Joe Bastianich: “Il vero successo è sentirsi vivi”

A 57 anni, Joe Bastianich debutta per la prima volta a teatro con “Money. Il bilancio di una vita”, uno show con musica dal vivo che attraversa Italia e Stati Uniti. Imprenditore, ristoratore e personaggio televisivo di fama internazionale; dopo un passato nella finanza, ha costruito un impero nella ristorazione con oltre trenta ristoranti tra Stati Uniti e Italia, tra cui il celebre Babbo e contribuendo anche all’espansione negli USA di Eataly. Con la sua famiglia ha investito in Italia nel settore vinicolo con la Bastianich Winery a Cividale del Friuli. Ha portato negli USA il popolare brand fiorentino All’Antico Vinaio, trasformandolo in un successo globale e in Italia l’autentica cucina americana con Joe’s American.
Noto al grande pubblico per Masterchef USA e Masterchef Italia, Bastianich dal 24 ottobre sarà in tour nei più importanti teatri italiani con uno show che unisce tutti i modi di comunicare dell’imprenditore “Lo spettacolo parla proprio di questo: trovare il bilancio giusto tra arte e impresa” ci racconta.
Questo è il suo debutto a teatro. Cosa ha trovato in questo linguaggio che ancora non aveva sperimentato?
Di scrittura ne ho fatta tanta: ho scritto libri, ho pubblicato canzoni. Ma il teatro è un’altra cosa. È l’occasione per unire tutti i miei modi di comunicare. Il palco ha un potere unico: è diretto, personale, senza filtri. La televisione, la musica, la ristorazione sono mondi diversi, ma il teatro è l’apice di tutto, perché mi permette di parlare in modo autentico, guardando le persone negli occhi.
Cosa vedremo sul palco?
Lo spettacolo si chiama Money il bilancio di una vita, ma non parla solo di soldi. I soldi sono un pretesto per affrontare i grandi temi dell’esistenza: l’amore, la famiglia, l’ambizione, i rapporti umani. La scena è ambientata in un mio ristorante che una sera decido di chiudere. I camerieri, i cuochi, i musicisti diventano i personaggi che rappresentano aspetti diversi della vita. Attraverso loro raccontiamo come il denaro può essere un aiuto, ma anche un ostacolo, e come ci costringa a confrontarci con le nostre verità più scomode.
Un imprenditore come lei e un attore: cosa hanno in comune?
Nulla. Ma in realtà io non interpreto un personaggio. Sul palco sono me stesso, con tutte le mie sfumature: l’imprenditore, il ristoratore, il padre, il marito. Mi viene naturale.
È più difficile far uscire un cliente soddisfatto da un ristorante o uno spettatore emozionato dal teatro?
Sono due forme di responsabilità diverse, ma entrambe enormi. Nella mia vita ho servito milioni di clienti, ora provo a emozionare il pubblico in un modo nuovo. Voglio che in quelle due ore gli spettatori ridano, piangano, riflettano e si godano un viaggio tra musica e racconto.
Lo spettacolo tocca temi molto attuali: il potere, l’economia, l’immigrazione…
Io vengo da una famiglia di immigrati del dopoguerra. Mio padre e mia madre sono arrivati in America senza nulla, aiutati dalla Caritas. L’immigrazione e il denaro sono stati sempre parte della mia storia. Lavoro, risparmio, sacrificio, investimento: sono concetti che ho respirato fin da bambino. Oggi, parlare di questi temi significa anche raccontare come quel sogno di riscatto continua a vivere, in un mondo che purtroppo affronta sfide simili, ma con contorni diversi.
Tornando a lei, qual è stato nella sua carriera l’obiettivo economico che più l’ha soddisfatta?
Per me il denaro non è mai stato l’obiettivo, ma la conseguenza. Cerco di fare le cose bene, con passione, e i risultati arrivano. Ho aperto più di cinquanta ristoranti nel mondo, ho fondato e venduto aziende, ho portato due società in Borsa. È una grande soddisfazione creare valore e poi vederlo riconosciuto.
Cos’è per lei il successo?
Il successo è poter vivere facendo ciò che ami, e riuscire anche a guadagnarci. Quando trovi la tua strada, non lavori più: vivi semplicemente la tua passione.
Non mi sento mai arrivato. Ed è un bene. Mi concentro su ciò che devo fare, sul prossimo progetto, senza pensare troppo ai risultati. Se arrivano, bene. Ma il vero successo è continuare a creare, a migliorarsi, a sentirsi vivi.
Il grande pubblico la associa al business della ristorazione, ma una passione che le persone non conosce di lei?
Proprio quella che porto a teatro. La musica, il canto, la scrittura: sono le cose che occupano metà della mia mente. Il teatro mi permette di metterle insieme e trasformarle in un progetto vero, imprenditoriale ma anche artistico. È il mio equilibrio. Non potrei vivere solo di business, mi svuoterei. E non potrei vivere solo di arte, perché non pagherei l’affitto. Lo spettacolo parla proprio di questo: trovare il bilancio giusto tra arte e impresa.
Che musica ascolta Joe Bastianich?
Un po’ di tutto: classica, jazz, country, folk. Stamattina, venendo qui per fare questa intervista, ascoltavo Neil Young e Mumford & Sons. In palestra invece techno. La musica mi accompagna sempre, è la colonna sonora del mio umore.
L’articolo Joe Bastianich: “Il vero successo è sentirsi vivi” è tratto da Forbes Italia.
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