Il mare davanti Gaza non è israeliano, ma palestinese: da 18 anni impedisce gli aiuti umanitari

Ottobre 1, 2025 - 15:30
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Il mare davanti Gaza non è israeliano, ma palestinese: da 18 anni impedisce gli aiuti umanitari

In questi giorni ho sentito molti parlare in modo disinvolto delle acque di Gaza come di “acque israeliane”, ma quel mare non è di Israele. Se ne impossessò quando nel 2007 Hamas prese il potere, per impedire l’arrivo di armi e, da allora, le navi da guerra di Tel Aviv controllano lo spazio marino fino a 50 miglia, impedendo l’arrivo di navi civili e perfino le attività di pesca dei palestinesi oltre le tre miglia dalla costa.

Nel 2006 Israele aveva adottato un simile blocco navale anche nei confronti del Libano (ne fui diretto testimone, bloccato per ore sotto il tiro delle armi, su unità dell’ONU diretta a Beirut), ma durò poche settimane, lasciando infine il controllo dei porti alle forze UNIFIL. Per Gaza, invece, la misura persiste ormai da ben diciotto anni, con conseguenze devastanti per la popolazione. Il blocco navale è una misura di guerra legata a esigenze di autodifesa (lo spiegammo a Meloni, quando pensava di applicarla contro i migranti) e non può, in ogni caso, determinare la fame delle popolazioni civili o impedire l’arrivo di aiuti umanitari.

Qui, nel costante silenzio del consorzio internazionale, la legittima difesa da tanti anni sconfina invece nell’arbitrio. Aspettiamo di vedere fino a che punto tale arbitrio possa ancora spingersi e, con esso, il colpevole silenzio degli Stati.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia