Meloni tra Porta a Porta e 5 minuti: “Io, il ministro Tajani e Crosetto denunciati alla CPI per concorso in genocidio. Lo sciopero? Pretestuoso” VIDEO

Ottobre 9, 2025 - 10:00
 0
Meloni tra Porta a Porta e 5 minuti: “Io, il ministro Tajani e Crosetto denunciati alla CPI per concorso in genocidio. Lo sciopero? Pretestuoso” VIDEO

Serata televisiva intensa per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri è stata ospite prima di Cinque Minuti e poi di Porta a Porta, entrambi condotti da Bruno Vespa su Rai 1.

A Cinque Minuti Meloni ha dedicato ampio spazio al piano di pace presentato da Donald Trump per la crisi israelo-palestinese. “Penso che la proposta di piano di pace presentata da Trump apra più di uno spiraglio – ha detto –. Si tratta di una proposta molto articolata, che prevede alcune delle cose di cui abbiamo discusso e che abbiamo chiesto in questi anni: il rilascio degli ostaggi, il graduale ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza, il no a nuovi insediamenti in Cisgiordania, il disarmo di Hamas, fino a riconoscere l’aspirazione palestinese ad avere un proprio Stato”.

“È un piano su cui c’è stata una convergenza quasi totale, anche da Hamas seppur con qualche distinguo”, ha aggiunto.
Meloni ha però messo in guardia sulla fragilità del percorso: “È un percorso molto fragile, bisogna lavorarci tutti quanti insieme con forza. L’Italia c’è, come sanno tutti gli attori della regione, perché a questo ci siamo dedicati mentre altri sventolavano bandiere”.

Poi una stoccata alle opposizioni: “Mi sarebbe piaciuto che il Parlamento votasse a sostegno del piano all’unanimità, ma alcune forze di opposizione hanno deciso di non farlo. Il che è abbastanza bizzarro, perché lo sostiene anche Hamas”.

“Io ho grande rispetto delle manifestazioni, ne ho organizzate una infinità”

Sul fronte interno, la premier ha commentato le recenti manifestazioni pro-palestinesi: “Io ho grande rispetto delle manifestazioni, ne ho organizzate una infinità. Le violenze erano organizzate e preordinate, non da chi organizzava ma da un fenomeno un po’ più ampio. Uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore del 7 ottobre: quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva”. “Ma – ha aggiunto – ho grande rispetto per le persone scese in piazza per una questione sentita”.

Meloni è tornata poi sul tema dello sciopero generale della Cgil, definendolo “pretestuoso”. “Non sono stata particolarmente dura sullo sciopero – ha detto – ho detto quello che penso, cioè che era pretestuoso. Nei dieci anni in cui ha governato la sinistra la Cgil ha indetto sei scioperi generali, nei tre anni del mio governo quattro, lo fa mentre aumentano occupazione e salari e diminuisce la precarietà, e lo fa sulla politica estera, un unicum nella storia del sindacato”. “Si vede – ha concluso – che la Cgil è molto più interessata a difendere la sinistra che i lavoratori”.

Sulle polemiche attorno al blocco navale di Israele a Gaza, la premier ha replicato a Giuseppe Conte: “Conte e compagnia dicono che è illegittimo. Il blocco navale c’è dal 2009, non si era accorto Giuseppe Conte che c’era un blocco navale? Perché non ha posto il problema allora? Altrimenti davvero rischia di diventare tutto strumentale e non aiuta le possibilità che oggi ci sono di avere una pace”.

Nel secondo intervento della serata, ospite a Porta a Porta, Meloni interpellata sul voto regionale ha respinto ogni ipotesi di tensione interna: “Non vedo assolutamente nervosismi all’interno della maggioranza. Sono contenta di queste ulteriori due vittorie. Da quando si è votato alle politiche si è votato 16 volte in tre anni, tra Regioni e Province autonome, e il centrodestra ne ha vinte 12 su 16, il centrosinistra 3”. “Se volessimo avere un’idea di come vanno le cose – ha aggiunto – ce l’avremmo chiara”.

