Libia: individuati i primi casi di febbre Q, una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo

Il Centro nazionale per la ricerca sulle malattie tropicali e transfrontaliere ha annunciato il rilevamento dei primi casi di febbre Q in Libia, dopo aver identificato infezioni in due greggi di pecore, segnando – secondo gli esperti – la prima volta che la malattia viene segnalata nel Paese. La febbre Q è una zoonosi, ovvero una malattia che può colpire sia gli animali sia l’uomo, causata dal batterio Coxiella burnetii. Il centro ha spiegato in una nota che l’infezione umana può manifestarsi in forma acuta o cronica, con modalità di trasmissione principalmente legate all’inalazione di particelle contaminate provenienti da terreno, polvere o secrezioni animali. Secondo i ricercatori, la Coxiella burnetii è un batterio altamente resistente alle condizioni ambientali avverse – come calore, secchezza e agenti chimici – e può sopravvivere per mesi o anni al di fuori dell’organismo ospite. Negli animali infetti, spesso asintomatici, la malattia può tuttavia causare aborto spontaneo, endometrite, mastite e sterilità.

Negli esseri umani, la febbre Q si manifesta con sintomi quali febbre alta, tosse, mal di testa, diarrea, nausea, dolori muscolari e articolari, mentre nei bambini i sintomi tendono a essere più lievi. Il centro ha inoltre messo in guardia dai rischi per le donne in gravidanza, segnalando che l’infezione può provocare aborto, morte fetale, parto prematuro o ritardo della crescita intrauterina, a causa di complicanze legate a trombosi e insufficienza placentare. Le autorità sanitarie hanno avviato una ricognizione epidemiologica per individuare l’origine dei focolai e contenere la diffusione della malattia, annunciando il coordinamento con i ministeri e gli organismi competenti “non appena saranno completate le analisi di laboratorio sulle campionature raccolte”.

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