Gianluca Todisco: “Crediamo nelle nostre energie” | Intervista

Settembre 16, 2025 - 00:00
 0
Gianluca Todisco: “Crediamo nelle nostre energie” | Intervista

Gianluca Todisco sperimenta viaggiando attraverso il ritmo, il suono e il silenzio per ascoltare le profondità del suo essere. In questo spazio artistico l’atto di esplorare, cercando di conoscersi meglio, diventa uno sforzo metafisico dove tutto può essere in trasformazione.

Ognuno dei cinque brani che messi insieme compongono l’Ep ” The Inner Circles” sono mondi a parte, diverse ma allo stesso tempo interconnesse, come tappe del percorso. Il primo confronto inizia con “Rambo”, bisogna guardarsi allo specchio, evidenziando persino le fragilità, per capire dove si è più vulnerabili. Questa canzone è un inno per la resilienza, si può sempre rialzarsi dalle macerie.

La seconda traccia è quella che da il tiolo al progetto ed è una ricerca della forza interiore che ognuno conserva, e cura, al suo interno, motore fondamentale di ogni trasformazione. “Vertigo” invece è la libertà che convive con istinto e paura, è seguire la tempesta nel momento stesso che ci sta per soffocare, per riemergere più forti.

La natura invece è lo sfondo di “Mààz”, mantra in movimento, registrato al Griffith Park, dove il presente diventa l’attimo pulsante del qui ed ora.

Nell’ultima traccia c’è spazio anche per l’amore, quello che esiste da sempre e vive nell’esistenza e nella ricerca della propria anima gemella. Una scintilla che da vita a “The Lovers”, un gioco senza tempo nel quale si sfida il destino.

INTERVISTANDO GIANLUCA TODISCO

Fare musica crea più domande o da delle spiegazioni?

Per me la musica è entrambe le cose. A volte mi dà risposte che non avrei mai  trovato con le parole, altre volte apre nuove domande che mi spingono a guardarmi dentro e ad andare più a fondo. È un dialogo continuo, come se la musica fosse una guida che non ti dà mai la verità assoluta, ma ti mostra la strada tenendoti per mano.

Quali suoni esterni e pensieri interni ti hanno trasformato in artista?

Mi hanno trasformato i suoni della natura, il vento, l’acqua, il chiacchierare delle  persone, che se ascoltati con la giusta attenzione si trasformano subito in un ritmo, ogni volta diverso. Il tutto insieme ai miei silenzi interiori, intermezzati dalle mille osservazioni di tutto ciò che mi contorna. Dentro di me, invece, c’era il bisogno di trasformare le paure e le fragilità in qualcosa di bello. Ed è lì che ho scoperto un altro frammento di me.

Máaz è una preghiera alla natura, dov’è nato questo brano?

Máaz è nato al Griffith Observatory, a Los Angeles. È stato il mio “safe place” per  anni. Immerso nel paesaggio, nei suoni del vento e degli alberi, nella terra desertica che volava in polvere. La canzone è diventata da subito una sorta di  mantra spontaneo, che uso durante la meditazione o nelle mie sessioni che insegno di Sound Bath. Ognuno di noi ha un proprio mantra. Un suono, un ritmo  respiratorio, una determinata parola, che ci calma, ci rasserena subito, come una  nenna canticchiata ad un neonato.

Ti senti legato al personaggio di Rambo?

Non al personaggio in senso letterale, ma a quello che rappresenta: la forza che  nasce quando sei costretto a ricostruirti. Rambo per me è un simbolo: non di guerra, ma di resilienza. È il diventare il  proprio guerriero interiore, un po’ come dice Paulo Coelho nel libro “Manuale del guerriero della luce” che consiglio di leggere a chiunque voglia fare un percorso all’interno di sé per conoscersi meglio.

Perché si cerca di nascondere la bellezza della fragilità?

Perché la fragilità ci spaventa, ci fa sentire esposti. Ma in realtà è proprio lì che nasce la nostra bellezza più autentica. Se tutti mostrassimo le nostre fragilità, ci sentiremmo meno soli. Io credo che la vera forza sia avere il coraggio di non nasconderle e soprattutto amo chi ha il forza di mostrarsi in modo sincero, perché ognuno di noi porta su di sé la propria storia.

Quello dell’amore che gioco è?

L’amore per me non è mai stato un gioco, ma se lo fosse, sarebbe il gioco più meraviglioso che esista. Un’avventura continua. Un continuo riconoscersi, perdersi e ritrovarsi. È un mistero che ci fa crescere e ci costringe ad abbattere i muri che costruiamo intorno a noi.

Mostrarsi completamente vulnerabili davanti alla persona che si ama, ritrovarsi nel suo sorriso.

PH: Ufficio Stampa

Credi che ognuno abbia la propria anima gemella o le relazioni nascono grazie alle esperienze?

Credo che esista un’anima gemella, ma che le esperienze siano il cammino che ci prepara a riconoscerla. A volte la incontriamo presto, a volte ci vogliono tante persone sbagliate. Ma quando accade, c’è una sensazione di riconoscimento che va oltre la logica: come se fosse sempre stata lì, dentro di noi. Ritrovando un frammento di sé negli occhi di qualcun altro.

Secondo te agli americani piace l’indie italiano?

Si assolutamente si, perché la musica non ha confini, specialmente ora grazie a internet e alle diverse piattaforme. Ognuno ha la possibilità di ascoltare canzoni create nella parte più remota della Terra. Poi secondo me l’italiano ha una musicalità naturale, è già quasi una melodia di per sé. Gli americani sono molto aperti alla sperimentazione e penso che quando ascoltano l’indie italiano ci trovino freschezza, poesia e un modo diverso di raccontare le emozioni.

PH: Ufficio Stampa

L'articolo Gianluca Todisco: “Crediamo nelle nostre energie” | Intervista proviene da Indie Italia Magazine.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News