Dopo lo scandalo e lo stop, Rubchinskiy rilancia il suo brand

Alle volte ritornano. Dopo la rottura con Yeezy, Gosha Rubchinskiy torna sui suoi passi e, a distanza di sette anni dall’uscita di scena, rilancia il proprio marchio omonimo. Come ha raccontato in un’intervista a The Business of Fashion, il designer russo dice di voler “ricominciare tutto da capo” con un progetto che parte da una serie di capi basic come t-shirt, pantaloni della tuta, cappellini, zaini, felpe con cappuccio e bomber (già disponibili sul sito web della label).
Come emerge dall’intervista, e come testimoniato da alcuni post Instagram sul profilo della label, il rilancio prevede anche un drop più ampio: al basic seguiranno jeans e cappotti, capi donna, fino ad arrivare a comprendere “progetti di design più complessi”. Lo stilista ha persino accennato all’idea di cimentarsi con la couture.
“L’analogia da fare è che stiamo costruendo una casa – ha spiegato Rubchinskiy -. Si parte dalle fondamenta. Per questo abbiamo deciso di iniziare con una linea piuttosto basica e poi, poco a poco, ampliare fino a qualcosa di più articolato”.
Rispetto alla strategia, il creativo ha fatto sapere detto che per il momento continuerà ad affidarsi al canale online, ma intende tornare a collaborare con i multi-brand per collezioni speciali e sta valutando l’apertura di boutique, aggiungendo di non avere intenzione di inserirsi nel tradizionale calendario delle fashion week. Invece di sfilate, il brand – che già nella sua precedente incarnazione aveva smesso di presentare collezioni stagionali – organizzerà un “piccolo world tour” in Paesi come Cina, Giappone e Stati Uniti.
Quello di Rubchinskiy, che per un anno ha guidato la direzione creativa del marchio di Ye (meglio noto come Kanye West), si presenta come un altro ritorno controverso. Nel 2018 infatti fu costretto a chiudere la sua label in seguito a controversie che lo vedevano accusato di aver scambiato messaggi a dir poco equivoci con un modello allora minorenne.
In seguito allo scandalo, il creativo dovette chiudere l’etichetta omonima, lanciata nel 2008 ma decollata solo quattro anni dopo grazie alla partnership con Adrian Joffe, numero uno di Dover Street Market. Punti su cui lo stilista è tornato, dichiarando alla testata inglese: “Forse sono stato ingenuo a pensare che (il casting dei modelli, ndr) si potesse fare via messaggi di testo”, ha detto Rubchinskiy. “Ora vedo che se scrivi un messaggio è facile modificarlo e decontestualizzarlo. Ma se fai un casting dal vivo con il tuo team presente, ovviamente la situazione è completamente diversa. Da qui il cambiamento nella nostra policy sui casting”.
Eppure il suo ritorno sulle scene, complice la memoria molto corta del settore, segue un altro come back (in questo caso sulle passerelle newyorkese) molto discusso sui social, quello di Alexander Wang, che, cinque anni fa, era stato ripetutamente accusato di cattiva condotta e molestie sessuali da almeno dieci persone.
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