Baseball hi-tech: arrivano i robot arbitri, ma restano gli umani
La Major League Baseball si prepara a un passo storico: dal 2026 entreranno in campo i cosiddetti “robot arbitri”, un sistema tecnologico che supporterà, ma non sostituirà del tutto, gli ufficiali di gara dietro casa base. Dopo anni di test nelle leghe minori, durante gli allenamenti di primavera e persino nell’All-Star Game del 2025, la lega americana ha deciso di adottare l’Automated Ball-Strike System (ABS) per i match ufficiali.
Il funzionamento è semplice: l’ABS entra in gioco solo quando viene chiesta una revisione. Ogni squadra avrà due possibilità a partita per contestare una chiamata di ball o strike. Potranno farlo soltanto il lanciatore, il ricevitore o il battitore, e se la sfida risulterà corretta, il team manterrà il proprio credito. In questo modo si cerca di bilanciare precisione tecnologica e ritmo di gioco, con tempi di revisione stimati in appena 15 secondi. Per garantire l’esattezza del sistema, la MLB ha anche annunciato che certificherà ufficialmente l’altezza di ogni giocatore, parametro cruciale per stabilire la zona di strike personalizzata.
Alla base del sistema ci sono 12 telecamere Hawk-Eye disposte attorno al diamante, già utilizzate in sport come tennis e football americano per decisioni millimetriche. Le immagini vengono elaborate in tempo reale grazie a una rete privata 5G fornita da T-Mobile, trasformando ogni lancio in un dato oggettivo e immediatamente verificabile. Non si tratta dunque di un rimpiazzo totale, ma di un compromesso tra il giudizio umano e l’infallibilità della tecnologia.
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