“Il governo ha mentito su Almasri”, indagata Giusi Bartolozzi la fedelissima di Nordio

Settembre 11, 2025 - 03:00
 0
“Il governo ha mentito su Almasri”, indagata Giusi Bartolozzi la fedelissima di Nordio

Giusi Bartolozzi, la potentissima capo di gabinetto del Ministero della giustizia, ha mentito al tribunale dei ministri della Capitale. Ne è certa la procura di Roma che ha indagato la magistrata siciliana, per tutti il vero Guardasigilli, per false informazioni ai pm, reato punito con la pena della prigione fino a quattro anni. La notizia, va detto, non è inaspettata in quanto già il mese scorso, nella richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, accusati, fra l’altro, di omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento, il tribunale dei ministri aveva scritto che la sua testimonianza era stata “inattendibile” e “mendace”. Ad ‘incastrare’ Bartolozzi, come raccontò in esclusiva a maggio L’Unità, era stato Luigi Birritteri, anch’egli magistrato, all’epoca dei fatti capo del Dipartimento dell’amministrazione della giustizia. Interrogato dal collegio composto dalle giudici Maria Teresa Cialoni, Donatella Casari e Valeria Cerulli, Birritteri disse di aver predisposto gli atti, per poter trattenere in Italia Osama Almasri, feroce e spietato generale libico, sulla cui testa pendeva un mandato di arresto per crimini contro l’umanità emesso dalla Corte dell’Aia. Almasri era stato fermato il 19 gennaio dalla Digos a Torino, dove si si era recato per vedere una partita della Juventus.

La notizia del fermo era poi arrivata a Roma dove l’ufficio diretto da Birritteri, ora in servizio presso la procura generale della Cassazione, si era subito attivato, preparando una bozza di provvedimento da far firmare a Nordio e che consentisse così di trattenere Almasri in carcere. L’atto serviva, in particolare, a sanare la mancata interlocuzione preliminare, che normalmente avviene con il Ministero della giustizia, e che poteva rendere inefficace il fermo del libico. Si trattava dell’atto che stava aspettando la procura generale di Roma, chiamata a decidere se convalidare o meno l’arresto, e che si era rivolta direttamente a Nordio. La bozza in questione, inviata da Birritteri per mail a Bartolozzi, era però rimasta tale. Nordio, infatti, non l’aveva firmata e né aveva risposto nei giorni seguenti alle sollecitazioni della procura generale di Roma che, nella serata del successivo 21 gennaio, sarà costretta ad ordinare la liberazione di Almasri, poi riportato a Tripoli con un aereo dei Servizi e dove sarà accolto con tutti gli onori. La procura di Roma, diretta da Francesco Lo Voi, aveva allora iscritto nel registro degli indagati Nordio, Piantedosi, Mantovano e la premier Giorgia Meloni a seguito della denuncia dell’avvocato Luigi Ligotti, ex parlamentare.

Trattandosi di reati ministeriali, l’incartamento era stato trasmesso al Tribunale dei ministri che aveva svolto le indagini di competenza, interrogando i vertici dei Servizi, il capo della polizia, e i vari dirigenti del Ministero della giustizia. Nordio, per la cronaca, non era stato sentito per sua espressa volontà. Il ruolo centrale in tutta la vicenda lo ha quindi avuto proprio la capo di gabinetto di Nordio che ha gestito in prima persona la procedura “ad insaputa” di quest’ultimo. Circostanza non plausibile in quanto davanti ai giudici Bartolozzi si era contraddetta dicendo, da un lato, che aveva sentito il ministro sul punto, ma che poi non aveva ritenuto di sottoporgli la bozza predisposta da Birriteri. La magistrata è quella che in questo momento rischia di più non avendo alcuna guarentigia a differenza di Nordio, Piantedosi e Mantovano che potranno invece contare sul Parlamento che negherà, ovviamente, l’autorizzazione a procedere nei loro confronti.

Per la cronaca, era stato il direttore dell’Aise, il generale dell’esercito Giovanni Caravelli, ad affermare che dai suoi canali a Tripoli e da contatti istituzionali, fra cui la stessa Rada Force di cui faceva parte Almasri, stava montando in Libia una certa agitazione a seguito del fermo del generale. Queste considerazioni furono esternate in una maxi riunione, fissata proprio il 19 gennaio, alla quale sarebbero stati presenti, oltre a Mantovano, i ministri dell’Interno e degli Esteri con i rispettivi capi di gabinetto, il capo della Polizia, il direttore generale del Dis. Durissime le opposizioni. “Il caso Almasri rischia di diventare il Watergate italiano: mina la credibilità delle istituzioni e mette in discussione il rispetto stesso dello Stato di diritto”, ha affermato Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde. “Davanti a gravissime vicende come questa, i ministri e coloro che ricoprono posizioni di governo dovrebbero essere i primi a mettersi a disposizione per chiarire la propria posizione, non costruire quel castello di menzogne che hanno raccontato al Parlamento e al Paese”, ha commentato invece Riccardo Magi, segretario di +Europa. “Nordio sta trascinando nel fango il Ministero, umiliandolo al cospetto della Giustizia internazionale e prestandolo agli accordicchi che Meloni e Piantedosi stringono sotto banco con le autorità libiche per impedire le partenze. Tutto questo è scandaloso”, ha aggiunto Magi.

In quelle tragiche 48 ore il governo italiano ha fatto scempio della legalità e della trasparenza per far scarcerare Almasri e accompagnarlo in Libia con gli onori del volo di Stato, dagli atti abbiamo già visto che al ministero della Giustizia ne sono successe di cotte e di crude”, affermano i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato. L’iscrizione di Bartolozzi “è un elemento che la giunta delle autorizzazioni della Camera non potrà non tenere in considerazione ai fini delle sue conclusioni”, ha affermato il deputato di FI Enrico Costa. Questa mattina, comunque, la giunta si riunirà per pianificare il calendario dei lavori. E non è escluso che alla fine si possa decidere di “estendere” il salvacondotto ministeriale anche a lei. Nessun commento da parte della diretta interessata, a cui Nordio esprime “Piena e incondizionata solidarietà”. “Ha sempre agito nella massima correttezza e lealtà, informandomi tempestivamente ed esaurientemente delle varie fasi della vicenda Almasri e di tutti gli aspetti ad essa relativi. Sulla base di questi ho fondato le mie valutazioni”, ha dichiarato ieri il ministro in una nota.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia