Leone XVI: “Fraternità significa riscoprire il volto dell’altro”

Nella Sala Clementina, Papa Leone XIV ha accolto i partecipanti al “World Meeting on Human Fraternity 2025”, in programma a Roma oggi e domani. L’evento, che coinvolge premi Nobel, artisti, leader e rappresentanti della società civile, è dedicato a temi cruciali come pace, sostenibilità, lavoro, intelligenza artificiale e solidarietà tra le generazioni. Il Santo Padre ha lanciato un forte appello contro la guerra e a favore della fraternità universale, invitando tutti a costruire alleanze fondate sulla cura, il dono e la fiducia, pilastri di un’umanità realmente condivisa.
Le parole del Santo Padre
Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Leone XIV riceve in Udienza i partecipanti al “World Meeting on Human Fraternity”. Il World Meeting on Human Fraternity 2025, in programma a Roma oggi e domani, prevede 15 tavoli tematici su argomenti come agricoltura, ambiente, sostenibilità, lavoro, intelligenza artificiale, arte, sport, politica. “Il pianeta è segnato da conflitti e divisioni, e a maggior ragione siete uniti da un forte e coraggioso no alla guerra e da un ‘sì’ alla pace e alla fraternità”, dice subito il Santo Padre ai presenti in Sala Clementina. “Fratello, sorella, dove sei?”, ripete Leone. “Dove sei nel commercio delle guerre che distruggono le vite dei giovani costretti a prendere le armi; prendendo di mira civili indifesi, bambini, donne e anziani; devastando città, campagne e interi ecosistemi, lasciando solo macerie e dolore al loro passaggio?”, chiede il Pontefice parlando in italiano e in inglese.
La fraternità
“Riconoscere che l’altra persona è un fratello o una sorella significa liberarci dalla finzione di credere di essere individui isolati o dalla logica di formare relazioni solo per interesse personale”. Ne è convinto il Papa, che nella parte in inglese del discorso rivolto ai partecipanti al Meeting sulla fraternità umana ha spiegato come “non è solo l’interesse personale che ci spinge a entrare in relazione”: “Le grandi tradizioni spirituali e la maturazione del pensiero critico ci permettono di andare oltre legami di sangue o etnici, oltre quella parentela che riconoscono solo chi è simile e rifiutano chi è diverso”. Nella Bibbia, ha osservato Leone XIV, “sono i testi più recenti e maturi a narrare una fraternità che trascende i confini etnici del popolo di Dio e si fonda su una umanità comune”: “Le storie della creazione e le genealogie testimoniano che tutti i popoli, anche i nemici, hanno la stessa origine, e la Terra, con i suoi beni, è per tutti, non solo per alcuni”. Come si legge nella Fratelli tutti di Papa Francesco: “L’amicizia sociale e la fraternità universale richiedono necessariamente un riconoscimento del valore di ogni persona umana, sempre e dovunque”. “La fraternità è il nome più autentico per la vicinanza”, ha commentato il Pontefice: “significa riscoprire il volto dell’altro. Per coloro che credono, riconoscono il mistero: l’immagine stessa di Dio nel volto del povero, del rifugiato e persino dell’avversario”.
L’esortazione
“Individuare percorsi, locali e internazionali, che sviluppino nuove forme di carità sociale, di alleanze tra saperi e di solidarietà tra le generazioni”. È l’invito con cui il Papa ha concluso il suo discorso. “Siano percorsi popolari, che includano anche i poveri, non come destinatari di aiuto, ma come soggetti di discernimento e di parola”, l’altra raccomandazione di Leone XIV, che ha incoraggiato i presenti, tra cui alcuni Premi Nobel, a “proseguire in questo lavoro di semina silenziosa” da cui può nascere “un processo partecipativo sull’umano e sulla fraternità, che non si limiti a elencare i diritti, ma includa anche azioni e motivazioni concrete che ci rendono diversi nella vita di tutti i giorni”. “Abbiamo bisogno di una estesa alleanza dell’umano, fondata non sul potere, ma sulla cura”, la tesi di Papa Leone: “non sul profitto, ma sul dono; non sul sospetto, ma sulla fiducia”. “La cura, il dono, la fiducia non sono virtù per il tempo libero”, il monito del Papa: “sono pilastri di un’economia che non uccide, ma intensifica e allarga la partecipazione alla vita”. Infine, un grazie agli artisti che parteciperanno al concerto di domani in piazza San Pietro e ai Premi Nobel presenti, “sia per aver redatto la Dichiarazione sulla fraternità umana del 10 giugno 2023, sia per la testimonianza che danno nei consessi internazionali”. “Continuate a far crescere la spiritualità della fraternità attraverso la cultura, i rapporti di lavoro, l’azione diplomatica”, l’esortazione finale.
Fonte: Agensir
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