Guerra fredda orbitale: il satellite cinese inquadra quello americano
Negli ultimi giorni Pechino ha annunciato un’operazione inedita che ha subito attirato l’attenzione di analisti e osservatori internazionali. Una delle piattaforme della costellazione Jilin-1, gestita dalla società Chang Guang Satellite Technology, è riuscita a fotografare da una distanza di circa 40-50 chilometri il satellite americano WorldView Legion. L’impresa, oltre al valore tecnico, porta con sé un chiaro significato politico: la Cina ha voluto dimostrare di poter monitorare nello spazio gli stessi strumenti che, a suo dire, osservano i propri assetti orbitali.
L’episodio arriva a pochi mesi dalla pubblicazione, da parte di Maxar Intelligence – azienda statunitense specializzata in osservazione terrestre – di immagini ad altissima risoluzione del satellite cinese Shijian-26. Quelle fotografie, scattate a giugno da una distanza variabile tra 29 e 74 chilometri, avevano mostrato dettagli strutturali con una precisione fino a 1,9 centimetri.
Non solo: Maxar aveva diffuso anche ritratti nitidi della stazione spaziale cinese Tiangong e persino della Stazione spaziale internazionale, sottolineando la crescente potenza delle proprie tecnologie ottiche.
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