Noleggio veicoli: è necessario superare burocrazia e vecchie norme fiscali


Negli ultimi anni si susseguono nuove normative tributarie sulle attività di noleggio dei veicoli che penalizzano le modalità di pagamento: Aniasa, associazione che rappresenta le imprese che svolgono attività di noleggio veicoli, car sharing e servizi collegati alla mobilità ci invia una lettera aperta, che pubblichiamo
A margine dell’evento specialistico Urania Policy & Business Forum, Italo Folonari, vicepresidente di Aniasa, l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende che operano nel settore del noleggio dei veicoli, ha fatto notare che il settore del noleggio degli autoveicoli dà ogni anno contributo alle casse erariali di quasi 3 miliardi di euro all’anno e, oggi, necessita di un nuovo regime di tassazione.
La richiesta di Aniasa: superare burocrazia e vecchie norme fiscali
Riceviamo dall’associazione facente parte di Confindustria una lettera aperta, firmata dal vicepresidente Folonari, che pubblichiamo su GreenPlanner.
“Si assiste da alcuni anni ad un susseguirsi di nuove normative tributarie sulle attività di noleggio veicoli, che ne rendono estremamente penalizzanti le modalità di pagamento.
Eppure con 1,5 milioni di veicoli gestiti e con un contributo alle casse erariali di quasi 3 miliardi di euro all’anno (certi e puntuali), il settore è un contribuente speciale, promotore cioè di correttezza e di emersione fiscale, rendendo i soggetti con cui opera contribuenti virtuosi.
Il noleggio chiede oggi un nuovo regime di tassazione. Il pagamento dei tributi locali, in particolare bollo e Imposta Provinciale di Trascrizione, è via via diventato assurdamente complicato per le imprese del settore, che vanta 270.000 clienti tra aziende, Pa e privati.
Occorre superare il regime fiscale attuale basato sui criteri di territorialità del secolo scorso: i veicoli a noleggio, pur immatricolati in una Provincia, circolano infatti su tutte le strade nazionali.
Va poi sistemata l’attuale infelice normativa del fringe benefit, un dazio occulto per l’intera filiera automotive. Quest’anno case auto, aziende di noleggio, imprese clienti, driver, fleet e mobility manager devono barcamenarsi su tre differenti regimi di tassazione dell’auto a uso promiscuo.
Una complicazione che ha indotto circa 50.000 driver a chiedere la proroga del contratto in scadenza, con minori entrate per lo Stato e gli Enti locali“.
Come è regolamentato il settore del noleggio in Italia
La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) e i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate definiscono il quadro normativo aggiornato per le attività di noleggio veicoli, leasing e locazioni a lungo termine. Le misure non introducono rivoluzioni, ma incidono su fringe benefit, imposte automobilistiche e trattamento Iva.
Dal 1° gennaio 2025, il valore dei fringe benefit per veicoli aziendali in uso promiscuo viene calcolato applicando il 50% del costo chilometrico annuo secondo le tabelle Aci.
Sono previste riduzioni mirate alla transizione ecologica: -10% per auto elettriche a batteria e -20% per ibride plug-in. Il regime transitorio tutela i contratti già in essere fino a naturale scadenza o consegna entro giugno 2025. La misura si estende anche a motocicli e ciclomotori.
Sul fronte tributario, resta in capo all’utilizzatore l’obbligo di versare bollo e superbollo nei contratti di lungo termine senza conducente, a condizione che risulti iscritto al Pra. Nessuna proroga è prevista per il 2025, ma le schede operative sono state aggiornate al 16 gennaio.
È confermata la detrazione Irpef per l’acquisto o il noleggio di veicoli destinati a persone con disabilità, fino a 18.075,99 euro, con applicazione anche per mezzi acquistati all’estero.
In materia di Iva, la detraibilità integrale resta valida per i veicoli forniti come auto di cortesia da concessionari e officine, in linea con la giurisprudenza tributaria. Dal 1° aprile, inoltre, le attività di intermediazione nel noleggio e leasing operativo di automobili e autocaravan sono passate al codice Ateco 77.51.00, da aggiornare nei concordati preventivi biennali.
Pur senza incentivi diretti alle flotte a noleggio, il legislatore lega il comparto al più ampio quadro delle politiche di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni, con l’intento di accompagnare l’evoluzione verso una mobilità aziendale più sostenibile.
Crediti immagine: Depositphotos
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