Prete condannato per abusi, dalla Diocesi di Bolzano l’incarico in una pastorale a contatto con bambini: esplode il caso

Settembre 4, 2025 - 14:00
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Prete condannato per abusi, dalla Diocesi di Bolzano l’incarico in una pastorale a contatto con bambini: esplode il caso

È la diocesi italiana che più di tutte ha provato, con esiti dai giudizi ambivalenti, ad indagare e “fare giustizia” in merito ai numerosi casi di pedofilia al suo interno nei decenni passati. Ma in Alto Adige le polemiche per le ultime mosse della diocesi di Bolzano e Bressanone non si placano.

A far discutere in particolare la scelta di nominare don Giorgio Carli a collaboratore pastorale in Alta Pusteria in contatto con i bambini di 14 oratori sparsi nella valle. Un sacerdote dal “curriculum” indigesto: per oltre vent’anni è stato al centro di lungo iter giudiziario per l’accusa di abusi, come ricorda l’Ansa. In particolare nel 2009 fu prosciolto per prescrizione in Cassazione (dopo una pesante condanna in secondo grado) per abusi su un minore, ma nel 2013 il Tribunale civile condannò, in solido fra loro, la diocesi di Bolzano e Bressanone e la parrocchia San Pio X di Bolzano al risarcimento di complessivamente 700mila euro alla vittima di don Carlo.

Nei giorni scorsi la scelta, comunicata dalla Diocesi guidata dal vescovo Ivo Muster, di trasferire don Carli alla pastorale della Val Pusteria a partire da settembre, a contatto con bambini e adolescenti. Per il prete saranno presi degli accorgimenti: l’attività pastorale si svolgerà in presenza di altri adulti.

Nel caso di don Giorgio Carli “sono state stabilite le seguenti misure: accompagnamento psicologico, attività pastorale con bambini e adolescenti solo in presenza di altri adulti e monitoraggio costante da parte di referenti designati”. Il vescovo, Ivo Muster, riferisce ancora la nota della Diocesi, sottolinea di “assumersi consapevolmente la responsabilità per l’impiego di don Giorgio Carli, sulla base delle raccomandazioni del gruppo di esperti e delle circostanze esistenti”.

C’è chi però, anche all’interno della Chiesa, non è felice della decisione presa dal vescovo. È il caso di don Gottfried Ugolini, gestore dello sportello di ascolto dedicato proprio ai fedeli che intendono denunciare abusi. “Capisco pienamente lo sconcerto delle persone che mi stanno chiamando. Molte sono vittime di abusi entrate a fare parte del nostro progetto che si chiama “Il coraggio di guardare”. Mi dicono: ma come è possibile? Allora ci state prendendo in giro? Io penso che abbiano ragione loro, le vittime, e che stiamo sbagliando noi” dice in un’intervista a La Stampa don Ugolini.

Il sacerdote, nonostante la posizione chiara del vescovo Muster, intende chiedere al capo della Diocesi un intervento: “Chiederò che don Carli faccia un passo indietro o, almeno, che venga affidato a ruoli amministrativi, lontano dai bambini”. Sul caso intervien anche l’avvocato Gianni Lanzinger, che difese la vittima in tutti e tre i gradi di giudizio, e che riconosce un minimo progresso: “Affidare al prete un percorso rieducativo e psicologico è un passo avanti. Ma la decisione doveva arrivare molto prima”.

Lo studio legale specializzato in abusi nella chiesa ‘Westpfahl-Spilker-Wastl‘ di Monaco di Baviera aveva fatto emergere, a seguito della presa visione degli archivi diocesani dal 1964 al 2023, 41 sacerdoti accusati, 29 fatti confermati, 75 persone coinvolte, e 24 casi in cui era stata riscontrata una condotta erronea o inappropriata da parte dei responsabili ecclesiastici.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia