Fidanzati morti nel 1988 a Policoro, la perizia: “Fu un duplice omicidio mascherato da incidente domestico”

Ottobre 3, 2025 - 00:00
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Fidanzati morti nel 1988 a Policoro, la perizia: “Fu un duplice omicidio mascherato da incidente domestico”

Il 23 marzo 1988, a Policoro, in provincia di Matera, furono trovati senza vita due giovani di vent’anni: Luca Orioli e Marirosa Andreotta. Per oltre tre decenni la loro morte è stata avvolta dal mistero e segnata da versioni contrastanti. In questi giorni, però, una nuova documentazione depositata in Procura riporta l’attenzione su quella vicenda.

Secondo una perizia criminologica e medico-legale, i segni rinvenuti sui corpi non lascerebbero dubbi. “Luca e Marirosa non morirono per un incidente, ma furono vittime di un duplice omicidio mascherato da tragedia domestica”, ha dichiarato l’avvocato Antonio Fiumefreddo, legale della famiglia Orioli, chiedendo l’avocazione delle indagini.

Le nuove prove e le anomalie

Il legale ha consegnato atti basati sul lavoro del professor Francesco Bruno e del suo collegio di specialisti, che già negli anni ’90 avevano messo in discussione la tesi dell’incidente domestico. Secondo la perizia, Marirosa presentava un colpo alla nuca, Luca un trauma ai genitali e sul corpo di entrambi erano visibili ecchimosi al volto e al collo.

Ulteriori indizi rafforzavano l’ipotesi di omicidio: la presenza del cosiddetto “fungo schiumoso”, segno tipico di annegamento, insieme a evidenti anomalie nella disposizione dei corpi e degli oggetti. A tutto ciò si aggiungono testimonianze discordanti sulla dinamica dei fatti, che alimentano i dubbi sulla ricostruzione ufficiale.

Il peso della verità mancata

La giustizia italiana, fino a oggi, ha sostenuto che i due ragazzi siano morti a causa di una folgorazione o di un’intossicazione da monossido di carbonio. Una versione mai accettata da Olimpia Fuina, madre di Luca, che da quasi quarant’anni chiede di non archiviare la vicenda come un semplice incidente.

Negli anni ci sono state riesumazioni e nuove perizie che hanno continuato a suggerire l’ipotesi di un duplice omicidio, senza tuttavia fornire prove conclusive. A seguito dell’ennesimo rigetto della Procura di Matera, lo scorso agosto l’avvocato Fiumefreddo si è rivolto alla Procura generale di Potenza per ottenere l’avocazione del caso. “Dopo quasi quarant’anni – ha concluso Fiumefreddo – lo Stato deve finalmente alle famiglie un accertamento pieno della verità e delle responsabilità”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia