In questo borgo il tempo si è fermato: pace e relax senza telefono per ritrovare se stessi

Settembre 29, 2025 - 04:30
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In questo borgo il tempo si è fermato: pace e relax senza telefono per ritrovare se stessi

Nell’era della pervasività digitale, i borghi privi di connessione internet rappresentano rifugi ideali per una pausa dal mondo virtuale.

Tra questi, territori come Lollove in Sardegna, Laturo e Castelvecchio Calvisio in Abruzzo, Acone in Toscana e Civitacampomarano in Molise emergono per il loro fascino sospeso nel tempo e l’assenza quasi totale di segnale telefonico e Wi-Fi, che consentono di vivere una vacanza di totale disconnessione.

L’Italia, inoltre, si conferma meta privilegiata per il turismo lento, con una rete di oltre 100 cammini per un totale di circa 30 mila chilometri che attraggono sempre più visitatori stranieri in cerca di itinerari naturalistici e culturali autentici.

I borghi con assenza di segnale

Lollove: un borgo sospeso tra storia e leggenda in Sardegna

Situata a circa 15 chilometri da Nuoro, Lollove è una frazione che conta oggi appena 15 abitanti (dato aggiornato al 2024). Il borgo si distingue per la totale assenza di connessione internet e segnale telefonico, un elemento che contribuisce a creare un’atmosfera quasi magica, sospesa nel tempo. Le sue stradine acciottolate, le case in pietra con tetti a tegole d’argilla e gli antichi camini a legna evocano un passato rurale e tradizionale, mentre il silenzio che avvolge il paese fa da sfondo a suggestioni che un tempo si traducevano in leggende.

Una delle più note narrazioni locali riguarda la maledizione lanciata da un gruppo di monache francescane penitenti, che secondo la tradizione avrebbero abbandonato il borgo accusate di comportamenti scandalosi con i pastori del luogo, decretando così che “Lollove non crescerà né morirà mai”. Il borgo, infatti, ha mantenuto una popolazione esigua, resistendo però al tempo e allo spopolamento che ha colpito gran parte dei centri rurali della Sardegna.

Lollove conserva inoltre testimonianze di interesse storico e architettonico, come la chiesetta seicentesca di Santa Maria Maddalena in stile tardo gotico, con archi a sesto acuto in trachite rossa, e un antico monastero di monache nella via principale. La mancanza di servizi commerciali e pubblici rende il luogo un’esperienza autentica per chi cerca di immergersi in una realtà lontana dalla frenesia del mondo moderno.

Spostandoci in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si trova Laturo, un borgo abbandonato situato a 820 metri
Laturo: il borgo abbandonato che rinasce tra i Monti della Laga(www.blitzquotidiano.it)

Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, si trova Laturo, un borgo originariamente fondato tra il XIII e XIV secolo, oggi privo di abitanti stabili ma in fase di lenta rinascita. Il paese non è raggiungibile con mezzi motorizzati, ma solo tramite sentieri escursionistici che attraversano boschi e vallate, rendendo la visita un’esperienza immersiva nella natura selvaggia.

L’assenza di strade carrabili e di connessioni digitali fa di Laturo uno dei pochi luoghi al mondo dove si può vivere un’autentica pausa tecnologica. Le case in pietra e i ruderi testimoniano una vita passata dedicata alla pastorizia, all’agricoltura montana e alla produzione di carbone vegetale. L’emigrazione postbellica e le difficoltà di accesso hanno portato all’abbandono totale entro la fine degli anni ‘70, ma dal 2012 l’Associazione Amici di Laturo ha avviato un progetto di recupero e valorizzazione, restaurando alcune abitazioni e riaprendo sentieri.

L’accesso principale avviene da frazioni limitrofe come Olmeto e Valzo, con percorsi che richiedono un buon orientamento e preparazione, soprattutto nei mesi estivi quando la vegetazione può ostacolare il cammino. La chiesa più antica, dedicata a Sant’Egidio, e quella più recente della Madonna di Loreto, restaurata nel 2015, rappresentano testimonianze culturali di rilievo.

Laturo, con la sua wilderness “di ritorno”, è un esempio virtuoso di come l’isolamento e la natura possano essere risorse per un turismo lento e sostenibile, capace di attrarre escursionisti e appassionati di digital detox.

Castelvecchio Calvisio e altri borghi per una vera disintossicazione digitale

Sempre in Abruzzo, Castelvecchio Calvisio è un piccolo borgo di 123 abitanti immerso nel Parco del Gran Sasso, che offre agli ospiti un contesto ideale per abbandonare smartphone e dispositivi digitali, riconnettendosi con la natura e la quiete. Nonostante l’isolamento, il borgo dispone di servizi essenziali come un forno per il pane fresco e un bar accogliente, oltre alla storica chiesa che custodisce la spiritualità del luogo.

In Toscana, la piccola frazione di Acone, situata sulle colline di Pontassieve ai piedi del Monte Giovi, rappresenta un altro rifugio per chi cerca una pausa dal caos quotidiano. Lontano da connessioni e rumori urbani, Acone invita alla contemplazione e alla riscoperta del ritmo naturale della vita.

Infine, in Molise, il borgo di Civitacampomarano, arroccato a 520 metri di altitudine, si caratterizza per il silenzio che avvolge la vallata e l’assenza di segnali digitali già lungo la strada di accesso. La mancanza di cartelli e mappe digitali affidabili trasforma il viaggio in un’esperienza di presenza e fiducia, dove ogni passo si vive nel momento presente.

L’Italia capitale del turismo lento e della riscoperta dei cammini

Secondo una recente indagine Enit, condotta in collaborazione con Touring Club e Ipsos, l’Italia si conferma meta privilegiata per il turismo slow, grazie a una rete di oltre 100 cammini che coprono circa 30 mila chilometri. Questi percorsi, spesso dotati di siti web dedicati, consentono ai turisti di organizzare escursioni dettagliate, favorendo un’esperienza all’aria aperta tra natura e cultura.

Le regioni più apprezzate includono il Trentino-Alto Adige, la Toscana, l’Umbria e la Sicilia. Il turismo lento coinvolge già una significativa percentuale di italiani e stranieri: il 17% degli italiani e fino al 25% degli inglesi ha scelto di trascorrere le proprie vacanze percorrendo itinerari naturalistici italiani. La tendenza è in crescita, con un interesse marcato anche tra i turisti francesi e tedeschi.

Tra i cammini più famosi figurano la Via Francigena, la Via degli Dei e il Cammino dei Cappuccini nelle Marche, ma anche molte mete meno note stanno guadagnando popolarità grazie alla loro capacità di offrire autenticità e un contatto diretto con il territorio.

Ivana Jelinic, presidente e CEO di Enit, sottolinea la necessità di sviluppare un’offerta integrata e performante per valorizzare queste rotte, mentre Massimiliano Vavassori, direttore del centro studi Touring Club, evidenzia il valore culturale e sostenibile di questa forma di turismo in crescita nel Paese.

Questi borghi senza linea e gli itinerari per il turismo lento rappresentano dunque una risposta concreta alla crescente domanda di esperienze autentiche, dove la tecnologia cede il passo a un ritmo più umano e naturale, capace di rigenerare corpo e mente.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia