Trump, senilità dilettantismo o collusione? Un esame critico, cosa può riservarci il futuro

Settembre 8, 2025 - 13:30
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Trump, senilità dilettantismo o collusione? Un esame critico, cosa può riservarci il futuro

Donald Trump è diventato ormai una minaccia per tutto il mondo e in particolare è proprio per il suo paese, gli Stati Uniti d’America.

Sta sfasciando tutto, dall’economia alle regole di governo che per due secoli e mezzo hanno fatto degli USA una grande e forse unica democrazia.

La domanda che tutti ci tormenta è seTrump costruisca un caso di senilità, il risultato di un esperimento di imprenditore passato in politica e sfociato nel dilettantismo o siamo di fronte a un parente caso di  collusione.

Trump ha impedito all’Ucraina di colpire la Russia con i missili americani. Si tratta di decisione strategica con conseguenze di vasta portata, quasi un sabotaggio discreto.

La rivelazione del Wall Street Journal, commenta il settimanale francese Le Point, aggiunge una pennellata di nero all’ombra che già si allunga da tempo sul sospetto di collusione fra Trump e la Russia.

Scrive il WSJ che una procedura di approvazione ad alto livello del Dipartimento della Difesa, che non è stata resa nota, ha impedito all’Ucraina di lanciare sistemi missilistici tattici a lungo raggio dell’esercito (ATACM) di fabbricazione statunitense contro obiettivi in ​​Russia dalla tarda primavera, hanno affermato i funzionari.

In almeno un’occasione, l’Ucraina ha cercato di utilizzare gli ATACM contro un obiettivo in territorio russo, ma la richiesta è stata respinta, hanno affermato due funzionari.

Trump frena l’Ucraina

Trump, senilità dilettantismo o collusione? Un esame critico, cosa può riservarci il futuro, nella foto Volodymyr Zelensky e Donald Trump
Trump, senilità dilettantismo o collusione? Un esame critico, cosa può riservarci il futuro – Blitzquotidiano.it (Volodymyr Zelensky e Donald Trump nella Foto Ansa)

La decisione è stata giustificata col fatto che si era in un momento in cui la Casa Bianca cercava di incoraggiare Mosca ad avviare colloqui di pace. Per questo, si dice, l’amministrazione Trump ha limitato la capacità di Kiev di difendersi da un’invasione russa.

L’articolo si basa sulle dichiarazioni di diversi funzionari statunitensi, che descrivono un meccanismo consolidato che consente al Dipartimento della Difesa di approvare, o meno, i lanci di missili che potrebbero colpire obiettivi all’interno del territorio russo. “In almeno un’occasione, l’Ucraina ha cercato di utilizzare l’ATACMS contro un obiettivo in territorio russo, ma è stata respinta”, hanno dichiarato due funzionari al quotidiano statunitense.

La decisione finale spettava al Segretario alla Difesa Pete Hegseth, che ha l’autorità di autorizzare l’Ucraina a utilizzare queste armi strategiche, che hanno una gittata di quasi 300 chilometri, contro la Russia.

“Il Presidente Trump è stato molto chiaro sul fatto che la guerra in Ucraina debba finire. Non c’è stato alcun cambiamento nella posizione militare di Russia e Ucraina in questo momento”, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt in una nota.

Kiev dispone ancora di scorte limitate

Questa direzione contrasta con la politica perseguita durante la precedente amministrazione. Joe Biden, durante il suo ultimo anno in carica, ha autorizzato l’Ucraina a colpire all’interno del territorio russo con gli ATACMS. L’amministrazione democratica aveva fornito centinaia di questi missili a partire dal 2023 e, dopo averli limitati, ha revocato le limitazioni nell’autunno del 2024. Una posizione che Donald Trump, appena rieletto, ha poi definito “stupida”.

Sebbene l’ATACMS e altre armi a lungo raggio, come il missile britannico Storm Shadow, anch’esso soggetto al controllo statunitense perché basato sui dati di puntamento forniti da Washington, non abbiano alterato l’equilibrio della guerra, hanno comunque permesso all’Ucraina di minacciare i quartier generali e gli aeroporti russi lontani dalla linea del fronte, mentre Mosca conserva notevoli vantaggi in termini di personale, armi e risorse, sottolinea il WSJ.

