Magenta, ieri sera al Fornaroli il ricordo dei sanitari uccisi a Gaza

Molte le persone che si sono radunate ieri sera davanti all’ospedale Fornaroli di Magenta per ricordare i 1.677 operatori sanitari uccisi a Gaza negli ultimi due anni. Un flash mob che ha visto la partecipazione di cittadini di ogni età, uniti dal desiderio di accendere una luce di speranza per il popolo palestinese e ribadire il diritto universale alla vita e alla salute. In molti hanno portato candele, cartelli e bandiere per dare un segnale visibile di solidarietà, in contemporanea con altre piazze italiane.
«La morte di medici, infermieri e personale sanitario rappresenta uno dei volti più drammatici del genocidio che sta accadendo sotto i nostri occhi – ha dichiarato Luca Rondena, dirigente del Partito Democratico –. Perché se uccidi chi cura e protegge la vita, vuoi distruggere ogni speranza di guarigione e di futuro. Non restiamo indifferenti: continuiamo a fare rumore per Gaza, per la pace».
Al suo fianco anche il consigliere comunale Enzo Salvaggio, che ha sottolineato la forza simbolica del momento: «Ad ogni nome letto il pensiero è corso ai loro studi, al sapere maturato, alla dedizione quotidiana nel prendersi cura delle persone. Quante mani sottratte a bambini, donne e uomini che oggi avrebbero ancora bisogno di loro… Grazie a chi ha reso possibile questo incontro di pace, radunando un popolo che chiede giustizia per gli innocenti e un futuro per chi soffre e ancora muore».
La manifestazione ha trasformato per una sera il piazzale dell’ospedale in un luogo di memoria e resistenza civile, dove silenzi e preghiere si sono alternati a canti e riflessioni. La serata si è chiusa con le voci e le speranze di tanti giovani, che hanno scelto di farsi testimoni di un impegno nonviolento per la pace in Medio Oriente, nella convinzione che solo la mobilitazione dal basso possa smuovere le coscienze e riportare la questione palestinese al centro dell’agenda internazionale.
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