8 luoghi magici dove ammirare il foliage sulle Dolomiti

Settembre 29, 2025 - 15:30
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8 luoghi magici dove ammirare il foliage sulle Dolomiti

C’è un momento dell’anno, tra la fine di settembre e la metà di ottobre, in cui le Dolomiti si vestono di magia: i boschi si infiammano di colori, le foglie dei larici e delle latifoglie si accendono di oro, rame, porpora, i riflessi si moltiplicano nei laghi, mentre l’aria, più frizzante e pulita, accompagna ogni passo con un senso di meraviglia e silenzio.
L’autunno sulle Dolomiti è un invito ad abbandonare il rumore e ad ascoltare il ritmo lento della natura che si prepara al riposo.

Non tutte le zone rimangono vive durante questo periodo, alcune si chiudono, si addormentano, ma altre (forse le più poetiche) accolgono ancora viaggiatori, escursionisti e amanti della quiete, con panorami e sentieri da sogno. Ecco perché abbiamo selezionato otto luoghi speciali in cui il foliage diventa un’esperienza da vivere con tutti i sensi.

Al “Piz delle Agole” con la chiesetta di San Leonardo

Incastonato nel cuore della Val di Cembra, il percorso che conduce al Piz delle Agole è una carezza per l’anima, soprattutto in autunno: un sentiero ad anello che si percorre con facilità, alternando tratti su strade sterrate a scorci da fiaba, tra boschi di latifoglie, che si accendono con i toni del giallo e dell’arancio.

Salendo piano piano, si arriva a un punto panoramico che lascia senza fiato: il Piz delle Agole regala, infatti, una vista impagabile sulla Val di Cembra, mentre sullo sfondo si distinguono le cime del gruppo Brenta. Passo dopo passo, si incontrano le tradizionali baite in porfido e legno, e poi, come un’apparizione, la chiesetta di San Leonardo, minuscola e antica, con affreschi quattrocenteschi che raccontano storie di fede e bellezza. Non sempre è aperta, ma anche solo vederla dall’esterno, abbracciata dai colori del bosco, è un piccolo privilegio.

Val di Funes, l’incanto delle Odle

Se esiste un’immagine che racchiude l’essenza del foliage sulle Dolomiti, è quella della Val di Funes in autunno. Qui, la meraviglia inizia appena si apre la vallata e le Odle (cime aguzze e severe) si stagliano contro un cielo terso, mentre ai loro piedi i boschi si tingono di colori pastello. È un contrasto potente: la roccia grigia e netta delle montagne che incontra il calore vibrante degli alberi in metamorfosi.

Si cammina tra pascoli e foreste, con il rumore lieve delle foglie che scricchiolano sotto gli scarponi e la luce del sole che filtra tra i rami. Le sfumature cambiano di ora in ora: dall’oro pallido del mattino al rosso ramato del pomeriggio, ogni curva regala una nuova prospettiva, ogni tratto sembra chiedere di essere fotografato, ma soprattutto vissuto.

Lago di Calaita, San Martino di Castrozza

Veduta autunnale del Lago di Calaita, Trentino Alto Adige
iStock
Scorcio autunnale del Lago di Calaita

Non serve andare lontano per trovarsi in un sogno. A pochi passi da San Martino di Castrozza, il lago di Calaita appare come un segreto custodito tra i monti. Le Pale di San Martino, che lo sorvegliano da lontano, si riflettono nelle acque ferme come in uno specchio incantato.

Quando arriva l’autunno, tutto si trasforma. I larici iniziano a mutare colore, virando dal verde brillante al giallo intenso, fino a raggiungere tonalità che sfiorano l’ambra. Camminare lungo le rive del lago in questo periodo è come ritrovarsi in un dipinto impressionista, in cui la luce, le ombre e i riflessi sembrano diretti da un pennello invisibile.

Dalla terrazza panoramica, raggiungibile con una facile passeggiata, il colpo d’occhio è magnifico. E se si arriva poco prima del tramonto, si può assistere all’enrosadira, quel fenomeno unico in cui le Dolomiti si colorano di rosa, arancio e viola, come se il cielo volesse salutare il giorno con un ultimo gesto d’amore.

Giro ad anello delle Cascate di Saént

Nascoste tra i boschi della Val di Rabbi, nel Parco Nazionale dello Stelvio, le Cascate di Saént sono una delle meraviglie più travolgenti di tutto il Trentino, ed è in autunno che rivelano il loro volto più spettacolare.

