Netanyahu incontra Trump e si scusa con il Qatar per l’attacco a Doha. Cosa prevede il piano Usa su Gaza in 20 punti

Banjamin Netanyahu è arrivato alla Casa Bianca ed è stato accolto da Donald Trump. Il premier israeliano è a Washington per discutere il piano Usa per la tregua e il dopoguerra a Gaza. “Sono molto fiducioso di raggiungere l’accordo”, ha detto Trump dopo l’arrivo del premier israeliano.
Come spiegato dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, l’accordo quadro di cui hanno discusso i due leader per porre fine alla guerra a Gaza e garantire una pace duratura in Medio Oriente prevede 21 punti e, come dichiarato da un alto funzionario dell’organizzazione terroristica, non è stato ancora discusso con Hamas.
Cosa prevede l’accordo su Gaza
Nei primi due punti, l’accordo prevede che la Striscia “sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini” e che “sarà riqualificata a beneficio della popolazione di Gaza che ha sofferto più che abbastanza”.
Se le parti accetteranno la proposta di Donald Trump per Gaza, gli ostaggi nelle mani di Hamas saranno liberati entro 72 ore, vivi o morti. In cambio della liberazione degli ostaggi israeliani, Israele libererà 250 prigionieri palestinesi.
E ancora: “Gaza sarà governata sotto l’amministrazione transitoria temporanea di un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle municipalità per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati e da esperti internazionali, con la supervisione e il controllo di un nuovo organismo transitorio internazionale, il ‘Board of Peace’, che sarà presieduto e guidato dal Presidente Donald J. Trump, insieme ad altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, incluso l’ex Primo Ministro Tony Blair”.
La telefonata di scuse con il Qatar
Netanyahu, durante l’incontro con Trump, ha chiamato il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani e si è scusato per aver violato la sovranità del Qatar nell’attacco a Doha, esprimendo inoltre rammarico per l’uccisione di una guardia di sicurezza del Qatar. Le scuse israeliane per l’attacco erano una condizione fondamentale per il Qatar per riprendere i negoziati con Hamas su un accordo per porre fine alla guerra a Gaza e liberare gli ostaggi rimasti.
Il 9 settembre Israele tentò di eliminare i leader di Hamas con un attacco a Doha, riuscendo solo a uccidere funzionari di basso livello, e suscitando indignazione nel mondo arabo. Il Qatar, storico alleato americano, è stato il principale mediatore tra Israele e Hamas fin dall’inizio della guerra a Gaza.
La telefonata non è piaciuta al ministro di ultradestra israeliano Itamar Ben Gvir, che su X ha commentato: “Chi manda mostri a bruciare bambini, stuprare donne e rapire anziane deve sapere che non esiste un posto al mondo in cui sia al sicuro. È ora di dire al mondo la verità: il Qatar è uno Stato che sostiene il terrorismo, lo finanzia e lo alimenta. Nessuna somma di denaro potrà lavare via il terrorismo dalle loro mani”. Ben Gvir ha definito invece l’attacco “importante, giusto e sommamente morale”.
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