Iss: sintomi di depressione nel 6 per cento degli adulti e nel 9 per cento degli over 65

Ottobre 10, 2025 - 11:00
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Iss: sintomi di depressione nel 6 per cento degli adulti e nel 9 per cento degli over 65

Poco più del 6 per cento degli adulti e circa il 9 per cento degli over 65 riferiscono sintomi depressivi e percepiscono compromesso il proprio benessere psicologico per più della metà dei giorni del mese precedente l’intervista. I sintomi depressivi aumentano significativamente tra chi vive in condizioni di disagio economico, raggiungendo rispettivamente il 18 per cento e il 25 per cento tra chi dichiara di avere molte difficoltà ad arrivare a fine mese. La fotografia, relativa al biennio 2023-2024, è stata scattata dalle sorveglianze Passi e Passi d’Argento dell’Iss, ed è pubblicata in occasione della Giornata Mondiale della salute mentale che si celebra il 10 ottobre. Nel nostro paese, afferma un’indagine condotta dall’Istituto tra il 2021 e il 2023 su 19 dipartimenti di Salute Mentale appena pubblicata, cresce la domanda di cura, con un aumento dei ricoveri nei reparti psichiatrici ospedalieri così come delle consulenze psichiatriche nei pronto soccorso. Continua inoltre la mappatura dei servizi dedicati ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, arrivata a 225 strutture su tutto il territorio nazionale. Dai dati Passi 2023-2024 emerge che, in Italia, una quota contenuta di adulti (poco più del 6 per cento) riferisce sintomi depressivi e percepisce compromesso il proprio benessere psicologico per una media di quasi 16 giorni nel mese precedente l’intervista (vs meno di 2 giorni per le persone senza sintomi depressivi). I sintomi depressivi sono generalmente più frequenti con l’avanzare dell’età, fra le donne (7 per cento), fra le persone socialmente più svantaggiate, per difficoltà economiche (18 per cento), precarietà lavorativa (8 per cento) o bassa istruzione (11 per cento), fra chi vive da solo (7 per cento) e fra chi è affetto da patologia cronica (11 per cento). Solo il 65 per cento degli intervistati che riferiscono sintomi depressivi ricorrono all’aiuto di qualcuno, rivolgendosi soprattutto a medici/operatori sanitari.

La variabilità regionale non descrive un chiaro gradiente geografico. Nelle Regioni del Sud la prevalenza di persone che riportano sintomi depressivi si è ridotta in modo costante dal 2008 al 2024, mentre nel Nord, dove si partiva da livelli analoghi a quelli registrati nel Sud la discesa si interrompe nel 2016 e il dato di prevalenza rimane stabile negli anni successivi; nel Centro, dove nel 2008 si registravano livelli più elevati del Paese, la riduzione è stata inizialmente veloce raggiungendo valori analoghi al resto d’Italia ma poi si arresta e il trend si inverte nel 2018 aumentando fino al 2024. Nel biennio 2023-2024 si stima che 9 ultra 65enni su 100 soffrono di sintomi depressivi e percepiscono compromesso il proprio benessere psicologico per una media di 17 giorni nel mese precedente l’intervista. sintomi depressivi sono più frequenti all’avanzare dell’età (raggiungono il 13 per cento dopo gli 85 anni), nella popolazione femminile (12 per cento vs 5 per cento negli uomini), tra le classi socialmente più svantaggiate per difficoltà economiche (25 per cento in chi riferisce molte difficoltà economiche vs 6 per cento di chi non ne riferisce) o per bassa istruzione (12 per cento fra coloro che hanno al più la licenza elementare vs 5 per cento fra i laureati), tra chi vive solo (11 per cento) e fra le persone con diagnosi di patologia cronica (17 per cento in chi riferisce due o più patologie croniche vs 5 per cento di chi non ne ha).

Una discreta quota di persone con sintomi depressivi (23 per cento) non chiede aiuto, chi lo fa si rivolge nel 26 per cento dei casi solo ai propri familiari/amici, nel 13 per cento solo o a un medico/operatore sanitario e nella maggior parte dei casi (37 per cento) a entrambi, medici e persone care. La prevalenza di sintomi depressivi descrive un trend in riduzione significativo dal 2016 al 2024, in tutte le classi di età, anche fra quelle a maggior prevalenza (dal 13.2 per cento al 7.3 per cento fra i 65-74enni, dal 18.3 per cento al 9.7 per cento fra i 75-84enni e persino fra gli over85 dal 22.3 per cento al 12.5 per cento). Il Centro per le scienze comportamentali e la salute mentale dell’Iss, con il supporto economico del Ministero della Salute, ha condotto un progetto di monitoraggio sull’organizzazione dei servizi di salute mentale in Italia nel periodo post-pandemico. Attraverso un’indagine condotta su 19 Dipartimenti di Salute Mentale (Dsm), sono stati confrontati i dati relativi al primo semestre del 2021 con quelli dello stesso periodo del 2023, per analizzare l’evoluzione del sistema.

Questi i risultati principali, mentre i dati completi sono appena stati pubblicati sugli Annali dell’Istituto superiore di sanità: il numero dei Centri di salute mentale (Csm) è rimasto stabile; i ricoveri nei reparti psichiatrici ospedalieri (Spdc) sono aumentati così come le consulenze psichiatriche nei pronto soccorso; i casi di gesti autolesivi intercettati nei pronto soccorso sono cresciuti indicando un bisogno crescente di interventi tempestivi e mirati; leggero calo del numero di psichiatri, assistenti sociali e terapisti della riabilitazione psichiatrica, ma leggero aumento degli psicologi e degli operatori sociali sanitari; i servizi erogati da remoto sono drasticamente diminuiti, con un ritorno prevalente alle prestazioni in presenza; in generale diminuiscono le visite psicologiche e psichiatriche sia da remoto che in presenza. “I dati mostrano una fotografia complessa ma utile per comprendere le sfide future” commenta il team dell’Iss, e in particolare, rispetto al 2020, si registra un aumento della domanda di assistenza ospedaliera. Nonostante alcuni cambiamenti nella composizione e tipologia del personale, permane in particolare la criticità rappresentata dalla dotazione complessiva di risorse umane che richiama alla necessità di un impegno per rafforzarne l’offerta più in linea con gli standard indicati, per far fronte e rispondere alle nuove (e vecchie) esigenze della popolazione con, o suscettibile di sviluppo di, disturbi mentali”.

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