Il sentiero che permette di raggiungerle è un percorso ad anello che sa alternare momenti di intensa bellezza naturale a pause di pura contemplazione. Mentre si sale, il suono dell’acqua che precipita accompagna come una colonna sonora, poi, all’improvviso, le cascate appaiono: fragorose, spumeggianti, piene di energia, in una nuvola d’acqua e luce.

E intorno, i larici diventano fuoco, le foglie esplodono in mille tonalità, e il cielo, limpido come solo in autunno sa essere, rende il contrasto ancora più intenso.

Cima dei Paradisi, Valle del Vanoi

Esistono luoghi che non si lasciano conquistare facilmente, che richiedono fatica e determinazione, ma sanno ricompensare con paesaggi capaci di toccare corde profonde: la Cima dei Paradisi è uno di questi. Nella selvaggia Valle del Vanoi, è una meta riservata a escursionisti esperti, soprattutto in autunno, quando le strade forestali vengono chiuse e l’itinerario parte dal rifugio Refavaie. La lunghezza supera i 17 chilometri, il dislivello i 1000 metri: serve fiato, allenamento e voglia di mettersi alla prova.

Ma ogni sforzo verrà ripagato quando, dopo ore di cammino tra boschi radi e silenzi assoluti, si raggiunge la cima. Il nome non mente: il panorama dalla vetta è davvero paradisiaco. Intorno, una distesa di larici accesi come torce d’oro, cespugli di mirtillo che si tingono di rosso, rocce scolpite dal tempo e un cielo così azzurro da sembrare irreale. All’orizzonte si distinguono le Pale di San Martino, le vette del Lagorai, la maestosa Cima d’Asta.

Foresta di Cajada, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

Nascosta tra le pieghe più silenziose del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, la Foresta di Cajada è un luogo che profuma di mistero e di quiete, l’ideale per chi desidera allontanarsi dalle mete più note e immergersi in un paesaggio ancora intatto, dove la natura detta il ritmo e l’uomo è ospite rispettoso.

In autunno, la foresta si trasforma in un mosaico di colori cangianti. I faggi, protagonisti indiscussi, si vestono di giallo e rame, mentre tra i loro tronchi si insinuano abeti scuri e pini silenziosi, per un contrasto visivo che affascina e sorprende.

Camminare al loro cospetto, con il suono attutito dei propri passi sul tappeto di foglie, è un’esperienza che riconnette con qualcosa di profondo. Non vi sono rumori, né frenesia, solo il fruscio del vento e la luce dorata che filtra tra i rami.

Altopiano di Pradel

Paesaggio autunnale sulle Dolomiti
iStock
Autunno sulle Dolomiti

C’è un modo semplice per sfiorare le Dolomiti e lasciarsi incantare dal foliage senza affrontare lunghe camminate: salire sull’altopiano di Pradel. Dal centro di Molveno parte la cabinovia “La Panoramica”, un nome che già anticipa ciò che si sta per vivere. Durante la salita, lo sguardo abbraccia l’azzurro intenso del Lago di Molveno, i profili aguzzi delle Dolomiti di Brenta e i boschi che si accendono sotto la luce autunnale.

Una volta raggiunti i 1400 metri, l’altopiano si apre come una terrazza naturale, dolce e ampia: prati che si tingono di rosso e ocra, boschi di larici e abeti che si muovono al vento, e un silenzio che avvolge tutto.

Pradel è anche una delle porte d’ingresso per escursioni più impegnative nel gruppo di Brenta, ma chi desidera semplicemente osservare il foliage può restare sui dolci prati, sedersi su una panchina e lasciarsi sorprendere dalla meraviglia.

Lago Federa, Cortina d’Ampezzo

Tra i gioielli nascosti della conca ampezzana, il Lago Federa è una delle mete più suggestive da vivere in autunno: si raggiunge da Cortina d’Ampezzo seguendo uno dei percorsi più panoramici della zona, che si snoda tra boschi, radure e malghe. La salita passa per Malga Federa e può includere il suggestivo sentiero delle cascate Gores de Federa, anche se in presenza di ghiaccio è consigliabile optare per la forestale.

Ma è l’arrivo al lago che lascia davvero senza parole. Incastonato a oltre 2000 metri, il Federa è uno specchio d’acqua trasparente che riflette i colori dei larici, le linee eleganti della Croda da Lago e il profilo inconfondibile del Becco di Mezzodì.

Qui il foliage è ovunque: nelle sfumature dorate delle chiome, nei riflessi che si allungano sull’acqua immobile, nei sentieri silenziosi che si inoltrano tra gli alberi. Lo sguardo si perde verso il gruppo del Sorapis, mentre l’anima si riempie di gratitudine per la bellezza che la natura sa donare.

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Redazione Redazione Eventi e News