Lectio divina, un percorso di comunione alla riscoperta del “noi”

Settembre 26, 2025 - 18:00
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Lectio divina, un percorso di comunione alla riscoperta del “noi”
Da sinistra, l'Arcivescovo, il presidente Gianni Borsa e l'assistente don Cristiano Passoni

«La Lectio divina non è solo leggere un bel testo, analizzarlo in modo rigoroso, ma significa entrare nella Chiesa che lo ha scritto e che lo sta scrivendo e domandarci che Chiesa siamo, in quale cammino, navigazione siamo impegnati, con che animo affrontiamo il naufragio, il fallimento, l’ostilità dell’ambiente. Le bastonate che hanno dato a Paolo dovremmo sentirle anche sulle nostre spalle perché siamo perseguitati in tante parti della Terra. La Lectio non è un esercizio intellettualistico, per quanto nobile di studio e di esegesi, ma un percorso di comunione: è entrare in una vita, in una storia, in una missione».

Il testo di riferimento

La proposta dell’Ac

Non poteva essere più chiaro, l’Arcivescovo, nel definire il senso e la logica con cui vivere il percorso della Lectio per gli adulti proposto, a livello decanale, dall’Azione Cattolica ambrosiana in tutte le 7 Zone pastorali della Diocesi e che lui stesso ha aperto presso la magnifica e antica chiesa di Santa Maria presso San Satiro, a pochi passi dal Duomo.

Ad ascoltare la Parola di Dio, la riflessione dell’Arcivescovo e le belle sonorità classiche eseguite con maestria dall’Ensemble Qiqajon, gli associati dell’Ac, il presidente diocesano Gianni Borsa, l’assistente ecclesiastico generale ambrosiano don Cristiano Passoni, responsabili dei vari settori, sacerdoti e assistenti provenienti da diversi decanati. Titolo unitario dell’iniziativa – in alcuni Decanati ancora in fase di definizione, ma al quale l’anno scorso hanno aderito ben 41 realtà territoriali – “Facemmo vela verso Samotracia. Diario di viaggio: la missione oltre i confini”.

Tradizionale il metodo di Lectio offerto nelle serate (cinque, con una scansione temporale variabile nelle singole realtà): ascolto della Parola, tratta da Atti degli Apostoli, con stralci dei capitoli dal 16 al 28, meditatio, accompagnata da letture di Papi, autori e martiri contemporanei – da san Paolo VI a Tonino Bello, da Hannah Arendt a Vittorio Bachelet, da san Romero a papa Francesco -, oratio, fino alla proposta dell’actio, con l’indicazione di atteggiamenti o scelte da coltivare nel tempo, come risposta.

L’intervento introduttivo di Tomaso Ajroldi

Un peregrinare simbolico, quindi, quello proposto, particolarmente adeguato, nei suoi richiami, all’oggi, che, a partire dalla narrazione del viaggio di san Paolo e dei suoi compagni, presente a conclusione degli Atti degli Apostoli, tra traversie e naufragi, ma anche gioiose accoglienze nelle varie tappe, richiama la missione, la Chiesa in uscita. Con quel frequente riferimento al “noi”, al camminare insieme, che è nel Dna dell’Ac diocesana. I predicatori, scelti dai Decanati con il supporto del Centro diocesano, sono preti, religiose, religiosi e anche laiche e laici esperti delle Sacre Scritture, per costruire il volto di una Chiesa «capace di uscire sempre più dalla nostra comfort zone», come dice, aprendo l’incontro Tomaso Ajroldi, responsabile del settore Adulti di Ac, prima della lettura dei 5 testi di Atti letti da Giorgio Orsini e delle testimonianze affidate alla voce di Ilaria Mauri.

«Una Chiesa che si muove»

Insomma, «una Chiesa che non sta ferma, che si muove, che raggiunge continuamente nuovi paesi e città, che si lascia ferire dal gemito di chi chiede aiuto. Una Chiesa che ascolta l’umanità che ha bisogno di speranza, che si fa carico dell’evangelo con la diversità dei ruoli, che condivide la missione con varietà di compiti. Un “noi” che si preoccupa dei suoi pastori, una Chiesa che fa compagnia, coraggiosa, unita, lungimirante e umile», per usare ancora le parole di monsignor Delpini che indica le tante sfaccettature dell’arte del leggere.

