Capelli rovinati dopo l’estate, parla un esperto: “Per quanto tempo evitare la piastra”

Settembre è il mese delle rese dei conti. Non parlo solo del ritorno al lavoro o delle agende che ricominciano a riempirsi, ma anche dello specchio che improvvisamente ci rimanda un’immagine diversa dei nostri capelli.
Le giornate al mare, le ore sotto il sole, i bagni in piscina sembrano un ricordo bellissimo, eppure i riflessi spenti, le punte che si spezzano e quella sensazione di secchezza sono lì a ricordarci che la stagione estiva chiede sempre un prezzo. È come se la chioma, una volta brillante e docile, si fosse caricata di un bagaglio invisibile fatto di vento, salsedine e raggi UV. Una stanchezza che non si misura in chilometri percorsi ma in fragilità dei fusti e perdita di elasticità.
Chi ha provato almeno una volta a passare la mano tra i capelli dopo le vacanze sa che non si tratta di suggestione. Il tocco non scorre più liscio, i nodi si moltiplicano e la lucentezza naturale lascia spazio a un effetto crespo che non perdona. La piastra, fedele alleata di tutto l’anno, sembra improvvisamente un pericolo da cui tenersi lontani, e nasce la domanda che in tanti si pongono: quanto tempo serve davvero per dare respiro alla chioma e farla tornare in equilibrio?
Quanto tempo serve ai capelli per riprendersi dopo il mare
Il primo elemento da considerare è lo stress ossidativo, un processo invisibile ma concreto che accompagna i mesi estivi. I raggi UV penetrano all’interno del fusto e alterano le proteine della cheratina, mentre la salsedine asciuga la fibra lasciandola porosa e il vento moltiplica le rotture.
Anche il cloro, per chi ha passato ore in piscina, contribuisce a cambiare il pH del capello e a renderlo più vulnerabile. È un insieme di fattori che si somma e che non può essere cancellato in pochi giorni con un singolo trattamento. Il risultato è un capello che si presenta più fragile, meno elastico e incapace di riflettere la luce come prima.
La fase successiva è quella del confronto con la quotidianità. A settembre, tra impegni e routine, la tentazione di riprendere subito piastra e phon è forte. Ma è proprio questo l’errore più comune: sottoporre una chioma già provata da agenti esterni a un nuovo stress meccanico o termico. Le doppie punte aumentano, la secchezza si accentua e il rischio di caduta temporanea diventa più evidente. I tricologi lo definiscono effluvio stagionale, un fenomeno che molti vivono come allarme ma che in realtà è spesso fisiologico, aggravato però dalle condizioni della fibra dopo mesi di esposizione.
La buona notizia è che la chioma ha una sorprendente capacità di ripresa, purché le si dia tempo. Non si tratta di un recupero immediato ma di un percorso che richiede alcune settimane, in cui la parola d’ordine dovrebbe essere equilibrio. Non eccedere con i prodotti, non cedere alla tentazione di stratificare maschere e sieri senza criterio, ma scegliere poche formulazioni mirate che possano nutrire e idratare senza appesantire. È qui che entrano in gioco ingredienti come cheratina idrolizzata, aloe o oli vegetali leggeri. Questi aiutano a ripristinare compattezza e luminosità senza soffocare il fusto.
Accanto ai trattamenti cosmetici, il ruolo dell’alimentazione è fondamentale. Spesso ci si dimentica che il capello è una struttura cheratinica che nasce dall’interno e che dipende dall’apporto di nutrienti quotidiani. Proteine di qualità, vitamine e minerali diventano veri alleati nella fase di ripresa. Inserire nella dieta legumi, uova, pesce e frutta secca significa offrire alla fibra capillare gli elementi necessari a ritrovare forza e resistenza. Frutta e verdura di stagione, ricche di antiossidanti, agiscono invece come uno scudo contro i radicali liberi che continuano a danneggiare i tessuti anche dopo l’estate.
Infine, resta la questione più spinosa: quando tornare alla piastra. Non esiste una regola universale ma una linea di buon senso che molti esperti sintetizzano in un periodo di pausa di almeno quattro-sei settimane. Il tempo sufficiente per permettere ai capelli di riequilibrarsi, di recuperare idratazione e di ridurre le microlesioni accumulate.
Anticipare i tempi significa rischiare di mascherare i danni con un effetto solo apparente, capelli che sembrano sani perché lisciati ma che in realtà nascondono fragilità interna. Aspettare, invece, significa concedere alla chioma la possibilità di ricostruirsi e affrontare la nuova stagione con una base più forte.
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