L’Ue sgomita per non rimanere tagliata fuori dal piano di pace per Gaza

Ottobre 10, 2025 - 14:30
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L’Ue sgomita per non rimanere tagliata fuori dal piano di pace per Gaza

Bruxelles – La grande esclusa dai negoziati, fin dall’inizio. Da un lato gli Stati Uniti, dall’altro Turchia, Qatar, Egitto. L’Unione europea ha assistito inerme per due anni all’atroce conflitto tra Israele e Hamas a Gaza, limitandosi a lanciare vani appelli al rispetto del diritto internazionale e cercando di facilitare l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia. Ora che prende piede il piano in 20 punti stilato da Donald Trump, Bruxelles sgomita per poter fare la sua parte.

L’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, non ha dubbi: “Siamo i maggiori donatori alla Palestina in termini di aiuti umanitari, ma anche all’Autorità palestinese. Pertanto, ritengo che, dato il nostro contributo, dovremmo essere presenti al tavolo delle trattative per discutere”, ha affermato ieri (9 ottobre) a Parigi, dove il presidente Emmanuel Macron ha riunito i ministri degli Esteri di alcuni Paesi europei e arabi per discutere dell’implementazione del piano di Trump. Al tavolo, oltre alla Commissione europea rappresentata da Kallas, c’erano gli ‘E4’ (Francia, Germania, Regno Unito, Italia) e 5 della Lega Araba (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Giordania, Egitto). E poi Spagna, Canada, Turchia e Indonesia.

Il vertice, pianificato dopo la presentazione del piano da parte di Trump e Netanyahu, ha assunto un nuovo senso d’urgenza dopo l’ok di Hamas e del gabinetto di sicurezza israeliano al cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane a una linea concordata. “La prima fase dell’accordo di Gaza rappresenta un passo importante verso la pace. Ovviamente, dobbiamo pianificare il futuro e questo è il motivo per cui siamo qui. Qualsiasi piano, per funzionare, necessita anche del sostegno internazionale”, ha dichiarato il capo della diplomazia europea.

Il primo messaggio, è di unità nel sostenere il piano trumpiano. Ma sulla sua implementazione, i dubbi rimangono. Così come i timori di rimanerne tagliati fuori. “L’UE ha un ruolo importante da svolgere in termini di attuazione”, è la linea ribadita oggi dalla Commissione europea.

L’Eliseo insiste perché il futuro della Striscia non sia lasciato nelle sole mani di Donald Trump: “Abbiamo tutti un ruolo da svolgere nella Forza di stabilizzazione” che avrà il compito di garantire la pace e nella governance dell’autorità di transizione, ha rivendicato Macron. Secondo l’Eliseo, il processo va inquadrato nell’ambito delle Nazioni Unite. Francia e Regno Unito spingono perché sia l’Onu a garantire i tempi e le regole di ingaggio di una presenza militare internazionale a Gaza. Dopodiché, bisognerà dipanare i dubbi sul ‘Consiglio di Pace’  immaginato da Trump e da Tony Blair, che amministrerà temporaneamente la Striscia e includerebbe altri capi di stato “da annunciare”.

Anche dal punto di vista militare, l’Unione europea “è pronta a fare la sua parte”, dispiegando nuovamente la missione EUBAM Rafah al valico di frontiera di Rafah e rinnovando il mandato della missione EUPOL COPPS, che ha l’obiettivo di formare e supportare le forze di polizia palestinesi, perché possa “aiutare anche la forza di stabilizzazione”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia