Leone XIV: “Camminare insieme verso Cristo”

Settembre 14, 2025 - 01:00
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Leone XIV: “Camminare insieme verso Cristo”

Papa Leone XIV ha rivolto un accorato appello ai partecipanti del seminario internazionale “Creato, natura, ambiente per un mondo di pace”, promosso dalla Pontificia Accademia di Teologia. Il Santo Padre ha sottolineato l’urgenza della sostenibilità ambientale e della custodia del creato come pilastri per la sopravvivenza dell’umanità e la costruzione di una convivenza pacifica. Ha esortato a una “teologia in uscita”, capace di dialogare con le scienze, le culture e le sfide contemporanee, comprese quelle digitali, per incarnare il Vangelo nel cuore dell’esperienza umana.

Le parole del Santo Padre

“La sostenibilità ambientale e la custodia del creato sono impegni irrinunciabili per la sopravvivenza del genere umano e hanno un immediato riflesso sull’organizzazione delle nostre società e sulla possibilità di una convivenza umana pacifica e solidale”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza, nella Sala Clementina, i partecipanti al seminario internazionale “Creato, natura, ambiente per un mondo di pace”, promosso dalla Pontificia Accademia di Teologia (Path). “Avete riflettuto su tematiche di urgente attualità, che mi stanno molto a cuore, come anche ai miei predecessori San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco”, ha esordito Leone XIV, secondo il quale “qualsiasi sforzo per migliorare le condizioni ambientali e sociali del nostro mondo richiede l’impegno di tutti, ciascuno per la sua parte, in un atteggiamento di solidarietà e collaborazione che superi barriere e limiti regionali, nazionali, culturali e anche religiose”.

Teologia in uscita

Oggi serve “una teologia in uscita, che unisce il rigore scientifico alla passione per la storia, una teologia perciò incarnata, intrisa dei dolori, delle gioie, delle attese e delle speranze dell’umanità delle donne e degli uomini del nostro tempo”. Ne è convinto il Papa, che ha raccomandato loro “una teologia sapienziale, sul modello di quella elaborata dai grandi Padri e maestri dell’antichità, che, docili allo Spirito, seppero coniugare fede e ragione, riflessione, preghiera e prassi”. A questo proposito, Leone ha citato “l’esempio sempre attuale di Sant’Agostino, la cui teologia non è mai stata una ricerca puramente astratta ma sempre frutto dell’esperienza di Dio e della relazione vitale con Lui. Un’esperienza iniziata già prima del battesimo, quando egli si sentì guidato nell’intimo del cuore da una luce ineffabile, e poi proseguita lungo il cammino della sua vita, anche attraverso una riflessione teologica incarnata e capace di rispondere alle esigenze spirituali, dottrinali, pastorali e sociali del suo tempo”. “Se Agostino ha avviato questo percorso con un’impronta esistenziale e affettiva, partendo dall’interiorità e riconoscendo la ‘Verità che abita dentro di noi’ – ha proseguito il Papa – San Tommaso d’Aquino lo ha sistematizzato con gli strumenti della ragione aristotelica, costruendo un solido ponte tra la fede cristiana e la scienza di tutti, intendendo la teologia come una sapida scientia, ossia sapientia. Questo ci rimanda a un altro grande pensatore più recente, il beato Antonio Rosmini, il quale ‘considerava la teologia una espressione sublime di carità intellettuale, mentre chiedeva che la ragione critica di tutti i saperi si orientasse all’Idea di Sapienza”.

L’appello

La Dottrina sociale della Chiesa è chiamata oggi a “dare risposte sapienti anche alle sfide digitali”, perché la dignità umana è “irriducibile ad ogni androide digitale”. Secondo Leone XIV, la teologia deve dialogare “con le scienze, la filosofia, l’arte e l’esperienza umana tutta”: “Il teologo o la teologa è una persona che vive, nel suo stesso teologare, l’ansia missionaria di comunicare a tutti il ‘sapere’ e il ‘sapore’ della fede, perché possa illuminare l’esistenza, riscattare i deboli e gli esclusi, toccare e guarire la carne sofferente dei poveri, aiutarci a costruire un mondo fraterno e solidale e condurci all’incontro con Dio”. Nel dettaglio, per il Pontefice, “non basta un approccio esclusivamente etico al complesso mondo dell’intelligenza artificiale; occorre invece riferirsi a una visione antropologica che fondi l’agire etico e, dunque, ritornare alla domanda di sempre: chi è l’uomo, qual è la sua dignità infinita, irriducibile ad ogni androide digitale?”. Di qui la necessità di “coltivare una teologia fondata sull’incontro personale e trasformante con Cristo e tesa a incarnarsi nelle concrete vicende dell’umanità odierna”. “Vi incoraggio a dialogare, oltre che con la filosofia, anche con la fisica, la biologia, le scienze economiche, quelle giuridiche, la letteratura, la musica, per arricchirsi e arricchire, per portare il lievito buono del Vangelo nelle differenti culture, nell’incontro con credenti di altre fedi religiose e con i non credenti”, l’invito finale, insieme a quello a far sì che la Pontificia Accademia di Teologia “diventi luogo di incontro e di amicizia tra i teologi, luogo di comunione e condivisione in cui poter camminare insieme verso Cristo”.

Fonte: Agensir

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