Col vescovo Raimondi alla scoperta di una Roma insolita


Il pellegrinaggio ambrosiano per la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati ha avuto un prolungamento nella visita organizzata quasi al volo da monsignor Luca Raimondi, Vicario episcopale per la Zona pastorale IV, con alcuni dei pellegrini che avevano viaggiato con lui in treno durante la notte tra sabato 6 e domenica 7 settembre.
Andrea, meravigliato dal sorriso di Carlo
Tra i partecipanti al pellegrinaggio nel pellegrinaggio, il giovane Andrea Tartaglia, della parrocchia San Vittore di Villa Cortese (Milano). «Era la mia prima volta a una canonizzazione, quindi ero curioso di vedere cosa accadeva. Mi ha lasciato particolarmente stupito: non mi aspettavo molto, invece, col fatto che c’era il nuovo Papa, è diventato qualcosa di più grande». Anche a lui, come a molti ragazzi degli oratori ambrosiani, san Carlo Acutis è stato presentato come un esempio: «Mi ha colpito il fatto che anche quando è andato incontro alla morte per la sua malattia, la leucemia fulminante, sorrideva lo stesso».
La partenza è stata stabilita nel pomeriggio, a margine del Colonnato di San Pietro: si sono radunati fedeli da Varese, Villa Cortese e Milano, comprese alcune famiglie. Lungo il tragitto, che ha toccato anche i palazzi delle istituzioni, il gruppo ha incrociato anche i ragazzi di Cuggiono (Milano) e il loro parroco, don Andrea Cardani.
Contemplando la Madonna dei Pellegrini
La prima tappa è stata la chiesa di San Luigi dei Francesi, con la cappella di San Matteo e i dipinti, luminosi e sorprendenti, di Caravaggio. Sosta successiva la chiesa di Sant’Agostino in Campo Marzio. Monsignor Raimondi ha raccontato la storia del dipinto della Madonna dei Pellegrini, situato nella prima cappella a sinistra, e la teologia che Caravaggio ha inteso trasmettere. I pellegrini hanno potuto osservare da vicino quella Madonna col volto della prostituta Lena, il cui sguardo è rivolto verso due anziani pellegrini dai piedi sporchi, messi volutamente in primo piano.
Una preghiera a santa Monica per le mamme in difficoltà coi figli
Nella stessa chiesa riposano le spoglie di santa Monica, madre di sant’Agostino. Alla sua intercessione il vescovo ha voluto affidare, come ha dichiarato di fare sempre quando passa di lì, le mamme che hanno figli con particolari problemi o vite disastrate come quella dello stesso Agostino. La preghiera del Gloria al Padre ha suggellato quel momento di comunione con la madre del santo e, per certi versi, anche con papa Leone XIV, a sua volta figlio di Monica, ma sul piano religioso.
«La carità dei Santi riforma la Chiesa»
Un altro spunto di riflessione è venuto dal Crocifisso venerato da san Filippo Neri, il “Pippo bono” amato dai romani e stimato da papa Sisto V, che è invece passato alla storia come un Pontefice severo e guerresco. Davanti a quel Cristo dal volto dolente, Raimondi ha commentato: «La carità dei santi riforma la Chiesa». Parole che, per certi versi, valgono anche per i santi proclamati domenica 7 settembre. Ha infine rievocato il finale del testamento spirituale del teologo ambrosiano don Giovanni Moioli: «Cosa strana e stupenda avere un giudice crocifisso per me!».
Ultima tappa a Santa Maria Maggiore
Il gruppo ha poi proseguito verso il Quirinale e la sua terrazza panoramica, passando per la Fontana di Trevi e dirigendosi, infine, a Santa Maria Maggiore. Solo in parte, però, è riuscito a entrare nella basilica e a pregare sulla tomba di papa Francesco, quasi nello stesso istante in cui usciva la delegazione dell’Azione cattolica ambrosiana.
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