Il direttore dell’Agenzia degli investimenti tunisina a Nova: In Africa opportunità comuni per le imprese

Settembre 30, 2025 - 04:30
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Il direttore dell’Agenzia degli investimenti tunisina a Nova: In Africa opportunità comuni per le imprese

La cooperazione triangolare Italia–Tunisia–Africa rappresenta “un’opportunità per le imprese italiane interessate ai mercati africani”. Lo afferma ad “Agenzia Nova”, Jalel Tabib, direttore generale dell’Agenzia tunisina per la promozione degli investimenti esteri (Fipa), ricordando che “la Tunisia ha aderito ufficialmente all’Area di libero scambio continentale africana (AfCfta) nel luglio 2020 e ha uno status avanzato con l’Unione europea (Ue), con un Accordo di libero scambio completo e approfondito (Dcfta) in fase di negoziazione, e accordi con Marocco, Egitto, Giordania (Agadir), Turchia e Comesa, un mercato che conta oltre 625 milioni di consumatori”.

Tabib indica a “Nova” che è inoltre in discussione l’adesione alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Comesa), un’area con circa 325 milioni di consumatori. La Tunisia ha inoltre firmato 52 accordi contro la doppia imposizione e 54 accordi bilaterali per promuovere e proteggere gli investimenti, aggiunge il direttore generale di Fipa Tunisia.

Le missioni di Fipa in Tunisia mirano a promuovere opportunità di business nel Paese. Secondo i dati forniti da Tabib, che nei giorni scorsi ha preso parte al panel economico “Investment Africa 2025”, a Tunisi, gli investimenti diretti esteri (Ide) hanno raggiunto i 2,5 miliardi di dinari (735 milioni di euro) nel 2023, con 15.200 posti di lavoro diretti creati. “Nel 2024 i flussi di Ide sono saliti a 2,95 miliardi di dinari, pari a circa 867 milioni di euro, con 15.600 posti di lavoro diretti. Attualmente operano in Tunisia circa 4.000 imprese straniere, di cui il 75 per cento interamente esportatrici, generando oltre 450.000 posti di lavoro e 40 miliardi di dinari, 11,8 miliardi di euro, di produzione”, prosegue Tabib. L’Italia occupa il terzo posto nel 2024 tra i principali investitori. Secondo Jalal Tabib, “sono presenti 1.022 imprese italiane con oltre 85.000 posti di lavoro creati e quattro miliardi di dinari (1,18 miliardi di euro) di investimenti lo scorso anno”.

Parlando dei vantaggi offerti dal Paese, Tabib sottolinea che “ogni anno si laureano oltre 60.000 studenti, di cui il 18 per cento in ingegneria e tecnologie della comunicazione (Itc). La Tunisia è il secondo Paese al mondo per quota di laureati in scienze e ingegneria, secondo il Global innovation index 2020. Il sistema educativo comprende 200 istituti di istruzione superiore e oltre 1000 centri di formazione professionale”. Il costo del lavoro, inoltre, per figure come ingegneri del software, programmatori, team leader R&D e sviluppatori web è competitivo a livello internazionale. Il direttore di Fipa evidenzia che “la Tunisia è al primo posto in Africa per qualità delle infrastrutture Ict secondo il Bloomberg Innovation Index 2020, e dispone di 11 tecnoparchi, 18 cyberpark, 10 cluster di competitività, nove aeroporti internazionali, 200 aree industriali e una larghezza di banda internazionale di 910 Gigabyte al secondo”.

Sul piano normativo, Tabib indica che “la legge sugli investimenti del 2016 garantisce libertà d’investimento in gran parte dei settori, libertà di trasferire utili e capitali, semplificazione delle procedure e protezione della proprietà intellettuale”. Il direttore generale di Fipa precisa inoltre che “sono previste esenzioni fiscali e sovvenzioni fino al 30 per cento per investimenti in zone di sviluppo regionale e per i progetti di interesse nazionale. È inoltre attivo un fondo da 100 milioni di euro per sostenere start-up innovative, con 20 misure dedicate alla semplificazione amministrativa e al finanziamento”.

L’economia tunisina si sta delineando come un crocevia di opportunità, con settori in rapida crescita che la stanno posizionando strategicamente a livello regionale. Il Paese non si affida a un unico motore di crescita, ma punta su un mix diversificato, che va dal digitale all’industria tradizionale, offrendo così interessanti prospettive per investimenti e innovazione. Il settore digitale e ICT si conferma un pilastro dell’economia tunisina. “Con un giro d’affari di 4,4 miliardi di euro, contribuisce al 10 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) nazionale e garantisce circa 40.000 posti di lavoro diretti. La sua crescita media annua dell’otto per cento testimonia la vitalità di un comparto in continua espansione”, evidenzia Tabib. Anche l’industria farmaceutica mostra un notevole potenziale: “con 120 aziende e 33 stabilimenti di produzione di medicinali, il settore esporta per 164 milioni di euro all’anno. Questa crescita è sostenuta da un flusso costante di 5.000 laureati che ogni anno arricchiscono il bacino di talenti del Paese”, sottolinea il direttore generale di Fipa Tunisia.

L’agrobusiness tunisino si distingue per la sua vocazione all’export, specialmente nel campo della produzione biologica, con oltre l’80 per cento della produzione destinata ai mercati esteri. “Con più di 1.000 imprese, di cui 120 a partecipazione straniera, il settore impiega 75.000 persone”, aggiunge Tabib, segnalando che “in un settore più tradizionale ma ancora forte come il tessile e abbigliamento, la Tunisia si mantiene un attore di primo piano”. Il Paese è il nono fornitore dell’Unione Europea, con 1.200 imprese straniere che generano oltre 125.000 posti di lavoro e un export che raggiunge i sei miliardi di dinari, 1,76 miliardi di euro, all’anno. Infine l’aerospazio è un settore emergente e promettente, “con 80 aziende che danno lavoro a 17.000 persone e contribuiscono per il 3,8 per cento al Pil”, prosegue Tabib, evidenziando come “la creazione di un parco industriale dedicato a El Mghira sottolinea l’impegno del governo nel sostenere questo comparto”.

Non solo. Anche le energie rinnovabili stanno guadagnando terreno. “Sebbene oggi rappresentino solo circa il cinque per cento del mix energetico nazionale, l’obiettivo è arrivare al 30 per cento entro il 2030, con una capacità elettrica installata pari al 6,6 per cento”, dichiara Jalel Tabib. Anche il turismo medico sta vivendo un’importante fase di espansione, attirando pazienti grazie a strutture sanitarie che soddisfano gli standard internazionali, ricorda il funzionario. La Tunisia, infine, si sta affermando inoltre come un vivace hub di innovazione. “Le storie di successo di aziende come Enova, la prima azienda di robotica nella regione del Medio Oriente e Nord Africa (Mena), e InstaDeep, acquisita nel 2023 da BioNTech per 549 milioni di dollari, dimostrano la capacità del Paese di generare talenti e startup di livello internazionale”, spiega il direttore generale di Fipa Tunisia. Questo dinamismo è supportato da importanti investimenti in infrastrutture. Sono in corso oltre 130 progetti, tra cui 64 progetti stradali e la costruzione di un porto in acque profonde. “Un progetto di particolare rilevanza è il ponte energetico Elmed, “una collaborazione tra Terna e Steg che collegherà le reti elettriche di Italia e Tunisia attraverso un cavo sottomarino. Si tratta del primo collegamento di questo tipo tra Europa e Nord Africa, un’iniziativa che rafforza ulteriormente il ruolo strategico della Tunisia a livello internazionale”, conclude Tabib.

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