«Leggere con attenzione, cercando di capire e di imparare. Leggere per passare il tempo, perché l’argomento appassiona. Leggere libri di narrativa, gialli, libri di scienze, di filosofia, libri antichi libri moderni; leggere per caso. La lettura è un esercizio nobile dell’intelligenza, è una via indispensabile per formarsi una cultura, un esercizio che molti compiono con gusto, un’arte nobile. Leggere per una esegesi, per entrare nel messaggio del testo, ma non è la Lectio che vogliamo proporre». Diverso, infatti, il messaggio che viene dalle pagine di Atti.  

Un momento della serata

Il “noi” di oggi

«Un libro – prosegue l’Arcivescovo – che racconta della comunità e della sua missione. L’uso del “noi” che caratterizza alcuni passi e che la pratica dell’Ac, per questo anno, indica, dice anche qualcosa di noi che leggiamo. È il “noi” di cui ci sentiamo fieri e di cui ci vergogniamo, perché la santità dei santi è, in un certo senso, la santità di tutti noi; perché il peccato, il comportamento scandaloso di uno di noi, è motivo di vergogna e di rabbia per tutti.  È il “noi” per cui ci rallegriamo e ci preoccupiamo, il “noi” che si sente ferito dalle persecuzioni e dall’indifferenza, che dona con gioia e generosità. Il “noi” che condivide un viaggio sfortunato, il “noi” del nostro mondo di missione presente in tanti Paesi».

L’intervento dell’Arcivescovo

I viaggi dell’Arcivescovo

Da qui il riferimento ai recenti viaggi di monsignor Delpini realizzatisi nel luglio e agosto scorsi, tra cui quelli in Messico e a Cuba: «Faccio fatica a dire che ho compiuto dei viaggi missionari – ha confidato -. Sono andato a trovare Chiese che, più che avere bisogno del mio annuncio del Vangelo, mi hanno dato testimonianza di come si può viverlo. La missione non è l’atteggiamento di chi insegna una lezione, non è una specie di accondiscendenza verso chi non sa. Questi viaggi sono stati uno scambio di doni: siamo rimasti stupiti e anche istruiti di come si può essere cristiani in modi diversi. A Cuba abbiamo 4 preti ambrosiani in 3 parrocchie, ma lì non si può fare niente fuori dalle mura della Chiesa, per il controllo del governo e per la povertà dei mezzi per cui ogni attività è difficile. Manca la corrente per diverse ore al giorno, eppure i nostri fidei donum mi hanno detto che tanti hanno iniziato il cammino dei catecumeni e molti sono coloro che hanno richiesto la Cresima da adulti».

Il pensiero va anche al Messico, «un Paese segnato da un dramma di cui non si vede la soluzione, da un narcotraffico che diffonde insicurezza e guerre fratricide. Ho visitato villaggi dove sono stato accolto dalla festa dalla gente che si è radunata per il nostro arrivo. Villaggi di tradizione india, che, però, hanno utilizzato questa origine per esprimere la devozione alla Madonna ai santi, una devozione che interpreta la cultura e la rende capace di esprimere il Vangelo. Una Chiesa che fa fermentare il bene che c’è».

Cosa vuole dire, allora, fare la Lectio? «Entrare nella Chiesa che ha scritto un testo e lo sta scrivendo e domandarci anche che Chiesa siamo, in quale cammino, navigazione siamo impegnati, con che animo affrontiamo il naufragio, il fallimento, l’ostilità dell’ambiente», ha concluso l’Arcivescovo prima del breve saluto del presidente Borsa. «Ci sentiamo una Chiesa e un mondo che ha bisogno di parole di pace, fraternità, gioia e speranza. Ecco tutto questo c’è nella parola di Dio e per questo vogliamo ancora metterci all’ascolto».

 

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