A Seveso va in scena la “Vocazione” di Frassati


L’arte e lo spettacolo sono sempre stati un vettore preferenziale per raccontare la vicenda e le opere dei nostri modelli di vita, e la stessa regola vale per i santi. L’ultima a riguardo è una rappresentazione teatrale su Pier Giorgio Frassati, ora santo assieme a Carlo Acutis.
L’opera, che sarà presentata al Centro pastorale ambrosiano di Seveso (MB) in due anteprime giovedì 18 alle 21 e venerdì 19 settembre alle 10.30 (ingresso gratuito, segnalare la presenza a questa pagina), è intitolata Vocazione. Pensieri, riflessioni e letture in memoria di Pier Giorgio Frassati. È stata ideata e realizzata da Christian Di Domenico, attore e pedagogo teatrale. «Confesso che inizialmente non conoscevo la figura di Pier Giorgio Frassati – racconta l’artista -. L’ho scoperto grazie a un altro mio spettacolo teatrale, che spesso porto nelle parrocchie, su padre Pino Puglisi (U Parrinu). Io infatti l’ho conosciuto di persona, ed era un amico di famiglia perché ha sposato i miei genitori. In questa rappresentazione, che ho dedicato alla sua memoria, ho avuto modo di conoscere molti amici sacerdoti e, frequentandoli, sono stato ispirato nella lettura delle biografie di Pier Giorgio Frassati. Quest’anno, con il centenario della sua scomparsa e la sua canonizzazione, mi è sembrato il momento giusto per approfondirne la storia e trasformarla in spettacolo».
Come recita il titolo dell’opera, la vocazione è il filo conduttore di questo monologo teatrale, che alterna il racconto della vita di Frassati alle esperienze personali di Di Domenico, che lo hanno condotto alla carriera di artista. Tra le letture selezionate ci sono alcune lettere del ragazzo e in particolare il racconto degli ultimi giorni del santo, tratto dal libro della sorella Luciana Una vita mai spenta, mio fratello Pier Giorgio Frassati.
A colpire l’artista è stata soprattutto l’intensità della seppur breve esistenza di Frassati, vissuta sempre al servizio degli altri. Anche la scelta dell’università era diventata una sorta di apostolato, dato che i suoi studi in ingegneria mineraria erano appositamente pensati per sostenere i minatori. «Ogni suo obiettivo aveva una ricaduta sociale – sottolinea Di Domenico – ed era rivolto al servizio degli altri, degli ultimi, dei poveri, dei bisognosi, senza mai rinunciare a un percorso condiviso, soprattutto di preghiera».
Un’intensità che ha un contraltare nella società moderna, spesso carica di distrazioni che scaturiscono nella pigrizia e nell’inerzia e che privano della possibilità di aiutare il prossimo. «A me, uomo di ormai 56 anni, interessa soprattutto ispirare i giovani. A ragazzi come mio figlio, che ha appena conseguito la maturità, conoscere la storia di coetanei come Frassati o Acutis può insegnare come dedicare la propria esistenza non solo a se stessi, ma agli altri».
E se Frassati potesse parlare ai giovani d’oggi? «Padre Pino Puglisi – risponde Di Domenico – diceva che quelli che pensano troppo prima di muovere un passo trascorrono la loro vita su un piede solo. Ecco, secondo me Pier Giorgio oggi direbbe: fate il passo, prendete una decisione, prendete una posizione, non siete soli, ci sono anche gli altri e Christian Di Domenico quel passo potete farlo insieme».
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