Ridate a Mita ciò che è di Patrizia

Perché la TV italiana ha bisogno (urgente) di donne come lei?!
Non serve vedere il film “Nun ve trattengo”, il biopic su Franco Califano, per riscoprire una protagonista autentica dello spettacolo italiano che si chiama Mita Medici (Patrizia Vistarini all’anagrafe).
Ma vederlo, in fondo, aiuta. Aiuta a riaccendere un ricordo, a recuperare un’immagine nitida, a rimettere a fuoco quel carisma sobrio e magnetico che Mita ha sempre avuto. Aiuta a rientrare in contatto con una figura che ha attraversato decenni di cultura popolare italiana con discrezione e intelligenza, lasciando segni ovunque sia passata.
Ed è proprio per questo che oggi, più che mai, ci viene da dire: ridate a Mita ciò che è di Patrizia.
Non è solo un volto amato degli anni Settanta, non è solo un’attrice, una conduttrice, una cantante, una ballerina, una presenza scenica totale: Mita Medici è un tassello importante della cultura popolare e artistica italiana, una figura che ha rappresentato, senza proclami e senza forzature , un nuovo modello di donna, libera, autonoma, moderna, vera.
Eppure oggi, nel 2025, la televisione italiana tace.
Un’artista completa, una carriera densa
Cinema, fiction, teatro, musica, varietà, fotoromanzi, programmi musicali, conduzione in diretta, grandi sceneggiati, tournée… Mita Medici è stata tutto.
Dai film giovanili agli show televisivi di punta degli anni ’70 e ’80, fino alla fiction moderna (Un posto al sole, Centovetrine), è una delle pochissime artiste italiane capaci di attraversare interi decenni mantenendo sempre coerenza e credibilità.
Il suo talento era completo, sì, ma ciò che colpiva (e colpisce ancora) è la presenza. Quella capacità di stare in scena senza strafare. Di farsi ascoltare senza urlare.
Un’arte che oggi manca. O viene lasciata in panchina.
Una donna moderna prima che fosse di moda
Mita non era solo una bellezza da copertina (e lo è stata), ma un simbolo silenzioso di emancipazione.
Negli anni in cui la televisione era ancora dominata da modelli femminili stereotipati, lei portava in scena una donna indipendente, consapevole, colta, piena di interessi.
Un riferimento culturale anche fuori dai riflettori: vicina ai temi del sociale, della libertà, dell’identità femminile, molto prima che diventasse un trend mainstream.
Perché Mita servirebbe oggi alla TV
In un momento in cui il piccolo schermo arranca tra talent preconfezionati e volti intercambiabili, servirebbero più che mai figure come Mita Medici: donne capaci di rappresentare un mondo, non solo se stesse.
Non serve inventare un programma “per farle fare qualcosa”.
Mita potrebbe fare qualsiasi cosa, con classe e profondità.
Alcuni esempi reali:
- Un programma che racconta l’universo femminile in tutte le sue età: chi meglio di lei, che ha vissuto ogni stagione della donna sotto i riflettori e nella vita reale, potrebbe guidarlo?
- Una rubrica serale di cultura popolare: cinema, teatro, musica, società, lei li conosce da dentro.
- Una trasmissione sulla memoria collettiva, ma senza nostalgia sterile: raccontare l’Italia attraverso le donne che l’hanno vissuta.
- Un programma musicale d’autore, dove artisti, parole e note si incontrano con misura.
La TV dimentica, ma noi no
La TV ha il dovere di non ignorare il talento che invecchia, ma di riconoscere il suo valore nel tempo.
Troppo spesso le donne sopra i 60, anche se intelligenti, carismatiche, belle, piene di esperienza, vengono messe da parte, come se la maturità fosse un difetto e non una risorsa.
Eppure basterebbe poco: una scrivania, una luce calda, un microfono. E lei.
A raccontarci storie. A condurre. A spiegare. A farsi ascoltare. A esserci.
Come solo Mita sa fare.
Insomma, ridate a Mita ciò che è di Mita.
Ridatele uno spazio che non è solo “di visibilità”, ma di espressione, contenuto, riconoscimento.
Perché non si può costruire un presente interessante se si ignora chi ha costruito il passato con grazia e sostanza.
Mita non ha bisogno della TV per essere credibile.
È la TV che ha bisogno di Mita per tornare a esserlo.
di Merry Diamond
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