L’industria italiana è ferma, ma Landini va in piazza per Gaza. Ecco perché la sinistra perde

Ottobre 4, 2025 - 22:00
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L’industria italiana è ferma, ma Landini va in piazza per Gaza. Ecco perché la sinistra perde

Personalmente ritengo positivo che i giovani tornino in piazza. Credo che il massacro di Gaza meriti l’impegno. Trovo invece detestabile che le piazze vengano strumentalizzate da un sindacato in crisi che non è riuscito a indire uno sciopero generale davanti alla più grande operazione di deindustrializzazione mai avvenuta in Italia. Parlo di Stellantis, nata solo grazie alla garanzia di 5,9 miliardi rilasciata dallo stato. Oggi l’Italia produce 320 mila veicoli. Poco più del Portogallo.

 

Il nostro paese è stato superato non solo da tutti i grandi paesi europei ma anche dall’Ungheria. Una vergogna nazionale taciuta dalla sinistra e da Landini per una sola e unica ragione: Elkann è proprietario del più importante giornale della sinistra. Non si contano gli scioperi lanciati da Landini contro Marchionne quando la produzione italiana era in crescita e più che doppia rispetto all’attuale. In quel momento il segretario della Cgil ritenne che la leadership della sinistra – che è il suo unico obiettivo – potesse arrivargli da quel conflitto. Poi è passato ai fallimentari referendum e ora cavalca il dramma palestinese ingaggiando una gara con l’Usb. Il tutto ovviamente promosso da Repubblica, sempre favorevole agli scioperi, purché non tocchino gli interessi del suo editore. Vi chiedete perché la sinistra perde? Landini è la risposta. Lo sciopero politico è un addio alla politica. Quella costruita per cambiare e migliorare un paese, i redditi dei lavoratori, le condizioni di vita. Un giornalista di sinistra ha recentemente detto che la Palestina è diventata il “Viagra di una sinistra impotente”. Landini ne è l’emblema.

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Redazione Redazione Eventi e News