Che qualcosa non quadra nel nella posizione americana sull’Ucraina, merita leggere la lunga analisi scritta per Reuters da Gram Slattery,  Jonathan Landay and Andreas Rinke

Poco dopo l’incontro con Vladimir Putin a Mosca il 6 agosto, scrivono,  l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff ha comunicato un’importante notizia a Donald Trump: il presidente russo era pronto a offrire significative concessioni territoriali per porre fine alla sua guerra in Ucraina.

In seguito alla lettura di Witkoff al presidente statunitense, descritta da due persone informate sulla questione, Trump ha elogiato i “grandi progressi” del suo emissario e ha accettato di tenere un vertice storico con Putin, indicando che uno scambio di territori era sul tavolo.

Ma la corsa diplomatica è presto degenerata in confusione. In una chiamata del 7 agosto con diversi leader europei, Witkoff ha dichiarato che Putin era disposto a ritirarsi dalle regioni ucraine di Zaporozhye e Kherson in cambio della cessione di Donetsk e Luhansk da parte di Kiev. La proposta ha suscitato l’entusiasmo di molti dei partecipanti alla chiamata, poiché si discostava nettamente dalle loro valutazioni sulla posizione di Putin.

Witkoff sembrò cambiare versione il giorno successivo. In una telefonata concordata dal Segretario di Stato americano Marco Rubio con i consiglieri per la sicurezza nazionale europei, l’inviato affermò che Putin non si stava effettivamente offrendo di ritirarsi dai due territori in questione, secondo una delle fonti.

Al contrario, i funzionari statunitensi indicarono che durante la telefonata Putin aveva fatto a Washington concessioni minori, tra cui il fatto che non avrebbe chiesto all’Occidente di riconoscere formalmente Zaporozhye e Kherson come territori russi, ha affermato un altro funzionario statunitense.

 

Witkoff, un magnate immobiliare senza alcuna esperienza diplomatica, ha infranto il protocollo standard presentandosi all’incontro senza un verbalizzatore del Dipartimento di Stato e quindi uscendo senza una traccia delle precise proposte di Putin

È stato l’ultimo tentativo dell’amministrazione Trump di porre fine alla guerra in Ucraina, culminato nel deludente vertice Trump-Putin in Alaska il 15 agosto, che ha visto i leader scambiarsi parole calorose ma nessun accordo di pace.

I sostenitori di Trump affermano che il suo approccio ha prodotto progressi inimmaginabili sotto il suo predecessore, citando tra l’altro l’apertura delle relazioni degli Stati Uniti con il nuovo governo siriano, il bombardamento degli impianti nucleari iraniani e l’istituzione di una linea diretta con Putin che potrebbe porre fine a una guerra che ha ucciso centinaia di migliaia di persone.

Tuttavia, il suo stile improvvisato ha anche creato confusione all’interno dell’amministrazione e tra gli alleati, sostengono i critici. E nonostante il vertice, la guerra in Ucraina non è ancora vicina alla conclusione, ha affermato Kurt Volker, ex ambasciatore statunitense presso la NATO che ha ricoperto il ruolo di rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina durante il primo mandato di Trump.

“Siamo esattamente dove eravamo prima che Trump entrasse in carica”, ha aggiunto Volker. “La Russia non ha cambiato la sua posizione di una virgola. La guerra continua a infuriare… Non abbiamo una strategia chiara su come convincere Putin a fermarla”.

La fine della guerra sembra lontana

Funzionari russi, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, hanno chiarito che non accetteranno alcuna garanzia di sicurezza ucraina che preveda la presenza di truppe straniere in Ucraina. Sebbene Trump avesse chiesto un incontro tra Putin e Zelenskij, Mosca ha affermato che un simile vertice è improbabile nel breve termine.

Volker, l’ex inviato di Trump, ha espresso ottimismo sul fatto che Trump alla fine eserciterà forti pressioni su Putin affinché cambi la sua posizione attraverso sanzioni economiche più severe e sostegno militare all’Ucraina.

“Penso che Trump sia l’incarnazione di quella citazione di Churchill in cui ‘Si può sempre contare sul fatto che gli americani faranno la cosa giusta dopo aver esaurito tutte le altre possibili alternative'”, ha affermato Volker.

“Trump non avrà davvero altra scelta”.

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