Il percorso di Prysmian per implementare l’AI: strategia, tecnologia e cultura aziendale

PROCESSI DI BUSINESS
Il percorso di Prysmian per implementare l’AI: strategia, tecnologia e cultura aziendale
Prysmian ha intrapreso un percorso di adozione della Business AI di SAP con il supporto di Mashfrog. Partendo da concrete esigenze tecnologiche e infrastrutturali è stata messa a punto una strategia basata su un framework iterativo e misurabile, con un forte investimento nel reskilling interno e in un cambio di paradigma culturale verso un approccio “product-oriented”, sfruttando un unico ecosistema SAP globale con dati e processi armonizzati.

Si parla sempre più spesso di AI, ma sono poche le aziende che stanno facendo i passi giusti per implementarla nel modo più opportuno, tenendo conto innanzitutto delle concrete esigenze di business e sviluppando una strategia pragmatica che si sviluppi attraverso un percorso metodico, misurabile e scalabile. È il caso di Prysmian, gruppo attivo a livello globale nella produzione di cavi per energia e telecomunicazioni, che ha raccontato il proprio approccio all’implementazione dell’AI nei processi di business in occasione dell’evento SAP NOW AI Tour di Milano: un percorso intrapreso con il partner tecnologico Mashfrog che offre uno spaccato significativo su come una grande realtà manifatturiera stia integrando la Business AI non come un fine, ma come uno strumento per consolidare il proprio vantaggio competitivo.
A parlarne Catello Voccia, Global Applications Director di Prysmian, e Fabio Galiffa, Sales Director di Mashfrog Group, che hanno delineato i contorni di un programma che si distingue per la sua concretezza, lontano dalle narrazioni trionfalistiche che spesso accompagnano il tema dell’AI.
Prysmian, una public company con circa 30.000 dipendenti e ricavi per 17 miliardi di euro nel 2024, fonda la sua agenda su driver come la transizione energetica, la digitalizzazione e la sostenibilità. In questo scenario, ha spiegato Catello Voccia, “innovare diventa fondamentale; questo ci ha spinto ad accelerare l’adozione dell’AI per generare ulteriore valore per i nostri clienti”.
L’innesco della trasformazione: tre sfide, una sola strategia
L’avvio del programma di adozione dell’AI in SAP nasce dalla necessità di risolvere tre questioni in un certo modo urgenti, ma di rilevanza strategica che si sono presentate all’inizio del 2024. “La prima riguardava il tema della nostra Global Infrastructure”, ha spiegato Catello Voccia, ponendo l’azienda di fronte a una scelta tra l’andare in continuità oppure la valutazione di nuovi scenari tecnologici.
A questa si aggiungeva la necessità di aggiornare la piattaforma globale SAP all’ultima release per usufruire delle ultime potenzialità offerte dal provider.
E poi – elemento di non secondaria importanza – c’era una chiara spinta dal top management a “capitalizzare ed estrapolarevalore dalle applicazioni che avevamo in portafoglio, come per esempio SAP, per indirizzare tematiche di artificial intelligence”.
La risposta a queste tre sfide è stata unificata nella migrazione a RISE with SAP, una mossa che ha permesso di modernizzare l’infrastruttura, aggiornare i sistemi core e, soprattutto, gettare le fondamenta per un programma strutturato di Business AI. Una decisione che evidenzia come l’adozione di tecnologie avanzate sia più efficace quando integrata in una più ampia strategia di evoluzione tecnologica e di business, piuttosto che come iniziativa isolata.
Un framework per l’adozione: dal discovery center al pilota industriale
Il cuore del progetto risiede nel framework metodologico sviluppato da Prysmian con il supporto di Mashfrog, società di consulenza focalizzata su progetti di trasformazione digitale a trazione innovativa nonché partner storico.
Fabio Galiffa lo ha definito un “approccio iterativo” che rappresenta, di fatto, “un punto di non ritorno” per l’azienda, sancendo l’inizio di una trasformazione strutturale e duratura.
Il percorso è iniziato con un assessment mirato valutando le innovazioni a catalogo del SAP Discovery Center, che ha portato all’identificazione di un subset di SAP Business AI applicabili ai principali processi aziendali, dal finance al procurement e alla logistica.
Da qui è stata definita una roadmap precisa con timeline e priorità. Ogni caso d’uso viene implementato prima in un ambiente di sviluppo, monitorando con attenzione specifici KPI. Successivamente, i risultati vengono discussi e validati con le funzioni di business competenti per analizzare scenari complessi e rischi operativi. Solo dopo questa fase, si procede con un rilascio in produzione attraverso un progetto pilota su un perimetro ben definito.
“Al momento alcuni casi sono già rilasciati in produzione e nei prossimi mesi vedremo successivi rilasci pianificati”, ha precisato Fabio Galiffa. Un approccio graduale, quindi, che permette di massimizzare il valore per il business riducendo al contempo il consumo di risorse e mitigando i rischi legati a implementazioni su larga scala.
Oltre il progetto: un cambio di paradigma culturale e operativo
La valutazione del programma è, secondo Catello Voccia, ” positiva e con grandi prospettive”, ma l’aspetto più rilevante che emerge è che “non si tratta di un semplice progetto né un programma, perché c’è in gioco un cambio di paradigma”.
L’impatto più profondo, oltre al tema dell’efficienza operativa, sta nella trasformazione culturale e delle competenze interne. Prysmian sta investendo significativamente nel upskilling del proprio team, con un focus su tecnologie abilitanti come SAP BTP, Business AI e Document AI.
Su questo Catello Voccia sottolinea: “Abbiamo intrapreso un percorso di valorizzazione delle nostre risorse interne su nuove tecnologie che abilitano l’adozione dell’AI con il supporto di partner strategici come SAP”.
Questo si traduce in un approccio che l’azienda definisce “product-oriented”: i team interni sono ora chiamati a monitorare costantemente i rilasci di nuove soluzioni di AI da parte dei partner per valutarne proattivamente il potenziale valore. Il successo di questa strategia è amplificato da un asset fondamentale: dati e processi armonizzati su un’unica istanza SAP Globale che copre quasi 90 stabilimenti produttivi e circa 10.000 utenti a livello globale.
I consigli per un’adozione consapevole dell’AI: pragmatismo, cultura digitale e piccoli passi
L’esperienza di Prysmian offre indicazioni preziose per altre aziende che intendono intraprendere un percorso simile.
Il primo consiglio di Catello Voccia è di “non lanciare iniziative di artificial intelligence solo perché è un trend. Bisogna sempre partire da esigenze reali e capire come l’AI può portare valore in azienda”.
Poi è fondamentale lavorare sulla cultura digitale interna per sensibilizzare il management e distinguere le reali potenzialità dai falsi miti. L’approccio suggerito è pragmatico: partire in piccolo, con progetti pilota su perimetri delimitati, misurare i risultati con metriche chiare e solo dopo pianificare un’adozione su scala più ampia.
Fabio Galiffa ha aggiunto un consiglio di natura tecnologica, suggerendo di partire da un check-up tecnologico. L’utilizzo di strumenti come la suite SAP Signavio, per esempio, permette di mappare i processi esistenti con un approccio data-driven e identificare inefficienze e colli di bottiglia, creando una base oggettiva da cui partire per individuare i casi d’uso a maggior valore aggiunto per l’AI. L’intelligenza artificiale, ha concluso, “non è infallibile e non sostituisce l’uomo: migliora le capacità umane e la produttività”. Una visione che riporta la tecnologia al suo ruolo di strumento a supporto di una strategia industriale chiara e consapevole.
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