Il trucco di ricamo che mi ha insegnato mia nonna: impensabile
L’idea non è nata da un progetto vero e proprio, ma da un gesto spontaneo. Stavo rovistando tra i vecchi strumenti di cucito che erano rimasti in un cassetto di mia madre.
In mezzo a bottoni e fili ormai scoloriti c’era una bobina metallica che non usavo da anni. Aveva quel fascino degli oggetti piccoli che sembrano inutili finché non ci rimetti le mani. L’ho presa senza alcun piano e ho iniziato a giocherellarci, proprio come facevo quando ero bambina. Mi ha colpito quanto fosse ancora leggera e solida. In quel momento mi è tornato in mente un trucco che avevo visto fare da mia nonna, uno di quei lavori che lei chiamava giochi per tenere ferme le mani. Era un ricamo minuscolo, costruito su un supporto improvvisato. Lo ricordavo appena eppure mi è sembrato naturale provare a rifarlo.
Ho infilato gli stuzzicadenti nei fori della bobina e, mentre li sistemavo, mi è tornato in mente il movimento preciso delle sue dita. Era sempre serena quando creava questi piccoli fiori. Per lei non era un hobby ma una pausa mentale. Ho provato a fare lo stesso. Ho scelto un filo di lana colorato e un ago non troppo sottile. La forma prendeva vita in un modo che non mi aspettavo. Vedere i fili che si aprivano come petali mi ha fatto pensare che tante volte cerchiamo progetti complessi quando la bellezza sta nelle tecniche più semplici. Un fiore minuscolo che nasce da materiali che tutti abbiamo in casa può diventare un gesto che rilassa e diverte.
Il ricamo tradizionale che usa stuzzicadenti e ago di lana
Quando inizi a preparare la piccola struttura capisci subito che è un lavoro quasi meditativo. Prendi la bobina e la tieni ferma tra le dita. Gli stuzzicadenti passano nei fori uno alla volta. Vanno inseriti con un movimento lento per evitare di muoverli troppo. Alla fine formano una piccola corona di stecchini che sembra un minuscolo telaio. A questo punto il lavoro vero comincia. Infilare l’ago con il filo di lana è forse la parte più familiare. Il colore che scegli cambia completamente il risultato. Io ho usato un rosa acceso perché si vede bene mentre lavori e illumina la forma finale.
Il primo giro è quello che definisce il fiore. Devi passare il filo intorno a ogni stuzzicadente, uno dopo l’altro. Il movimento è sempre lo stesso. L’ago va dietro allo stecchino, passa davanti e torna al centro. È un gesto ripetitivo che ti fa entrare subito nel ritmo. Quando hai completato il primo giro ti sembra di avere solo una ragnatela disordinata. Ma è dal secondo giro che vedi la struttura cambiare. I fili si sovrappongono e la lana comincia a formare petali morbidi. Ogni passaggio stringe leggermente il centro e apre la parte esterna. Il fiore cresce piano, senza mai perdere la sua forma.

Quando il ricamo è pieno puoi passare alla chiusura. L’ago entra al centro e fai un paio di punti che tengono ferme le trame. È un passaggio rapido che blocca tutti i fili senza tirarli troppo. L’aspetto più bello è vedere come la lana si gonfia leggermente e crea un petalo su ogni stuzzicadenti. A questo punto puoi sfilare gli stecchini uno alla volta. Il fiore resta intatto perché il centro è fissato.
Una volta estratto il fiore puoi decidere come usarlo. Io ne ho fatti diversi e ognuno ha un carattere diverso solo cambiando il colore della lana. È un ricamo che funziona come decorazione per cuscini, spille, fermagli o copertine di quaderni. Se fai un fiore con fili molto sottili ottieni una versione più delicata e definita. Se usi una lana più spessa viene fuori una forma più piena. È una tecnica adattabile a qualsiasi stile perché non ha regole rigide.
Quello che sorprende è quanto sia rilassante. È un lavoro che puoi fare mentre ascolti qualcosa o mentre chiudi la giornata. Ti tiene le mani occupate quel tanto che basta per non distrarti, ma non richiede sforzo mentale. Forse è per questo che molte persone riprendono tecniche come questa. Nonostante siano nate per essere utili, oggi diventano un modo per rallentare. L’effetto finale è sempre piacevole perché ogni fiore è diverso, proprio come accade nelle cose fatte a mano.
Quando li metti insieme si crea un piccolo giardino che non appassisce. Sono oggetti minuscoli che raccontano una storia antica in un modo molto semplice. Una bobina, alcuni stuzzicadenti e un filo di lana sono materiali che non assoceresti mai a un ricamo decorativo. Eppure riescono a trasformarsi con una naturalezza che disarma.
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