Hamas, Gasparri, solidarietà a Cerno contro i Pro Pal, le loro accuse non sono accettabili

Hamas: Gasparri, solidarietà a Cerno
“Solidarietà a Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, sotto attacco per aver semplicemente esercitato il suo diritto e dovere di informare.
È inaccettabile che venga colpito da insulti e intimidazioni da parte di chi tenta di zittire il dissenso con etichette ideologiche arrivando a definirlo un ‘sionista pericoloso’.
La libertà di stampa non si piegherà davanti a gruppetti estremisti pro-Pal che seminano caos, odio e violenza nelle nostre strade”.
Con queste parole, il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha espresso la sua ferma posizione in difesa del giornalista e del lavoro del quotidiano romano.
Hamas e l’inchiesta del quotidiano Il Tempo diretto da Tommaso Cerno

Le dichiarazioni arrivano a seguito di una vera e propria ondata di attacchi mediatici e social nei confronti di Tommaso Cerno e della redazione de Il Tempo.
La causa è un’inchiesta giornalistica che collega ambienti filopalestinesi radicali con il movimento terroristico Hamas.
Cerno, a maggio, era stato anche escluso da un incontro sulla libertà di stampa in Italia in programma al Parlamento Europeo.
Negli ultimi mesi, Il Tempo ha pubblicato una serie di articoli che fanno luce su presunti legami tra Hamas, la Flotilla Global Movement to Gaza Italia, e alcune realtà politiche e associative operanti anche sul territorio italiano.
Il 21 agosto di quest’anno la redazione romana de “Il Tempo “, in Piazza Colonna ha ricevuto una lettera con minacce di morte. La firma è la “A” cerchiata, il simbolo degli anarchici
Per Hamas attacchi a Il Tempo e al suo direttore
“Dopo essere stato definito fascista, omofobo, razzista, ora è la volta dell’epiteto ‘sionista’. Perché il mondo ProPal, non quello in buonafede ma quello militante e guerreggiante, è allergico alle domande e alle inchieste de Il Tempo”, ha scritto Cerno in un editoriale del 27 settembre.
Il riferimento è alle reazioni seguite alla pubblicazione dell’intervista ad Adì Karni, primo sergente israeliano, e ad altri testimoni del conflitto israelo-palestinese, inclusi palestinesi.
L’accusa principale rivolta al quotidiano è quella di “sionismo” e “islamofobia”.
Etichette, secondo Cerno, usate per delegittimare il lavoro giornalistico e per intimidire la redazione, anche attraverso minacce e campagne d’odio online.
A farne le spese anche la giornalista Giulia Sorrentino, autrice di un’inchiesta sui legami tra Hamas e alcuni movimenti italiani, attualmente bersaglio di minacce.
Giornalista espulsa dalla Flotilla
L’inchiesta ha ricevuto sostegno anche da parte di altri giornalisti: è il caso di Francesca Del Vecchio, inviata de La Stampa, espulsa dalla nave Flotilla mentre era impegnata in un reportage.
Il motivo dell’espulsione: aver rivelato ‘informazioni sensibili’ che avrebbero potuto minare la sicurezza della missione di aver condiviso informazioni sensitive, come il luogo dell’addestramento, che avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza della missione.
La difesa della giornalista
La giornalista Francesca Del Vecchio si è difesa sostenendo che le informazioni divulgate erano già di dominio pubblico e che la sua espulsione rappresenta una minaccia alla libertà di informazione.
Come il 12 settembre la stessa giornalista ha raccontato sulle pagine de La Stampa:
“Speravo di poter fare quello che la mia professione comporta: osservare e riferire. Senza addomesticare. Né farsi addomesticare. Non è stato possibile. Essere espulsa, però, mi ha ricordato una cosa, che riguarda il ruolo del giornalismo: quando uno sguardo viene allontanato, perché non lo si considera ‘utile allo scopo’, si perde un’occasione”, scrive Del Vecchio che ripercorre le tappe da quando, nel mese di agosto, viene invitata da un’attivista a partecipare come giornalista alla spedizione verso Gaza.
Episodio che rivela intolleranza
Un episodio che, secondo Cerno, smaschera l’intolleranza dei sedicenti pacifisti: “I ProPal esultano per la morte di Kirk, cacciano i giornalisti dalla Flotilla, e invocano la violenza nelle piazze. È il nuovo fascismo rosso del millennio”.
Intanto il Global Movement to Gaza Italia ha annunciato querela contro Il Tempo, accusando il quotidiano di “diffamazione” e “diffusione di notizie false”.
Una mossa che Cerno accoglie con determinazione: “Non vediamo l’ora di essere in Tribunale a spiegare chi sono e perché nessuno parla dei legami con Hamas” conclude Cerno dalle pagine del suo quotidiano.
In attesa che le autorità facciano chiarezza sui legami sollevati dalle inchieste, resta alta la tensione tra informazione, attivismo radicale e politica. E si riaccende, ancora una volta, il dibattito sulla libertà di stampa in Italia.
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