Migranti e rifugiati, le fatiche non vincono la speranza

Ottobre 5, 2025 - 15:30
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Migranti e rifugiati, le fatiche non vincono la speranza
Foto Vatican News

Missionari di speranza. Il titolo scelto per il Giubileo dei migranti, e per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che la Chiesa celebra tra sabato 4 e domenica 5 ottobre, ha toni abissalmente lontani da quelli che caratterizzano la narrazione pubblica sulle migrazioni, e il dibattito politico che la orienta e la distorce. La Giornata giubilare, e il relativo Messaggio papale, hanno invece contenuti consonanti con la realtà, con le sue ombre e le sue luci, che tante persone e tante comunità sperimentano nel proprio quotidiano. Anche nei territori ambrosiani.

La Caritas diocesana è testimone delle fatiche determinate dall’impatto dei flussi migratori sulla realtà milanese e lombarda. Il Rapporto sulla povertà nella diocesi ambrosiana, pubblicato a fine settembre, evidenzia che Caritas, attraverso le sue declinazioni parrocchiali e i suoi servizi specialistici (anzitutto il Sai – Servizio accoglienza immigrati), nel 2024 ha incontrato, ascoltato, orientato e aiutato almeno 12.500 persone migranti (in realtà molte di più, se si pensa che il campione dell’indagine è composto da 187 dei 407 centri d’ascolto operanti in diocesi).

L’incidenza dei migranti sul totale delle persone ascoltate e supportate è tornata ad aumentare (raggiungendo il 65,5%, rispetto al 60,9% del 2020), dopo la parentesi costituita dagli anni del Covid, in cui si era relativamente ampliata la componente di cittadinanza italiana. Quasi 4 su 5 degli immigrati aiutati (esattamente il 79,6%) è presente in Italia con un regolare titolo di soggiorno, ma nel campione Caritas la percentuale degli irregolari (15,2%) è in costante aumento da un quadriennio e ha raggiunto i valori più alti dal 2008, sospinta dal boom di richieste da parte di migranti dal Perù.

«Questi incrementi – avverte Erica Tossani, direttrice di Caritas Ambrosiana – sono la spia delle incongruenze che caratterizzano il sistema di norme sull’immigrazione, europee e nazionali. Il governo degli ingressi, e a valle le politiche di accoglienza e integrazione, mostrano rigidità e lacune evidenti a tutti. Noi facciamo la nostra parte per affrontare i problemi che l’immigrazione non governata scarica sulle vite di tante persone e nei territori. E sappiamo per esperienza, senza essere scriteriati né ideologici, che anche su questo fronte la speranza è virtù praticabile. Dice papa Leone nel Messaggio per la Giornata mondiale e il Giubileo: se “migranti e rifugiati sono riconosciuti come fratelli e sorelle (…) possono esprimere i loro talenti e partecipare pienamente alla vita comunitaria”».

Il lavoro del “Sistema Caritas”, che attorno al perno dell’organismo pastorale diocesano vede operare ogni giorno diverse realtà di terzo settore, è imponente anche sul versante dell’accoglienza di richiedenti asilo e migranti di recente arrivo. A luglio 2025, le cooperative sociali Farsi Prossimo, L’Arcobaleno, Intrecci, Sociosfera e Novo Millennio accoglievano ben 927 persone (617 nel capoluogo e Città metropolitana, 75 in provincia di Varese, 110 in quella di Lecco, 125 a Monza e Brianza), ospiti di strutture inserite nel sistema pubblico di accoglienza (408 in prima accoglienza nei Cas, 505 in seconda accoglienza nei Sai, 14 in esperienze di Corridoi umanitari).

«Anche in questo caso – osserva don Paolo Selmi, condirettore Caritas – operiamo con convinzione e umanità, assumendoci la responsabilità di collaborare con le istituzioni, pur non condividendo alcune scelte politiche e normative che, negli ultimi anni, hanno indebolito il sistema dell’accoglienza. Per esempio garantiamo a nostre spese, con notevoli risorse, i servizi di educazione linguistica, orientamento legale e accompagnamento psicologico non più coperti dagli ultimi capitolati dei Cas. Ci danno dei buonisti, ma noi crediamo che un’immigrazione governata con umanità e generosità sia una soluzione buona per tutti: doverosamente rispettosa della dignità di chi arriva; vantaggiosa, non solo in termini economici e demografici, ma anche sul versante culturale e persino di fede, per chi è chiamato ad accogliere».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia