Unaprol scrive a Lollobrigida: il Coi sta penalizzando Italia

Roma, 7 ott. (askanews) – Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano, ha inviato una lettera al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a tutela della produzione di olio extra vergine d’oliva della varietà Coratina, “oggi gravemente minacciata da strumentalità burocratiche in ambito COI destinate a creare un evidente vantaggio competitivo per la Spagna”.
Il cuore del problema, denuncia l’Unaprol, è un parametro tecnico “usato come arma politica”: la “rigida e inspiegabile” volontà del COI di non aggiornare il limite massimo sugli Steroli Totali (1000 mg/kg). L’olio di Coratina, pur essendo di altissima qualità e tra i più apprezzati per le sue caratteristiche organolettiche, a causa dei cambiamenti climatici, presenta valori di Steroli inferiori. Come previsto dalle procedure internazionali, l’Italia ha fornito per tre anni prove scientifiche che dimostrano chiaramente la problematica e ha richiesto una deroga specifica per la Coratina, una procedura standard già concessa ad altre varietà italiane ed estere, come la Nocellara o la greca Koroneiki.
“Il veto spagnolo non è un semplice disaccordo tecnico – denuncia Unaprol – è una chiara mossa politica e commerciale, studiata per colpire il principale concorrente della Spagna, senza la deroga, una parte significativa della nostra produzione nazionale sarà penalizzata.
Per il presidente di Unaprol David Granieri “è inaccettabile che una delle nostre cultivar più rappresentative, un’eccellenza del Made in Italy, venga messa in ginocchio da un ostacolo fintamente tecnico-burocratico ma in realtà è una manovra politica. Il mancato inserimento della Coratina tra le cultivar in deroga causerà danni ingenti alla nostra economia agricola-olivicola, proprio in un momento in cui l’Italia, con il Decreto ‘Coltiva Italia’ – prosegue – ha deciso di investire 300 milioni di euro nel settore con l’obiettivo di aumentarne la produzione. Forse il fatto che l’olivicoltura venga riconsiderata come asset strategico per l’agricoltura italiana preoccupa la Spagna. Occorre pretendere regole eque che proteggano i nostri produttori da parametri obsoleti, usati strumentalmente soprattutto all’interno del COI”, conclude Granieri.
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