Letta: “Per competere su scala globale servono campioni europei e libertà di innovazione”

Settembre 20, 2025 - 18:00
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Letta: “Per competere su scala globale servono campioni europei e libertà di innovazione”

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Letta: “Per competere su scala globale servono campioni europei e libertà di innovazione”



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Enrico Letta al Nokia Italy Innovation Day 2025 richiama l’urgenza di rafforzare la sovranità digitale europea, costruire campioni tecnologici e investire in innovazione per garantire competitività e sicurezza nell’era della geopolitica digitale

Pubblicato il 18 set 2025



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L’intervento di Enrico Letta al Nokia Italy Innovation Day 2025 ha riportato al centro del dibattito il tema della sovranità digitale europea, legando il futuro delle infrastrutture tecnologiche alla capacità di competere a livello globale. A partire dal completamento del mercato unico entro il 2028, l’ex presidente del Consiglio ha delineato le priorità per garantire all’Europa autonomia strategica, sicurezza e sviluppo nell’era digitale.

La scala tecnologica e il nodo delle telecomunicazioni

Uno dei punti centrali dell’intervento riguarda la necessità di superare la frammentazione che ancora caratterizza il settore delle telecomunicazioni. Letta ha richiamato un dato che evidenzia la sproporzione tra Europa e i principali concorrenti: «Un operatore cinese nel settore delle telecomunicazioni ha una media di 467 milioni di clienti, un operatore americano 107 milioni, mentre un operatore europeo appena cinque milioni».

Numeri che descrivono un divario strutturale. La frammentazione in 27 mercati nazionali impedisce agli operatori europei di raggiungere la scala necessaria per competere con Stati Uniti e Cina. Senza la possibilità di crescere oltre i confini nazionali, le aziende non riescono a sviluppare piattaforme capaci di sostenere investimenti in tecnologie emergenti come il 6G, l’intelligenza artificiale applicata alle reti o i servizi cloud di nuova generazione.

Letta ha ricordato come la presidente della Commissione Ursula von der Leyen abbia fissato il 2028 come termine per completare l’integrazione del mercato unico, una scelta che ricalca il metodo adottato per i grandi traguardi del passato, dal mercato unico del 1992 all’introduzione dell’euro nel 2001. Per il relatore, senza scadenze vincolanti non è possibile trasformare gli impegni in risultati concreti.

Costruire campioni europei della tecnologia

Superare la frammentazione significa anche creare campioni europei capaci di competere su scala globale. Per Letta, non basta incoraggiare la concorrenza all’interno dei singoli mercati nazionali, ma occorre favorire la nascita di operatori continentali, in grado di attrarre investimenti e innovazione. «Se non siamo in grado di scalare e di lasciare solo la dimensione nazionale, sarebbe impossibile competere con il resto del mondo» ha spiegato dal palco.

Questa prospettiva riguarda non solo le telecomunicazioni, ma anche altri settori chiave come l’energia e i servizi finanziari. La mancanza di un passaporto europeo per i prodotti finanziari, ad esempio, costringe le imprese a presentarsi come italiane, francesi o tedesche, perdendo così il vantaggio di un marchio comune europeo. Al contrario, un’azienda americana che lancia un prodotto ha accesso immediato al mercato interno statunitense, che da solo rappresenta circa il 60% del mercato mondiale.

L’asimmetria, ha aggiunto Letta, non deriva solo dalla concorrenza esterna, ma dalle barriere che gli stessi Paesi europei oppongono ai vicini. Una condizione che limita la crescita delle aziende e rende l’Europa dipendente da attori esterni per settori strategici.

La quinta libertà dell’innovazione

Tra le proposte rilanciate da von der Leyen e contenute nel rapporto Letta, spicca l’introduzione di una «quinta libertà» da aggiungere a quelle tradizionali di circolazione di merci, persone, capitali e servizi. Questa nuova libertà riguarda innovazione, conoscenza e competenze, tre pilastri che dovrebbero diventare parte integrante del mercato unico.

Secondo Letta, il riconoscimento formale di questa libertà permetterebbe di valorizzare il ruolo delle università, della ricerca e delle startup tecnologiche, rafforzando un ecosistema che oggi soffre di ritardi strutturali. Il dato sulla supremazia cinese nelle classifiche universitarie – con dieci atenei tra i primi quindici a livello globale, contro uno solo quindici anni fa – è per Letta un segnale d’allarme che l’Europa non può ignorare.

L’integrazione di ricerca e innovazione nel cuore del progetto europeo, ha spiegato, è la condizione per colmare questo divario e attrarre talenti che oggi guardano altrove, in particolare in Asia o negli Stati Uniti.

Sovranità digitale e vulnerabilità europea

Il concetto di sovranità digitale europea è emerso con forza in un passaggio in cui Letta ha citato un episodio legato a Elon Musk. Nel 2022, l’imprenditore americano scrisse agli ucraini un tweet poi cancellato: «Se vi disconnetto, crollate in un minuto». Per Letta, quell’affermazione evidenzia la dipendenza europea da infrastrutture gestite da attori extraeuropei e la conseguente vulnerabilità in termini di sicurezza.

«Se qualcuno dall’estero può dirci una cosa simile, lì abbiamo il nostro problema principale» ha osservato. La sicurezza, ha aggiunto, non riguarda solo la produzione di armi o l’aumento degli eserciti, ma prima di tutto la capacità di garantire indipendenza tecnologica, energetica e finanziaria. Le minacce più rilevanti per l’Europa nei prossimi anni, ha detto, non saranno convenzionali, ma di natura cyber.

Autonomia strategica e cybersecurity

Letta ha insistito sull’importanza di un approccio diverso al concetto di autonomia strategica. Non un discorso «contro qualcuno», ma la necessità di rafforzare la resilienza europea in un contesto di minacce ibride. Per l’Europa significa investire in infrastrutture digitali sicure, in reti resilienti e in capacità di protezione dai cyberattacchi.

Il tema della cybersecurity diventa quindi parte integrante della politica industriale, al pari degli investimenti in energia o nei servizi finanziari. La dipendenza tecnologica dall’esterno, ha sottolineato, può tradursi in rischi immediati non solo per i governi, ma anche per le imprese e i cittadini.

Tecnologia, geopolitica e ricerca

Il discorso ha toccato anche i rapporti internazionali, con un riferimento all’incontro di Tenin in Cina, dove la presenza dell’India è stata interpretata da Letta come un potenziale rischio per l’Europa. Un’alleanza più stretta tra Pechino e Nuova Delhi, ha spiegato, potrebbe alterare gli equilibri globali e ridurre ulteriormente lo spazio d’azione europeo.

Allo stesso tempo, però, l’Europa può cogliere l’opportunità di attrarre studenti e ricercatori indiani che oggi trovano maggiori ostacoli ad accedere agli Stati Uniti. Rafforzare i legami accademici e scientifici, per Letta, significa consolidare la capacità tecnologica europea e ridurre la dipendenza dalle potenze esterne.

L'articolo Letta: “Per competere su scala globale servono campioni europei e libertà di innovazione” proviene da Innovation Post.

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