caverna, antro, spelonca. Non c’è niente da fare: anche cercando sul vocabolario i sinonimi di grotta si finisce per trovare solo parole dal suono un po’ tetro, se non chiaramente minacciose e sinistre.
D’altra parte è dalla notte dei tempi che tutto quello che si trova sotto il livello del terreno inquieta gli esseri umani. È quindi totalmente sorprendente scoprirne l’incredibile bellezza e il fascino totalizzante, come accade alle Grotte di Frasassi, noto complesso di cavità carsiche che si sviluppo nelle Marche, non lontano dall’abitato di Genga.
È una destinazione molto gettonata nel corso dell’anno, valida per tutte le stagioni, ma che diventa maggiormente apprezzabile durante l’autunno, nel periodo solitamente di magra dei flussi turistici. Preparatevi a fare amicizia con un glossario tutto nuovo, fatto di stalagmiti e stalattiti, ipogei e abissi; a entrare nelle viscere del terreno, tra giochi di luce e pinnacoli di roccia impossibili, dove ogni forma racconta milioni di anni di storia geologica.
Dove si trovano le Grotte di Frasassi
Le Grotte di Frasassi si trovano nelle Marche, in provincia di Ancona, all’interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. L’abitato più vicino è Genga, un piccolo borgo medievale arroccato tra le colline dell’Appennino marchigiano.
L’ambiente circostante è un mosaico di gole, falesie, boschi e corsi d’acqua, in particolare il fiume Sentino, che nel corso dei millenni ha scavato la valle. Fu proprio in questo contesto naturale già in superficie così complesso e raro che, nel 1971, un gruppo di speleologi del CAI di Ancona scoprì un piccolo foro nella roccia da cui usciva aria fredda.
Quell’apertura si rivelò essere l’ingresso di un mondo straordinario: si fa risalire ad allora la scoperta della Grotta Grande del Vento, la prima e più spettacolare cavità del complesso sotterraneo di Frasassi.

Da allora, le esplorazioni hanno portato alla luce oltre 30 chilometri di gallerie e cunicoli, un intricato sistema di sale e cavità che rappresenta uno dei complessi carsici più imponenti d’Europa. Dal 1974 le Grotte di Frasassi hanno aperto le porte alla visita turistica, che oggi rappresenta un vero e proprio fenomeno di massa, visti i numeri di ingressi che il sito gestisce ogni giorno.
Oggi solo una parte è attrezzata e messa in sicurezza al punto tale da garantire l’apertura al pubblico, ma ciò che si può visitare basta a lasciare chiunque senza parole.
Grotte di Frasassi: cosa fare e vedere
Le Grotte di Frasassi sono un vero e proprio scrigno naturale di sculture di pietra, ma la mano che le ha scolpite non è umana. La formazione del complesso di caverne, abissi e antri non è altro che il risultato di milioni di anni di lavoro dell’acqua, che filtrando a poco a poco attraverso la roccia calcarea ha depositato minerali e carbonato di calcio, dando vita a stalattiti, ovvero i pinnacoli che scendono dal soffitto, e stalagmiti, quelli che invece si innalzano dal suolo.
Il percorso dedicato alla visita inizia dalla succitata Grotta Grande del Vento, cavità imponente alta oltre 200 metri e lunga più di 180: uno spazio talmente vasto da poter contenere le principali meraviglie architettoniche delle nostre città.
Le luci artificiali, soffuse, creano un’atmosfera particolare, quasi sognante, rivelando le forme incredibili assunte dalla roccia. Ad alcune di queste è stato anche dato un nome: c’è ad esempio la Spada di Damocle, la stalattite più grossa, alta più di 7 metri; altre anno nomi come Madonnina o Castello delle Streghe. Anche ciascuna grotte ha il suo nome: si prenda ad esempio la Sala delle Candeline, dove centinaia di piccole stalagmiti sembrano piccole fiammelle accese.

