Giornata sicurezza paziente, l’esperta: «Con carenze organici sanitari cresce rischio clinico. Serve approccio integrato»       

Settembre 17, 2025 - 20:00
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Giornata sicurezza paziente, l’esperta: «Con carenze organici sanitari cresce rischio clinico. Serve approccio integrato»       

Strutture sanitarie sempre più sotto pressione per le carenze degli organici sanitari. «Studi internazionali dimostrano che il carico di lavoro di un paziente in più per ogni infermiere aumenta del 7% il rischio di decesso entro 30 giorni dal ricovero» spiega Anna Guerrieri, Risk manager director di Relyens

«Vedremo se ci saranno novità, per esempio, con la prossima legge di Bilancio, ma intanto ospedali e strutture sanitarie sono sempre più sotto pressione per la carenza di personale. E così aumenta il rischio di eventi avversi a carico dei pazienti». A lanciare l’allarme è Anna Guerrieri, Risk manager director di Relyens in Italia, gruppo mutualistico europeo di riferimento nei settori dell’assicurazione e della gestione dei rischi in sanità, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza del paziente.

«I dati disponibili segnalano un quadro che richiede attenzione e interventi di medio-lungo periodo. Secondo la Fnopi (Federazione degli ordini degli infermieri), in Italia l’anno scorso c’erano circa 6,5 infermieri ogni mille abitanti contro i 14 della Finlancia, i 12 della Germania e una media Ue di oltre 8. La Ragioneria generale dello Stato rileva che questa percentuale scende a 4,79 ogni mille abitanti nel Servizio sanitario nazionale. Anche per quanto riguarda i medici – prosegue Guerrieri – il fabbisogno rimane elevato, in particolare nel settore dell’emergenza-urgenza: la carenza di camici bianchi, stando alla Simeu (Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza), si attesta al 25% nei Dea di II livello, al 43% nei Dea di I livello e addirittura al 55% nei pronto soccorso; almeno 3.500 unità in numeri assoluti. Tutto ciò si traduce in sfide quotidiane per garantire l’erogazione dei servizi, la qualità e la sicurezza delle cure».

Carenza organici sanitari impatta su assistenza

Secondo la Risk manager director Relyens, inoltre, «gli organici in affanno hanno un impatto diretto sugli output di cura e assistenza. Studi internazionali dimostrano che il carico di lavoro di un paziente in più per ogni infermiere aumenta del 7% il rischio di decesso entro 30 giorni dal ricovero. Mentre il 10% in più di infermieri presenti con laurea triennale fa diminuire specularmente questa probabilità del 7%». Dunque, per Guerrieri «è sicuramente necessario un rafforzamento strutturale degli organici, ma aiuta anche l’implementazione di una visione condivisa e di un approccio integrato di gestione del rischio clinico. È questa la bussola che dovrebbe orientare le aziende sanitarie per garantire la sicurezza dei cittadini e, di conseguenza, la tenuta del sistema».

Fondamentale lavorare su formazione del personale

«Occorrono competenze di risk management oltre che tecnologiche, ma è fondamentale altresì lavorare sulla formazione del personale, tema ancor più delicato quando, per coprire le assenze, si fa ricorso in Pronto soccorso o in corsia ai cosiddetti ‘gettonisti’ e a cooperative private. Non a caso, un recente studio inglese mostra che il 10% in più di infermieri temporanei è associato a un +2,3% di rischio morte del paziente. Infine, bisogna anche sviluppare un robusto background sulla serie storica di incidenti più comuni, mappare i rischi, fissare efficaci indicatori di performance e valutare e condividere i dati raccolti, che  – conclude Guerrieri – devono incidere su prassi e scelte operative di cura e assistenza».

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