“Temo un clima che si sta imbarbarendo parecchio”

Più accorato il passaggio sul clima politico: “Temo un clima che si sta imbarbarendo parecchio. L’Italia ha già attraversato questa storia. Vedo tante cose che cominciamo a dare per normali e normali non sono. Io non conto più le minacce di morte, non faccio nemmeno in tempo a segnalarle”.

Meloni ha poi ricordato: “Io, il ministro Tajani e Crosetto e l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, siamo stati denunciati alla Corte penale internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere”.

Sulla manovra economica la premier ha spiegato: “Vorremmo darci l’obiettivo di dare un segnale al ceto medio, ci siamo concentrati finora su redditi medio bassi. Bisogna vedere le risorse. Parlare del ceto medio significa parlare della fascia che arriva ai 50mila euro”.

Sul sistema bancario: “Non ho intenti punitivi verso il sistema bancario, che è un asset della nazione. Confido si possa trovare una soluzione anche quest’anno, perché c’è chi ha potuto contare su uno scenario migliore, anche generato da quello che la politica ha fatto. Ci sono invece degli italiani che ancora vanno messi in sicurezza, e penso che si possa chiedere una mano come l’anno scorso”.

“L’Italia non ha autorizzato nuovi invii di armi a Israele dopo il 7 ottobre”

Capitolo politica estera. “L’Italia non ha autorizzato nuovi invii di armi a Israele dopo il 7 ottobre – ha ribadito –. Siamo fra le nazioni europee che hanno avuto la posizione più rigida”.

Sui rapporti con gli Stati Uniti e i dazi imposti da Washington: “Spero che dei margini, sulla media distanza, possano esserci. Ho spiegato agli amici americani che alcuni prodotti non li potranno mai coprire con le produzioni interne”.

Sul conflitto in Ucraina: “Credo che sia abbastanza evidente anche a Trump e agli americani che tra le due parti in causa quella che non è disponibile a fare passi in avanti è la Russia. Europa, Stati Uniti e Nato devono continuare a insistere insieme”.

E sulla difesa: “Io voglio un’Italia che non sia subalterna a nessuno. Per i nostri interessi nazionali, tranquillità e pace, è necessario spendere per la difesa”.

Sul fronte istituzionale, Meloni ha chiarito: “La legge elettorale non compete al governo ma al Parlamento. Io non sono contraria a una nuova legge elettorale, ma se si facesse ne vorrei una che va bene con il premierato, quindi con l’indicazione dei candidati premier su scheda”.

Sulla riforma della giustizia: “Penso che stiamo dando all’Italia e alla giustizia un’occasione storica: liberare la magistratura dai condizionamenti della politica. Sono norme di buonsenso, condivise dalla maggioranza degli italiani”.

Capitolo riforme. L’autonomia differenziata, ha detto, “è una delle principali riforme del governo che vogliamo portare a termine. Sulle materie non Lep, con le regioni che ne hanno fatto richiesta, penso che per la fine di quest’anno qualcosa vedremo”.

Sulle liste d’attesa nella sanità, la premier ha ricordato che “nei primi sette mesi di quest’anno sono state fatte un milione di prestazioni in più rispetto al 2024” e ha chiesto la collaborazione dei medici di base per ridurre gli esami “indebiti”.

Meloni ha chiuso con una riflessione politica e personale: “Temo che ci sia un clima che può peggiorare se non richiamiamo tutti al senso di responsabilità. Io so stare nel conflitto della politica, ma stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di diverso, e penso si stia sottovalutando. Attenzione, perché poi le cose sfuggono di mano”.

E infine, a chi le attribuisce ambizioni per il Quirinale, ha risposto secca: “Il problema di quelli che hanno passato tutta la vita a pensare a che incarico dovessero ricoprire è che pensano che tutti siano come loro. Io sto facendo il presidente del Consiglio: mi basta e mi avanza”.

L'articolo Meloni tra Porta a Porta e 5 minuti: “Io, il ministro Tajani e Crosetto denunciati alla CPI per concorso in genocidio. Lo sciopero? Pretestuoso” VIDEO proviene da Blitz quotidiano.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia