Dalla vedova nera alla vipera dal corno, ecco gli animali più pericolosi presenti in Italia: alcuni potrebbero essere già annidati in casa nostra

Non solo in terre remote, gli animali più pericolosi in Italia sono spaventosi: ci sono e… nemmeno lo sai!
La maggior parte delle persone pensa che gli animali più pericolosi siano presenti solo in territori lontani, come la Cina o l’Australia, ma difatti, non è sempre così. Ci sono posti “orfani di zanzare” come l’Islanda, ma in Italia non è detto che come cani e gatti, non ci siano anche degli esseri viventi letali per la sopravvivenza. L’aspetto più brutto? Ci sono… ma non tutti li vedono!
Non è che in Italia ci siano tanti animali pericolosi, come quanti ce ne sono in territorio selvaggi. Ma non per questo bisogna dare per scontate alcune informazioni che potrebbero salvare la vita.
Tra questi, c’è la vedova nera o “malmignatta”, Latrodectus tredecimguttatus, un aracnide delle zone tirreniche come Puglia e Sardegna. Parente della vedova nera americana, si chiama così perché la femmina dopo l’accoppiamento, uccide il maschio.
La si riconosce per le 13 macchie rosse sull’addome nero, la specie prende il nome latino che indica “tredici punti”, “tredecimguttatus”. Predilige le praterie e i luoghi secchi e pietrosi, il suo morso provoca sudorazione, nausea, vomito, tremori, cefalea e crampi addominali. Nel 1987 in Italia due donne morirono dopo il suo morso, ma è da precisare che si tratta di esemplari femminili. I maschi non superano il centimetro e non sono capaci di trafiggere la pelle.
Tutti gli animali più pericolosi in Italia, da Nord a Sud!
Segue la Vipera ammodytes si trova in Friuli e in Veneto. Ha un corno morbido e flessibile fatto di carne sulla punta del muso, i maschi sono grigi e le femmine marroni-rossicce con un disegno romboidale dal colore più scuro sul dorso. Non misura oltre un metro, è schiva, ma se provocata diventa aggressiva. Cosa succede se morde?
Il suo veleno danneggia sistema nervoso e globuli rossi, con stessi sintomi della vedova nera, ma con collasso cardiocircolatorio e shock con perdita di conoscenza.
Segue l’Echiichthys vipera, non un serpente, ma una “tracina”, pesce di acqua salata delle coste nel Mediterraneo. Sul dorso ha spine velenose abbassate, ma se le alza, si difende o attacca, così rilascia un veleno doloroso. Il bruciore può durare ore, con nausea e vomito. Si può trovare conforto con il calore, perché alcune componenti del veleno sono termolabili. Immergere la zona in acqua calda potrebbe lenire il dolore.
Per ultimo, c’è il Loxosceles rufescens, il Ragno violino. Marroncino e con una macchia a forma di violino sul dorso, vive in zone dal clima mite. Notturno e schivo, se può si dilegua, ma se si rintana dentro le scarpe e si sente “attaccato”, morde.
Porta arrossamento e prurito, ma se morde persone debilitate può comportare loxoscelismo, cioè ulcere dolorose che richiedono nel peggiore dei casi, trattamenti chirurgici. Malessere, stati febbrili e dolori muscolari sono altri sintomi, ma non sempre si ricade nel coma o nella morte. Lo si trova nel Nord e del Centro Italia.
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