Ci sono diverse possibilità di visitare le Grotte di Frasassi. Il percorso turistico standard, che si svolge tutto su passerelle illuminate, è lungo circa un chilometro e mezzo e lo si affronta in un’ora o poco più.
Per chi cerca un’esperienza più avventurosa e approfondita, sono disponibili anche percorsi speleologici guidati, che permettono di esplorare gallerie più nascoste. Il Percorso Azzurro, adatto ai principianti, dura circa due ore, mentre il Percorso Rosso è più lungo e offre una sorta di esperienza speleologica completa. Rispetto al percorso turistico, i percorsi speleologici guidati hanno un costo più alto.
Dentro le Grotte di Frasassi la temperatura è costantemente mantenuta sui 14 gradi. L’illuminazione è stata progettata con grande cura, utilizzando un sistema a basso impatto ambientale che valorizza le concrezioni senza alterarne l’ecosistema. Le luci si riflettono sulla pietra e ne esaltano le forme, regalando al visitatore uno spettacolo unico.
La fauna delle Grotte di Frasassi
Insospettabilmente, le Grotte di Frasassi, oltre ad essere un prezioso tesoro geologico, sono anche un habitat unico per la vita sotterranea. Nonostante le condizioni estreme di oscurità e umidità, infatti, qui prosperano specie che si sono adattate al peculiare contesto naturale: ci sono, ovviamente, i pipistrelli, che trovano rifugio nelle cavità più remote grazie alla loro capacità di passare tra le più piccole fessure, ma anche ragni, invertebrati e insetti ciechi che vivono esclusivamente in questo particolarissimo ecosistema.
Nel corso del tempo diversi studi scientifici sono stati capaci di identificare diverse specie di fauna ipogea endemica, come minuscole creature invertebrate che sopravvivono nutrendosi di microrganismi presenti nelle gocce d’acqua o sui diversi sedimenti calcarei.
L’equilibrio ambientale delle Grotte è talmente delicato che ogni intervento umano, dalle luci alla percentuale di umidità, viene attentamente controllato per non alterare le condizioni naturali.

Misteri e sacralità: nei dintorni
La visita alle Grotte di Frasassi non si esaurisce solamente nel meraviglioso viaggio sotterraneo seguendo uno dei diversi percorsi di visita. Meritano, infatti, di essere scoperti anche gli immediati dintorni, che hanno in comune una certa qual aura di mistero e sacralità.
Tempietto del Valadier
Secondo la tradizione locale, ad esempio, le cavità sono state considerate fin dall’antichità luoghi sacri. Un retaggio che non è scomparso neanche in tempi più recenti: a pochi passi dall’ingresso delle Grotte di Frasassi sorge infatti il suggestivo Tempietto del Valadier, costruito nel 1828 per volontà di papa Leone XII, pontefice originario di Genga, all’interno di una cavità naturale da uno degli architetti più famosi del tempo, Giuseppe Valadier, appunto.
Il Tempietto si raggiunge percorrendo circa 800 metri di sentiero in salita, incontrando lungo il medesimo tutte e 14 le stazioni della Via Crucis. Dalle staccionate che mettono in sicurezza l’itinerario si può godere del colpo d’occhio sul fiume Sentino. Si giunge infine alla chiesa, costruita in travertino all’interno di una grotta aperta. Originalmente era impreziosita dalla statua della Vergine con Bambino di Antonio Canova, di cui oggi rimane una copia, mentre l’originale è custodita nel museo di Genga.
Eremo di Santa Maria Infra Saxa
Nelle immediate vicinanze del Tempietto del Valadier si trova anche l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa, un antico monastero femminile del XI secolo scavato nella roccia viva. Due luoghi che testimoniano come, da secoli, l’uomo percepisca queste montagne come spazi di raccoglimento e spiritualità.
Abbazia di San Vittore alle Chiuse
Infine, a pochi passi dall’ingresso delle Grotte di Frasassi fa bella mostra di sé l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse. Si tratta di un imponente edificio religioso, in pieno stile romanico, edificato nei primi decenni dopo il Mille. Andò in rovina a partire dal XV secolo e solo il restauro novecentesco ci permette di apprezzare oggi tutta la sua iconica grandezza, isolato al centro di un verde prato. L’interno si presenta completamente spoglio, rispettando i dettami dello stile romanico. L’unica decorazione presente rappresenta un enigma: vicino alla porta, a sinistra dell’altare, una specie di 8 inciso nella parete sembra raffigurare una sorta di simbolo dell’infinito posto in verticale. Non se n’è mai davvero accertato il significato.

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