Albertini: «Acutis e Frassati, lo spot più bello della vera felicità»


Che cos’è la vera felicità? Cosa bisogna fare per essere felici? Domande che attraversano il nuovo e originale libro di don Alessio Albertini, il primo a “far dialogare” i due prossimi santi giovani, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Una iniziativa editoriale di Itl/In dialogo, che ha per titolo Tutta la felicità del mondo. Allenarsi alla vita con Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Il volume è dedicato proprio ai giovani e a chi, accanto a loro, si occupa di educazione: genitori, insegnanti, formatori, allenatori… Amare, sollecita l’autore – sacerdote ambrosiano, parroco di Trezzo sull’Adda, già assistente nazionale del Csi – appare come «l’unica possibilità che è nelle nostre mani per vivere in pienezza la nostra esistenza, diventare santi e raggiungere la felicità piena».
Don Albertini, la santità non è un prodotto da supermercato: lei lo afferma nell’introduzione al libro. Cosa significa?
Viviamo in un tempo in cui basta digitare un tasto del computer o sul nostro smartphone che, senza neppure spostarci dal divano, riceviamo qualsiasi prodotto a casa. Addirittura, anche il cibo già pronto. Se entriamo in qualsiasi supermercato c’è sempre l’angolo delle occasioni da non perdere. Per non parlare dell’attesa spasmodica dei saldi. Tutto sembra facile, acquistabile e a portata di mano. La santità è un lungo cammino fatto anche di fatica e di impegno. A volte guardiamo i santi come se per loro fosse stato tutto facile. Una santità “acquistata” fin dalla nascita. I santi hanno voluto diventarlo e per questo ci hanno messo tutto l’impegno necessario. Non sono solo stati fortunati ma hanno creduto alla sfida che il Vangelo ha lanciato loro.
Santità e felicità vanno di pari passo: è una convinzione che emerge, e si rafforza, leggendo in queste pagine le “testimonianze” di Acutis e Frassati…
Qualcuno ha detto che la vera tristezza della vita è quella di non essere santi. Se l’equazione tiene, vuol dire che la santità non è lontana dalla felicità. “Ride chi abita nei cieli” recita un bellissimo salmo, riferendosi a Dio, il Santo dei Santi. A lui si riferisce un cristiano, diventa il suo modello di riferimento. Acutis e Frassati hanno sempre creduto per tutta la loro vita a questo Dio e mi pare di poter dire che nessuno dei loro contemporanei, soprattutto gli amici più cari, abbiano di loro il ricordo di un volto triste, corrucciato o malinconico. Tutti ricordano il loro sorriso e la loro allegria. Sono lo spot più bello della vera felicità per i giovani d’oggi che credono in un “dio” che lascia nella loro vita un vuoto e un rimorso.
Lei pone in continuo “dialogo” Carlo e Pier Giorgio, due giovani vissuti a quasi un secolo di distanza. La santità può essere intesa come cogliere il senso pieno della vita nell’esistenza quotidiana e nel proprio tempo?
Carlo e Pier Giorgio sono giovani del proprio tempo. Hanno vissuto appieno la loro giovane vita come i giovani che li circondavano: studio, amicizia, preghiera, sport, hobby… portando però la loro originalità. Vivere il proprio tempo non significa per forza uniformarsi o appiattirsi ma trovare anche la forza della creatività che sa valorizzare e, a volte, contrapporsi. Hanno saputo rispondere, secondo me, alla domanda: come posso essere cristiano in questo mondo? Non hanno fatto cose straordinarie. Le loro giornate però non erano monotone, nessuna uguale alle altre perché sapevano godere di ogni momento come se fosse l’unico. Ogni giorno era anche l’occasione per stare con l’amico Gesù, con il quale le sorprese non finiscono mai.
Il libro propone riflessioni con le quali il lettore è chiamato a confrontarsi. Ci sono persino degli “esercizi” da svolgere: brainstorming, training, fitness… È un percorso in cui si è accompagnati da Acutis e Frassati?
Riprendo quello che ho già detto: la santità non è un pacchetto già preconfezionato che una volta acquistato ti mette al riparo da ogni fatica. È una conquista, una mèta che va raggiunta passo dopo passo. Per questa ragione mi sembrava interessante proporre una serie di esercizi che potessero aiutare in questo cammino. Frassati amava le scalate e sicuramente ha dovuto allenarsi per compierle. Acutis, per programmare il computer chissà quante volte ci ha provato prima di trovare la formula giusta. Perché non cogliere questo insegnamento per provare anche noi a fare un piccolo allenamento per la nostra vita?
La felicità – rieccola – “è la tua missione”, leggiamo ancora. È questo il messaggio più vero e complessivo che ci donano i due giovani santi?
La felicità è il grande desiderio di Dio per ogni uomo: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. I giovani Carlo e Pier Giorgio hanno ascoltato e creduto a questa verità e si sono impegnati a rendere felici tutti coloro che hanno incontrato, soprattutto i poveri. Si sono impegnati a rendere felice la vita degli altri. In questo sta il segreto della felicità. Aprirsi, donarsi, regalarsi. Non ripiegati su se stessi ma capaci di uscire. Non una ricerca egoista di una propria soddisfazione o, per dirla con la filosofia del benessere tanto di moda oggi, essere in pace con se stessi, piuttosto essere inquieti per il bene degli altri. A questo compito non hanno rinunciato.
Qual è la tua reazione?






