Legge 106/2025: dal 2026 nuove tutele per chi assiste familiari fragili
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A partire dal 1° gennaio 2026 cambieranno le regole per migliaia di lavoratori italiani che vivono situazioni di fragilità personale o familiare: ecco le novità in arrivo con la Manovra 2026 e con l’entrata a regime della nuova Legge 106/2025.
Con la Legge 106 del 18 luglio 2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio ed entrata in vigore il 9 agosto, il legislatore introduce una serie di modifiche alla storica Legge 104 del 1992, che da oltre trent’anni rappresenta il principale riferimento normativo in materia di assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone con disabilità.
La nuova normativa non stravolge l’impianto originario della 104, ma ne amplia la portata, introducendo strumenti aggiuntivi per sostenere chi si prende cura di familiari in condizioni di disabilità grave o di malattia invalidante, e per tutelare chi affronta in prima persona patologie croniche o oncologiche. Si tratta, come ha riconosciuto lo stesso governo, di un passo in avanti verso un welfare più inclusivo, anche se non mancano le perplessità legate alle lacune ancora presenti nel sistema di protezione sociale.
Collegamento con la Legge di Bilancio 2026
Le novità introdotte dalla Legge 106/2025 si intrecciano con quanto previsto nella bozza della Legge di Bilancio 2026, che dedica un capitolo specifico alle politiche sociali e al sostegno delle persone con disabilità. Nel testo preliminare si prevede, infatti, un incremento dei fondi destinati ai caregiver familiari, con l’obiettivo di finanziare parte delle misure introdotte dalla 106 e di ampliare le risorse per l’assistenza domiciliare.
La manovra include inoltre un fondo sperimentale per la conciliazione vita-lavoro, pensato per agevolare i lavoratori che usufruiscono di congedi non retribuiti, attraverso forme di indennità parziale o voucher per servizi di cura. Anche se ancora in fase di definizione, questi interventi mirano a compensare almeno in parte le mancate coperture economiche della nuova legge, cercando di rendere effettive tutele che altrimenti resterebbero solo sulla carta.
La bozza di Bilancio prevede poi un rafforzamento del Fondo per la non autosufficienza e un piano di formazione per i datori di lavoro, volto a promuovere politiche aziendali più inclusive nei confronti dei dipendenti con disabilità o di chi si occupa di familiari fragili. Si tratta di misure complementari che, se confermate, potrebbero rendere più coerente e sostenibile l’attuazione della Legge 106.
Le novità della Legge 106/2025 per sostenere caregiver e familiari fragili
In un contesto sociale sempre più segnato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle patologie croniche, l’Italia compie un piccolo ma significativo passo verso una maggiore inclusione.
Tuttavia, la strada per un sistema di tutele realmente universali e accessibili a tutti è ancora lunga, e il successo delle nuove norme dipenderà anche dalla capacità della prossima manovra di tradurre in risorse concrete i principi introdotti dalla Legge 106.
Scopriamo qui di seguito quali sono le novità previste a partire dall’anno prossimo.
Dieci ore di permesso retribuito in più l’anno
Tra le novità principali introdotte dalla Legge 106/2025 c’è l’ampliamento dei permessi retribuiti. Oltre ai tre giorni mensili già riconosciuti dalla 104, a partire dal 2026 i lavoratori con disabilità grave o i caregiver che assistono un familiare in questa condizione potranno usufruire di dieci ore aggiuntive all’anno di permesso retribuito.
Queste ore supplementari potranno essere utilizzate per visite mediche, esami diagnostici, trattamenti terapeutici o riabilitativi, offrendo così una maggiore flessibilità nella gestione delle cure e degli impegni sanitari. La misura si applica sia ai lavoratori del settore pubblico che a quelli del privato, con copertura contributiva garantita.
L’articolo 2 della nuova legge stabilisce che tali ore si sommano alle tutele già previste dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali, rafforzando il diritto dei lavoratori di conciliare i propri impegni professionali con le esigenze di salute proprie o dei propri cari.
Un aspetto importante riguarda l’estensione della misura anche ai genitori di figli minorenni con una disabilità pari o superiore al 74% o affetti da malattie rare, oncologiche o invalidanti. In questi casi, i genitori avranno diritto alle stesse ore di permesso aggiuntivo, una novità che riconosce esplicitamente il carico di cura che grava sulle famiglie.
Congedi più lunghi ma non retribuiti
Oltre ai permessi, la Legge 106/2025 introduce un’altra misura significativa: un congedo parentale esteso fino a due anni, durante il quale il lavoratore manterrà il diritto alla conservazione del posto di lavoro, ma senza retribuzione.
Il legislatore ha voluto offrire un’opportunità di sospensione temporanea dal lavoro per chi si trova ad affrontare situazioni particolarmente complesse sul piano sanitario o familiare. Tuttavia, l’assenza di un sostegno economico durante il congedo rischia di limitarne l’effettiva accessibilità, soprattutto per le famiglie con redditi medio-bassi.
Questa scelta evidenzia il contrasto tra tutela formale e sostegno reale: la possibilità di prendersi cura dei propri cari è riconosciuta, ma a un costo che molti non possono permettersi. È un segnale di avanzamento normativo, ma al tempo stesso uno specchio della fragilità strutturale del welfare italiano, ancora fortemente legato alla disponibilità economica individuale.
Accesso prioritario al lavoro agile
Un altro elemento di rilievo è il riconoscimento esplicito della priorità di accesso al lavoro agile per le persone con disabilità e per chi assiste familiari fragili. La misura è vincolata alla natura delle mansioni: il datore di lavoro dovrà garantire questa modalità solo dove compatibile con l’attività svolta.
L’obiettivo è quello di favorire la conciliazione tra vita professionale e necessità di cura, un tema che negli ultimi anni ha assunto un’importanza crescente, anche alla luce delle esperienze maturate durante la pandemia. Con questa disposizione, la legge intende valorizzare lo smart working come strumento di inclusione, non solo di flessibilità lavorativa.
Un nuovo approccio alla disabilità
Oltre alle misure direttamente rivolte ai lavoratori, la Legge 106/2025 introduce anche un cambiamento di prospettiva nella valutazione dell’invalidità civile. Viene infatti avviata una riforma che mira a superare il modello puramente medico, basato su percentuali di invalidità, per adottare un approccio bio-psico-sociale.
Questo nuovo modello, ispirato ai principi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, considera la disabilità non solo come una condizione fisica, ma come il risultato dell’interazione tra fattori sanitari, psicologici e sociali. Un passo che apre la strada a una visione più moderna e inclusiva della persona, e che potrebbe avere ricadute significative anche sulle modalità di accesso ai benefici economici e assistenziali.
Rafforzati i controlli sui permessi
Parallelamente, la legge prevede il potenziamento dei controlli sull’utilizzo dei permessi e dei congedi previsti dalla normativa. Le pubbliche amministrazioni saranno tenute a inserire, nelle denunce mensili, informazioni dettagliate sugli eventi di assenza dal lavoro e sui soggetti che ne beneficiano, in modo da garantire maggiore trasparenza e prevenire eventuali abusi.
Si tratta di un aspetto spesso al centro del dibattito pubblico: la necessità di evitare usi impropri dei permessi previsti dalla Legge 104, senza però penalizzare chi ne ha davvero bisogno. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la fiducia nel sistema e rendere più efficiente la gestione delle tutele.
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