Malattia renale cronica, una dieta con meno proteine può allontanare la dialisi (e far risparmiare il SSN) 

Settembre 10, 2025 - 02:00
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Malattia renale cronica, una dieta con meno proteine può allontanare la dialisi (e far risparmiare il SSN) 

Con la terapia nutrizionale possibili risparmi per 33 milioni di euro in due anni sino a 400 milioni in 10 anni. L’80% dei pazienti con malattia renale cronica non è mai stato informato delle potenzialità della terapia nutrizionale conservativa

La vita in dialisi non è sicuramente una passeggiata, un impegno significativo che comporta rinunce, fatica, e un’organizzazione costante della vita quotidiana.

Ma la dialisi rappresenta anche un costo importante per la sanità italiana: ogni paziente in dialisi costa al Sistema Sanitario Nazionale 50mila euro all’anno, mentre un protocollo nutrizionale a basso contenuto proteico con supplementi a base di chetoanaloghi – capace di ritardare significativamente la progressione della malattia renale cronica e posticipare l’ingresso in dialisi anche di diversi anni – costa appena 1.200 euro annui.

Attualmente i 50mila pazienti dializzati in Italia, (che corrispondono allo 0,1% della popolazione), assorbono circa 2,5 miliardi di euro l’anno, pari al 2% delle risorse dell’intero Sistema Sanitario Nazionale. Eppure, una soluzione esiste ed è sia alla portata dei sanitari che efficace per i pazienti. 

È quanto fotografato dalla nuova indagine condotta dall’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto (ANED) appena pubblicata sul Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi. L’indagine di ANED è stata svolta su 180 pazienti, la maggior parte dei quali in trattamento emodialitico, ma vi erano pazienti in dialisi peritoneale, in terapia conservativa e con trapianto renale.

La malattia renale cronica interessa circa il 6% della popolazione italiana, mentre sono circa 50.000 le persone attualmente in dialisi. La terapia nutrizionale è parte di un percorso di cura e follow-up che deve essere monitorato da dietisti e dal nefrologo almeno tre o quattro volte l’anno per valutarne l’efficacia e l’aderenza terapeutica.

I vantaggi della dieta a basso contenuto proteico

Uno studio aveva già valutato la costo-efficacia della dieta a bassissimo contenuto proteico supplementata con chetoanaloghi, paragonandola con una a contenuto proteico basso/moderato. Se la dieta più restrittiva in termini proteici fosse adottata da un ulteriore 40% dei pazienti, si potrebbero risparmiare 33 milioni di euro in due anni, che diventerebbero 210 milioni di euro già alla fine dei primi 5 anni e 420 milioni a 10 anni.

Con meno spesa si può migliorare la vita dei pazienti con malattia renale cronica

«Con una spesa 40 volte inferiore si potrebbe non solo migliorare drasticamente la qualità di vita di migliaia di pazienti, ma anche generare risparmi milionari per le casse pubbliche. Eppure, la nostra indagine rivela che oltre l’80% dei pazienti con malattia renale cronica non è mai stato informato delle potenzialità della terapia nutrizionale conservativa, perdendo anni preziosi di vita normale prima dell’inevitabile approdo alla dialisi. Non si tratta solo di numeri, ma di vite umane che potrebbero essere vissute diversamente», dichiara il Dottor Antonio Santoro, Direttore del Comitato Scientifico ANED. «Ogni anno di dialisi evitato significa libertà, viaggi, lavoro, famiglia. Significa dignità» aggiunge.

Alla domanda se nel corso della loro storia di malattia era stata loro proposta una terapia nutrizionale, il 73% ha risposto in maniera affermativa. Quindi un ottimo risultato in termini di efficienza da parte dei Centri prescrittori.

Alla domanda se nel Centro esistesse un ambulatorio dedicato alla fase precedente alla dialisi il 41,2% ha dato una risposta affermativa, dichiarando che i pazienti vengono seguiti attentamente nelle fasi avanzate della loro malattia.

Un altro quesito ha riguardato il tipo di terapia nutrizionale consigliato. Come si può vedere, nel 50% dei casi è stata consigliata una dieta ipoproteica con alimenti specifici. Solo nel 6% dei casi è consigliata una dieta fortemente ipoproteica con alimenti tipo chetoanaloghi, però nel 5,3% dei casi viene solo consigliato un ridotto apporto di sale. Nel 6% si consiglia di ridurre sino a 0,8 g/per chilo di peso corporeo le proteine nella dieta. Purtroppo, però, il 29,3% dei pazienti risponde di non sapere cosa gli è stato consigliato e quindi si desume che il paziente non sia stato sufficientemente coinvolto su questo argomento.

Vantaggi clinici ed economici – «È uno di quei casi in cui il vantaggio clinico si traduce anche in un vantaggio economico – sottolinea il Prof Ciro Esposito, Specialista in Nefrologia presso gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri di Pavia -. Trattare anche solo 100 pazienti con un regime proteico restrittivo e supplementazione permetterebbe di risparmiare tra 1 e 3,5 milioni di euro e ritardare l’ingresso in terapia dialitica in totale sicurezza».

Benefici sulla mortalità

Di non secondaria importanza è anche l’impatto sulla mortalità: nelle persone che seguivano il regime dietetico più restrittivo era significativamente più basso rispetto alle persone in dialisi, con un evidente vantaggio nei pazienti più giovani.

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