Automotive, Bruxelles rassicura l’industria: revisione sullo stop ai motori termici “il prima possibile”

Bruxelles – Prosegue il confronto tra la Commissione europea e l’industria dell’automotive. Oggi (12 settembre) i rappresentanti del settore hanno incontrato Ursula von der Leyen e il suo vicepresidente per la strategia industriale, Stéphane Séjourné, nell’ambito del Dialogo sul futuro dell’automobile lanciato a gennaio per dare risposta alla crisi del settore. Un settore che impiega oltre 13 milioni di persone e contribuisce per circa il 7 per cento al Pil dell’Ue. Un settore che ha investito oltre 250 miliardi nella transizione verde, ma che chiede a gran voce di essere preso per mano e accompagnato verso gli ambiziosi obiettivi energetici di metà secolo.
C’erano inoltre da dipanare i dubbi e le aspettative creati dalla stessa presidente, che ha annunciato – nel discorso sullo Stato dell’Unione – una non specificata iniziativa per l’auto elettrica europea. “Vogliamo che il futuro delle automobili – e le automobili del futuro – siano realizzati in Europa”, ha ribadito con un post su X von der Leyen. Il gabinetto di Séjourné ha reso noto, a margine dell’incontro di oggi, che la Commissione europea intende sviluppare una nuova categoria normativa dedicata alle piccole auto elettriche prodotte in Europa, con l’obiettivo di creare un segmento di mercato dedicato alle ‘E-car‘.
Prima dell’incontro, la direttrice generale di ACEA (Associazione europea dei produttori di automobili), Sigrid de Vries, aveva auspicato l’adozione di “un approccio politico pragmatico, più flessibile e tecnologicamente neutrale alla decarbonizzazione del trasporto stradale”. ACEA ha le idee chiare: “La rigida normativa sulle emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni deve essere adeguata alla realtà”. Il che significa che – con una quota di mercato Ue delle auto elettriche a batteria ancora pari solo al 15,6 per cento – serve migliorare “le condizioni abilitanti”: infrastrutture di ricarica e stimoli di mercato. “Incentivi, incentivi, incentivi”, si legge in un comunicato dell’associazione industriale. Per quanto riguarda i furgoni, la cui quota elettrica è dell’8,5 per cento, ACEA invoca “un’attenzione particolare”.
L’esecutivo Ue avrebbe rassicurato i colossi dell’automotive sulla revisione del regolamento che dal 2035 imporrà lo stop a motori termici diesel e benzina: sarà “anticipata il prima possibile”, fa sapere ancora un portavoce del vicepresidente. Con “un’attenzione specifica” per i furgoni, precisa. “Abbiamo ascoltato le preoccupazioni dell’industria e abbiamo concesso la necessaria flessibilità. Combineremo la decarbonizzazione e la neutralità tecnologica”, ha affermato nel pomeriggio von der Leyen.
Le discussioni principali si sono concentrate, secondo una ricostruzione fornita dall’esecutivo Ue, sul rafforzamento della leadership europea nel settore dei veicoli elettrici, sull’accelerazione dell’innovazione nei veicoli autonomi e connessi e sul rafforzamento dell’industria europea di produzione di batterie. Su quest’ultimo punto, la Commissione sta pianificando un investimento di 1,8 miliardi di euro.
In materia di innovazione, è stato firmato un protocollo d’intesa per accelerare la ricerca e l’innovazione nel settore automobilistico a livello dell’UE, con l’obiettivo di “posizionare l’Europa come leader nella mobilità sostenibile e intelligente entro il 2035 e oltre”.
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