Dazi Usa pasta, Sgambaro: tracollo per Italia e Ue, serve risposta comune

Milano, 6 ott. (askanews) – L’ipotesi di dazi americani al 107% sulla pasta italiana innescherebbe una “turbolenza incredibile” sul mercato nazionale ed europeo. Ma in questa fase, di “confusione” occorre trovare un “approccio comune e una voce sola”, da parte della categoria, perchè “se iniziamo a parlare a più voci rischiamo di creare confusione in una situazione già complessa di per sé”. E’ questa la posizione di Claudio Costantini, direttore generale di pastificio Sgambaro, che è nell’elenco stilato dal dipartimento del commercio americano dei produttori di pasta italiani a cui dal primo gennaio 2026 potrebbe essere imposto un ulteriore dazio del 91,74% in aggiunta a quello del 15% già in essere per gli esportatori tricolori.
In questa vicenda “ci sono due anomalie – ha detto ad askanews – la categoria di per sè è messa nell’occhio del ciclone perchè un questo momento il made in italy è visto quasi come un nemico e poi l’entità del dazio: non conosco i dettagli dell’indagine sui due player ma conosciamo la categoria ed è inverosimile. Quella della pasta è una categoria povera, marcia con margini bassissimi. Oltretutto non è una politica che sarebbe sostenibile per nessuno, perchè non c’è un player che avrebbe le spalle così larghe per sostenere ribassi così forti”.
In questa fase però, per Costantini “occorre far lavorare la Farnesina e il Masaf con un approccio innanzitutto che permetta di avere una spiegazione e poi di collaborazione perchè siamo sicuri che se si guardano i numeri, questi non tornano”. A parte un solo player inserito nella black-list americana (Barilla) che sarebbe esentata dai dazi perchè produce già in America, “gli altri non hanno stabilimenti lì”. Proprio per questo è interesse comune “trovare un tavolo su cui fare chiarezza, occorre capire quali sono i razionali da cui esce quel 91,74%”. Tanto più che la pasta italiana esportata negli Usa, in media, “costa molto di più che in Italia, tra il 30-50% in più rispetto al mezzo chilo italiano anche perchè ci sono costi incomprimibili per tutti. Ecco perchè serve un approccio comune e una voce sola”.
Lo scenario che si prospetterebbe se fossero confermati i super-dazi sulla pasta è decisamente fosco, per Costantini: “Avremmo un tracollo. Ormai gli acquisti di grano sono stati già tutti fatti, per cui avremmo volumi di pasta importanti da immettere sul mercato italiano ed europeo creando una turbolenza incredibile – osserva – Nel 2025 già c’è stato un processo di riduzione dei prezzi della pasta importante guidato dal leader del mercato, un evento del genere innescherebbe un impatto fortissimo”. In particolare per una categoria come quella della pasta “che ha movimenti molto lenti perché è molto grande questa decisione potrebbe causare turbolenze che io vedo solo negative con un tracollo dei prezzi”.
Per Sgambaro gli Stati Uniti attualmente pesano meno del 10% del fatturato “però gli Usa per noi sono il mercato numero uno su cui investire, i nostri piani 2020-2026 puntano a questo. Se fossero confermati saremmo costretti a rivederli”. In queste ore il produttore di pasta veneto sta contattando le varie associazioni di pasta “per trovare all’interno di tavoli comuni un approccio collettivo di tutta la categoria al problema, per trovare più forza e coerenza nei messaggi da lanciare perchè se iniziamo a fare più voci rischiamo di creare confusione in una situazione già complessa di per sé” conclude il direttore generale.
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