Gaza unisce i sindacati, da Genova Usb e Cgil aprono allo sciopero generale unitario


Genova. “A noi il casino piace, quello fatto bene. Però oggi è successa una cosa che secondo me è più importante del casino, è più importante della fregata di Crosetto, è più importante la dichiarazione della Meloni e tutto il resto. È una cosa che come lavoratori noi dobbiamo sottolineare con forza perché oggi è successo qualcosa che è da troppi anni che non succedeva ed è di un valore immenso per tutti. I sindacati tutti, i sindacati confederali, i sindacati di base, hanno fatto un accordo operativo. Poi tra venti giorni bisticciamo più di prima e ci diciamo tutto più di prima, ma è stata fatto una scelta che questa battaglia la portiamo avanti tutti insieme”.
A dirlo sotto la prefettura, durante il presidio organizzato oggi a seguito dell’attacco della scorsa notte alla flotilla diretta a Gaza, Riccardo Rudino, portuale del Calp, uno dei volti di questa grande mobilitazione che da Genova ha accesso tutto il Paese. Uno che ai discorsi preferisce i fatti. Ma quando usa le parole, queste sono chirurgiche, calibrate e pesanti. Dopo gli scioperi generale “paralleli” dei giorni scorsi, organizzati prima da Usb e poi “anticipato” da Cgil, da Genova oggi la prospettiva della piazza cambia registro, e si apre ad una possibile – e nel caso storica – mobilitazione unitaria di sigle e di lavoratori.
Una cosa impensabile fino a pochi giorni fa, soprattutto per via di molteplici distanze seminali dei due mondi sindacali, ma che la forza del tema della Palestina, oggi di fatto terra di un genocidio 2.0 in diretta, ha reso possibile. “È successa una cosa fondamentale in questo weekend – ha sottolineato Paolo Rimassa, coordinatore regionale Usb – Il mondo del lavoro si è schierato e si è schierato con forza, senza esitazioni, per dire un no a quello che sta succedendo in Palestina e a sostegno dei nostri compagni che sono sulle navi. Come USB, e non credo che saremo soli, lo abbiamo ribadito in prefettura ma soprattutto lo ribadiamo di nuovo qua perché questo è il posto importante. Noi proclameremo di nuovo sciopero generale e non ci saranno decreti di sicurezza, non ci saranno commissioni di garanzie, non ci saranno leggi anti-sciopero che ci fermeranno, che lo capiscano bene qua, che lo capiscano bene a Roma, pronti alla lotta per la Palestina libera”.
Un lancio che fa eco a quanto anticipato in queste ore da Usb nazionale e che ha trovato risonanza armonica nelle volontà della Cgil sempre nazionale. “Se ci sarà qualcosa, se fermeranno la missione della flottiglia, sarà sciopero generale nazionale – ha poi dichiarato Igor Magni, segretario generale Cgil Liguria – Bisogna unire le lotte, bisogna tenere vivo bisogna tenere viva l’attenzione su quello che sta accadendo e dobbiamo essere tutti pronti a partire da quella che sarà la mobilitazione di venerdì”.
Un convergenza che trova conferme anche “a margine”, fuori dai microfoni della piazza: “Se possibile convergere, se riuscissimo a indirizzarci sulle stesse date sarebbe una cosa quanto meno utile – ha ribadito a Genova24 Magni – Oggi Cgil nazionale ha ribadito che se succederà qualcosa alla flotilla sarà sciopero genera. E se sarà possibile convergere in una unica grande mobilitazione sarà un valore aggiunto per la causa della Palestina“.
“Lo sciopero generale è stato annunciato da Usb e Cgil nazionali – ha poi aggiunto Paolo Rimassa – credo che questo abbia un esito eloquente. Chiaramente bisogna capire come evolve la situazione, ma la causa è grande“.
Insomma, non un patto e neanche un contratto, ma una chiamata: Genova chiama Roma, e il messaggio è quello dell’unità. La causa è quella del popolo palestinese e dell’umanità. I luoghi sono le piazze di tutto il paese. Che sono tornate a riempirsi per davvero.
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