Le navi della Flotilla stanno per entrare in una zona a "rischio blocco", Meloni: "Si fermino ora"

AGI - Le barche della Global Sumud Flotilla si avvicinano sempre di più alla costa di Gaza, e malgrado gli alert della Marina militare italiana non si fermeranno, andando incontro al rischio di blocco, in quale forma si vedrà stanotte, delle autorità israeliane. Nel pomeriggio di oggi (30 settembre), alle 16.30, la Nave Alpino della Marina Militare, raggiunta una distanza di circa 180 miglia nautiche dalle coste, ha diramato un primo avviso ai militanti della Flotilla avvertendo che, in assenza di variazioni di rotta e velocità, alle 2 di notte circa i natanti raggiungeranno verosimilmente il limite delle 150 miglia nautiche da Gaza.
Superato questo limite, ha fatto sapere la Marina (e l'alert alle barche ha rimarcato) la nave Alpino si fermerà: sarà disponibile ad accogliere chiunque di Flotilla voglia trasferirsi a bordo, ma non continuerà a seguire le imbarcazioni. Un ulteriore alert sarà diramato quando le barche della Flotilla arriveranno a 150 miglia dalla costa di Gaza. Tuttavia i militanti non si fermeranno: "Questa notte probabilmente Israele ci attaccherà perché tutti i segnali portano a dedurre che accadrà", ha detto la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia.
"Noi chiediamo che nel momento stesso in cui qualcosa dovesse succedere a quelle barche, nel momento stesso in cui perderemo il contatto con loro, nel momento stesso in cui dovessimo avere anche soltanto la certezza che uno di loro sia stato arrestato e non potremo più metterci in contatto con loro vi prego, vi preghiamo a nome di tutti coloro che sono su quelle barche: scendiamo nelle strade, scendiamo nelle piazze, creiamo dei presidi, andiamo a chiedere che venga applicato tutto il diritto internazionale".
E sul caso resta alta l'attenzione del Governo: "Ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano - ha detto il ministro Antonio Tajani - per chiedere di non usare violenza qualora dovessero fermare gli italiani della Flotilla. Non sono lì con intenti di guerra. Bisogna assolutamente evitare che ci siano problemi con chicchessia". Mentre Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha lanciato "un ultimo appello" agli attivisti della Global Sumud Flotilla "affinché prendano atto" della possibile tregua a Gaza che si prospetta con il nuovo piano Usa e "affinché utilizzino una delle soluzioni alternative prospettate da più parti, 'in primis' il Patriarcato della Chiesa cattolica, per far arrivare gli aiuti".
L'appello della premier
La premier Giorgia Meloni torna a chiedere alla missione umanitaria Flotilla di fermarsi e di ascoltare l'appello del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Soprattutto ora, dopo il piano di pace tra israeliani e palestinesi lanciato dal presidente americano Donald Trump. "Con il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione", scrive la premier in una dichiarazione.
"Questa speranza - osserva - poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti", dice la premier. "Ogni altra scelta - sottolinea il presidente del Consiglio - rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire cosi' soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo". "È il tempo della serietà e della responsabilità", conclude Meloni nella nota.
Il botta e risposta tra Flotilla e Meloni
"La Presidente del Consiglio ha definito la Global Sumud Flotilla un pericolo per il "piano di pace" americano. Avete letto bene: civili disarmati, attivisti nonviolenti e navi cariche di farina e medicinali sarebbero una minaccia alla stabilità. Il paradosso è evidente: si chiama pace un progetto che condanna Gaza a restare prigione a cielo aperto, e si bollano come "nemici" coloro che tentano di spezzare un assedio illegale". Lo scrive in una nota la Global Sumud Flotilla, sottolineando che "stanotte non è a rischio solo l'equipaggio della Flotilla, ma il diritto internazionale stesso, calpestato da un Governo che preferisce accodarsi ai diktat di una strategia neocoloniale. Diversi Paesi hanno scelto di rispettare la legge; l'Italia, invece, certifica la propria noncuranza. Colpisce che la Presidente Meloni non abbia mai pronunciato la parola "legalità" e non abbia citato l'artefice del genocidio: lo Stato di Israele. Non una calamità naturale, non una "guerra", ma la responsabilità precisa di un potere che assedia, affama e bombarda una popolazione civile. A fine agosto l'OMS aveva lanciato l'allarme: entro la fine di settembre oltre 640 mila persone a Gaza sarebbero entrate in carestia l'equivalente dell'intera città di Palermo. La vera minaccia - conclude la nota - è l'assedio, non la Flotilla".
La risposta della presidente del Consiglio è arrivata su X: "Leggo con stupore le parole della Flotilla che mi accusa di considerare "un pericolo" civili disarmati e navi cariche di aiuti. La verità è semplice: quegli aiuti possono essere consegnati senza rischi attraverso i canali sicuri già predisposti. Insistere nel voler forzare un blocco navale significa rendersi - consapevolmente o meno - strumenti di chi vuole far saltare ogni possibilità di un cessate il fuoco. Perciò risparmiateci le lezioni di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l'escalation. E non strumentalizzate la popolazione civile di Gaza se non vi interessa davvero il loro destino".
Qual è la tua reazione?






