Sulla Flotilla ci sono eroi di cui tutti dovremmo essere fieri

Ottobre 1, 2025 - 15:30
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Sulla Flotilla ci sono eroi di cui tutti dovremmo essere fieri

Il mio amico Marco è ormai al suo decimo giorno di navigazione verso Gaza. Fa parte della missione Global Sumud Flotilla e con lui sono in viaggio altri 500 attivisti, provenienti da 44 Paesi, su 50 barche. È la più grande e coraggiosa missione umanitaria della storia moderna. Coraggiosa perché non è ufficialmente supportata o protetta da alcun governo o organismo internazionale. Una missione partita dal basso, pacifica, rispettosa del diritto internazionale perché naviga in acque internazionali, e commovente. Commovente come ogni volta che vedo Marco su quella barca, con la pelle bruciata dal sole e gli occhi lucidi. Mi commuovo perché immagino quanto possa essere difficile tutto questo per lui, che è abituato a lavorare sempre dietro le quinte, a testa bassa, e che ora si trova, suo malgrado, a essere tanto esposto. Solo perché non è riuscito più a stare con le mani in mano.

Quando, la scorsa settimana, in aula alcuni senatori di destra hanno detto che su quelle barche c’erano influencer in crociera, ho urlato indignata che dovevano vergognarsi, perché chi sta su quelle barche avrebbe certamente preferito stare nella sua casa con la sua famiglia. Quei cittadini sono degli eroi, loro malgrado! Eroi costretti a essere tali dall’inerzia dei governi che, per due anni, hanno assistito senza muovere un dito allo sterminio di un popolo da parte di un esercito che ha bombardato ospedali, scuole, chiese, causando 60.000 vittime, tra cui 20.000 bambini. Su quelle barche, insieme a Marco, ci sono tanti operatori sanitari, medici e infermieri, che hanno scelto di imbarcarsi perché non possono più entrare a Gaza via terra, dato che sono chiusi da mesi tutti i corridoi, anche per i soccorritori. Stanno andando a portare sollievo ai loro pochi colleghi che ancora operano nella Striscia e sono ormai stremati dal curare corpi dilaniati e bambini scheletrici.

Su quelle barche con Marco c’è tutta l’umanità. Ci sono degli esseri umani di cui tutti dovremmo essere fieri. Ci siamo tutti noi, che vogliamo la fine di questa barbarie e vogliamo veramente che torni la pace. Non è importante quante medicine o pacchi di riso alla fine si riescano a consegnare, ma è determinante dimostrare che si può tendere una mano a un popolo stremato. Oggi Marco ci ha detto che la paura è il sentimento più frequente, ultimamente, dopo che diverse barche, tra cui la sua, sono state colpite da droni che ne hanno distrutto le vele. Gli è stato chiesto di fermarsi. Sanno bene che stanno rischiando la vita. Il punto è che non dovrebbero essere dei comuni cittadini a rischiare la vita per dimostrare che c’è ancora un’umanità che resiste all’orrore e non si arrende all’inerzia.

Le grandi rivoluzioni nascono sempre dal coraggio dei cittadini. Del resto, proprio oggi, 82 anni fa, il 30 settembre 1943, si concludevano le Quattro giornate di Napoli e, grazie all’insorgere della popolazione civile, la mia città veniva liberata dall’occupazione nazista. Anche allora quei cittadini avrebbero potuto aspettare i tempi della diplomazia, ma scelsero di non voler più stare a guardare lo sterminio degli ebrei e si schierarono dalla parte giusta della storia. Oggi la parte giusta della storia è quella della Global Sumud Flotilla e della sua compagine di terra, che siamo tutti noi. Sono le centinaia di migliaia di persone che stanno scendendo in piazza in tutta Italia per chiedere di bloccare il traffico di armi verso Israele, di estendere la protezione diplomatica ai nostri concittadini sulla Flotilla e di proteggere quelle fragili e coraggiose barche. I prossimi tre giorni saranno i più difficili, perché le barche dovrebbero raggiungere Gaza. Dobbiamo tenere tutti i nostri occhi sulla missione, perché da quelle barche passa il futuro della nostra umanità e il senso di essere umani.

Buon vento, amico mio. Buon vento, coraggiosi eroi moderni. Mi auguro che la vostra determinazione spinga il governo israeliano ad una mediazione affinché possiate raggiungere la costa in sicurezza. E quando arrivate a Gaza abbracciate quei bambini anche per tutti noi. E date loro tutti i biscotti e la marmellata che avete portato.

*Vicepresidente del Senato

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia