Cosa aspettarci dall’influenza 2025-26 e come difenderci

Settembre 22, 2025 - 23:30
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Cosa aspettarci dall’influenza 2025-26 e come difenderci

Voce della Sanità fa il punto sulla prossima stagione influenzale con il pediatra Carlo Alfaro. Oltre ai bambini il vaccino è raccomandato per le persone over 60, le donne in gravidanza, i soggetti immunodepressi o con patologie croniche: «Quest’anno, in Australia, abbiamo visto un’influenza di una violenza eccezionale» ammonisce il Pediatra che poi ricorda: «Non c’è solo l’influenza ma anche altri virus respiratori da tenere d’occhio»

La stagione influenzale 2025-26 potrebbe rivelarsi impegnativa, forse persino più dura di quella appena trascorsa, considerata la più violenta degli ultimi vent’anni. A spiegarlo, in un’intervista a Voce della Sanità, è il pediatra Carlo Alfaro, che traccia un quadro delle previsioni e delle strategie di prevenzione.

Come si fanno le previsioni


«Per capire che influenza arriverà in Italia – spiega Alfaro – guardiamo a quello che accade sei mesi prima nell’emisfero australe, dove la stagione epidemica precede la nostra. Australia, Sud Africa e diversi Paesi dell’America Latina sono il nostro ‘cristallo di vetro’. Quest’anno, in Australia, abbiamo visto un’influenza di una violenza eccezionale: a luglio, nel sud del Paese, si è registrato il numero di casi settimanali più alto da sei anni, con un aumento del 70% rispetto al 2024. I ricoveri sono cresciuti del 50% in sole due settimane e le ambulanze hanno accumulato il maggior numero di ore di servizio mai documentato».

Perché l’influenza fa paura


«Ogni anno l’influenza porta con sé un carico enorme per il sistema sanitario – sottolinea –. Aumentano prescrizioni, esami diagnostici e radiografie, ambulatori e pronto soccorso vanno in affanno, i pazienti restano in barella in attesa di ricovero. Senza dimenticare le complicanze, i decessi e l’impatto economico delle assenze dal lavoro. In Italia, con una popolazione anziana e fragile, la situazione è ancora più critica, come abbiamo visto con il Covid-19».

Gli altri virus in circolazione


«Non c’è solo l’influenza – ricorda Alfaro –. Ci sono anche altri virus respiratori: Virus Respiratorio Sinciziale, Rhinovirus, Parainfluenzali, Adenovirus, Metapneumovirus, Bocavirus, Coronavirus minori e naturalmente il Covid, con la nuova variante Stratus altamente diffusiva. Tuttavia, oggi la principale minaccia è proprio l’influenza, che ha superato il Covid per numero di casi, ricoveri e decessi, come conferma uno studio pubblicato su JAMA Network Open».

I ceppi attesi


«Quest’anno – chiarisce – ci aspettiamo la circolazione dei ceppi A/H1N1, A/H3N2 e B/Victoria. Proprio il B/Victoria potrebbe causare molti contagi perché la popolazione ha una scarsa copertura immunitaria contro questo virus».

La sorveglianza


«La rete dei medici sentinella – spiega – è fondamentale. Pediatri e medici di famiglia reclutati dalle Regioni, all’interno della rete RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, segnalano i casi e raccolgono campioni per il tampone naso-faringeo. È grazie a loro che possiamo monitorare in tempo reale la circolazione dei virus».

La prevenzione


«La prima regola – ammonisce Alfaro – è restare a casa quando si è malati. Poi ci sono le misure di igiene: lavarsi spesso le mani, coprirsi naso e bocca quando si tossisce o starnutisce, aerare gli ambienti. A questo va aggiunto uno stile di vita sano: alimentazione equilibrata, idratazione e attività fisica regolare».

Il vaccino: la difesa più efficace


«Il vaccino antinfluenzale – ricorda – resta l’arma più importante. Le formulazioni per la stagione 2025-26 contengono i ceppi attesi e possono ridurre sensibilmente l’impatto sanitario, sociale ed economico dell’epidemia, soprattutto proteggendo i più fragili».

Bambini e vaccinazione


«I bambini – sottolinea il pediatra – sono tra i più colpiti dall’influenza e anche i principali diffusori. Per questo la vaccinazione è raccomandata dai sei mesi ai due anni, quando il rischio di complicanze è maggiore, ma è utile anche in età scolare. Nei bambini sotto i nove anni mai vaccinati prima sono necessarie due dosi a distanza di quattro settimane; dai nove anni in su basta una sola dose. Si può fare per via intramuscolare o, dai due ai 18 anni, anche con spray nasale».

Le altre categorie a rischio


«Oltre ai bambini – spiega – il vaccino è raccomandato per le persone over 60, le donne in gravidanza, i soggetti immunodepressi o con patologie croniche, i lungodegenti, i bambini e adolescenti in terapia con acido acetilsalicilico. È consigliato anche a chi svolge professioni a contatto con soggetti fragili o animali, come operatori sanitari, forze dell’ordine, allevatori, veterinari e macellatori, oltre a donatori di sangue e caregiver».

Coperture vaccinali ancora basse


«I dati di copertura – osserva Alfaro – restano preoccupanti: nella stagione 2024-25 solo il 19,6% della popolazione generale si è vaccinato. Tra gli over 65, siamo scesi al 52,5%, ben lontani dal 75% raccomandato. Solo nel 2020-21, con la paura del Covid, abbiamo raggiunto il 65,3% negli anziani. Oggi siamo tornati a livelli troppo bassi̲».

L’effetto gregge


«Aumentare la copertura – conclude – significa non solo proteggere i singoli, ma anche creare immunità di gregge che difende i più vulnerabili, come i neonati sotto i sei mesi che non possono vaccinarsi. Uno studio pubblicato su JAMA Network Open ha dimostrato che il vaccino limita la diffusione del virus anche tra i non vaccinati».

Quando vaccinarsi


«Il momento ideale – raccomanda Alfaro – è tra metà e fine novembre, perché il vaccino diventa efficace dopo due settimane. Ma la vaccinazione resta utile in qualsiasi fase della stagione, anche se si sono già avute forme simil-influenzali».

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