Codice degli Incentivi: parte la riforma per semplificare e rilanciare gli aiuti alle imprese

Settembre 24, 2025 - 16:00
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Codice degli Incentivi: parte la riforma per semplificare e rilanciare gli aiuti alle imprese

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Avviato l’esame parlamentare del decreto che punta a razionalizzare il sistema delle agevolazioni, digitalizzare le procedure e valorizzare inclusione, lavoro giovanile e natalità. Riconosciuti anche i lavoratori autonomi. L’analisi di Confprofessioni sulla riforma del codice degli incentivi.


di Laura Ciccozzi, Confprofessioni

Un nuovo impianto normativo per gli incentivi

Il 17 settembre ha preso ufficialmente il via, presso la Commissione Attività Produttive della Camera e la Commissione Industria del Senato, l’esame del Codice degli Incentivi, il decreto legislativo che rappresenta la prima attuazione della delega conferita al Governo con la legge 160/2023, con l’obiettivo di riformare in profondità il sistema di agevolazioni alle imprese.

Razionalizzazione e semplificazione: le due direttrici della riforma

La riforma si propone di armonizzare la normativa in materia di incentivi, raccogliendola in un corpus unico, e di razionalizzare l’offerta, superando la frammentazione attuale. Per Confprofessioni, si tratta di un intervento necessario, dopo anni di misure eterogenee e procedure complesse, aggravate dagli interventi emergenziali post-pandemia e dalle tensioni internazionali causate dal conflitto russo/ucraino.

Una definizione estesa di impresa: inclusi i lavoratori autonomi

Tra le novità più rilevanti, il Codice introduce una definizione estesa di impresa, in linea con la normativa europea: rientrano anche i lavoratori autonomi, disciplinati all’articolo 7.

Settori esclusi e autonomia regionale

Sono esclusi dalla riforma gli incentivi destinati ai settori agricolo, forestale, pesca e acquacoltura. Invece, le agevolazioni fiscali e contributive sono incluse, pur con un regime speciale. Viene inoltre salvaguardata l’autonomia delle Regioni, che potranno continuare a definire bandi specifici in base alle esigenze territoriali.

Digitalizzazione e superamento del “click day”

Il PNRR stanzia 10 milioni di euro per potenziare gli strumenti digitali del MIMIT, come il Registro nazionale degli aiuti di Stato e la piattaforma “Incentivi.gov.it”. L’obiettivo è digitalizzare l’intero ciclo di vita degli incentivi, superando il famigerato “click day” e introducendo l’intelligenza artificiale per la gestione automatizzata delle domande.

Le quattro forme di incentivo e il “bando tipo”

Il Codice, composto da 28 articoli, disciplina tutte le fasi del processo incentivante: dalla programmazione alla progettazione, dall’attuazione alla valutazione. Il Capo III definisce per la prima volta le quattro principali forme di incentivo: contributo a fondo perduto, finanziamento agevolato, garanzie su operazioni finanziarie e intervento nel capitale di rischio. Prevista anche l’elaborazione di un “bando tipo” da parte del MIMIT.

Inclusione e natalità: nuovi criteri premianti

L’articolo 8 introduce nuovi criteri premianti per l’accesso alle agevolazioni: oltre al rating di legalità e alla certificazione della parità di genere, vengono valorizzati l’assunzione di persone con disabilità, il lavoro giovanile e femminile, e il sostegno alla natalità. Questi elementi daranno diritto a punteggi aggiuntivi, riserve di risorse e maggiori importi agevolabili.

Controlli, esclusioni e tutela dell’occupazione

Per la prima volta, il Codice prevede una disciplina organica sulle cause di esclusione, sul contrasto alla delocalizzazione e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, razionalizzando le norme esistenti e introducendo nuovi strumenti di controllo.

Un Tavolo permanente per il coordinamento

Infine, per migliorare il coordinamento tra amministrazioni centrali e regionali, sarà istituito un Tavolo permanente degli incentivi, pensato come sede stabile di confronto e regia unitaria delle politiche di sostegno.

Incentivi come leva strategica per la crescita

Secondo Confprofessioni, l’obiettivo della riforma è chiaro: trasformare gli incentivi in leve strategiche di politica industriale, capaci di orientare gli investimenti, sostenere la crescita e rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, in sintonia con le priorità nazionali ed europee.

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