IA nei videogiochi e come sta cambiando il gaming

Ottobre 3, 2025 - 18:30
Ottobre 3, 2025 - 18:56
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IA nei videogiochi e come sta cambiando il gaming

L’intelligenza artificiale è ormai ovunque (medicina, finanza, ecc), ma i videogiochi sono stati tra i primi laboratori di sperimentazione a riguardo. Parlare di intelligenza artificiale nei videogiochi significa partire dai fantasmini di Pac-Man per arrivare agli NPC capaci di dialogare con un linguaggio naturale. Un percorso lungo decenni, che oggi vive una fase di vera rivoluzione.

A "fine" 2025, l'IA ha rivoluzionato in pratica tutti gli aspetti del nostro vivere quotidiano. In questo editoriale, agganciandomi a quanto pensa Sony, proverò a capire a che punto siamo nell'integrazione dell'IA nei videogiochi, le opportunità, gli eventuali rischi e gli ambiti in cui questa IA può essere da supporto al gaming e quelli in cui evitare.

[caption id="attachment_1107681" align="alignnone" width="1280"]Mondo procedurale Mondo procedurale in No Man's Sky[/caption]

Le prime IA nei videogiochi: pattern di movimento e nemici intelligenti

All’inizio, agli albori del videogioco, l’IA aveva ruoli semplici ad esempio i fantasmini di Pac-Man seguivano schemi diversi, i demoni di DOOM correvano verso il giocatore. Col tempo arrivarono esperienze più raffinate: F.E.A.R. (2005) uno su tutti che stupì tutti con nemici in grado di coordinarsi e sfruttare coperture. Nei giochi di strategia, invece, l’IA orchestrava diplomazia, economia e battaglie, simulando decisioni complesse.

La generazione procedurale è un esempio di come l’IA renda i giochi infiniti. In Minecraft e No Man’s Sky, algoritmi costruiscono mondi sempre diversi, con flora, fauna e mappe uniche e i roguelike come Hades e The Binding of Isaac sfruttano algoritmi per rimescolare stanze e ricompense, mantenendo ogni partita fresca e sorprendente.

Generazione procedurale e creatività algoritmica

Le IA generative poi hanno aperto nuove frontiere infatti oggi si sperimentano NPC capaci di dialogare in linguaggio naturale, offrendo risposte non scritte in anticipo. Ubisoft e Microsoft stanno integrando strumenti IA per supportare gli sviluppatori nella creazione di missioni, dialoghi e prototipi e in futuro, i videogiochi potranno adattarsi in tempo reale alle scelte del giocatore.

Un esempio memorabile è Red Dead Redemption 2 (2018), pur senza le tecniche odierne, sfruttava routine IA raffinate per gli NPC. Nessun personaggio restava fermo ad aspettarti: ognuno era impegnato in attività credibili quindi un approccio che si discosta da classici RPG, titoli come Hogwarts Legacy, dove gli NPC restano fermi e in attesa di un'interazione con te, o rimangono nell'oblio della non-attività.

La differenza tra un mondo statico e uno vivo sta proprio nella gestione degli NPC. Un mercato medievale in cui i personaggi chiacchierano, lavorano e reagiscono ai cambiamenti ambientali trasmette realismo e quindi l’intelligenza artificiale nei videogiochi non serve solo a combattere, ma a creare ambienti narrativi in grado di avvolgere il giocatore in esperienze credibili e coerenti.

[caption id="attachment_1107678" align="alignnone" width="1296"]La banda di Arthur La banda al completo, numerosi NPC in azione[/caption]

Rischi dell’intelligenza artificiale nei videogiochi

L’uso eccessivo dell’IA comporta rischi concreti come confermano diversi studi. Storie generiche, mondi privi di ispirazione e perdita di autenticità sono timori reali. Esiste anche il lato etico? Fino a che punto è giusto sostituire sceneggiatori, artisti o doppiatori con algoritmi? Un equilibrio errato potrebbe trasformare l’intelligenza artificiale nei videogiochi in un freddo automatismo.

Accanto ai rischi emergono, nel contempo, grandi opportunità. L’IA può migliorare l’accessibilità, adattare la difficoltà in base al giocatore e ridurre i costi di sviluppo. Piccoli team indie possono realizzare progetti ambiziosi grazie a strumenti intelligenti. Il futuro dell’intelligenza artificiale nei videogiochi sarà una co-creazione tra sviluppatori, giocatori e algoritmi sempre più avanzati.

Personalizzazione e accessibilità per i giocatori

Un vantaggio poco discusso riguarda la personalizzazione. Grazie all’IA, i giochi possono modellarsi sulle abilità del giocatore, modificando sfide, interfacce e persino storie, questo rende l’esperienza più accessibile a chi ha difficoltà motorie o cognitive. L’intelligenza artificiale nei videogiochi non è solo tecnologia, ma un ponte verso esperienze più inclusive e su misura.

I videogiochi hanno sempre unito tecnologia e creatività e l’intelligenza artificiale è il nuovo capitolo di questa evoluzione. Sta agli sviluppatori scegliere se usarla per arricchire storie ed esperienze, o ridurla a un semplice automatismo. La sfida è aperta: il futuro del gaming sarà scritto insieme a un alleato invisibile ma potente.

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Redazione Redazione Eventi e News